BRIGNANO INDAGATO PER FRODE FISCALE: “MA NON HO COLPE, UNA TRAPPOLA IN CUI SONO CADUTI I MIEI COMMERCIALISTI”

Massimo Martinelli per www.ilmessaggero.it

La doccia fredda gli è arrivata addosso a New York, dove sta preparando uno spettacolo: Enrico Brignano, attore comico tra i più amati d'Italia, si è ritrovato iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma. E per un reato sul quale spesso aveva ironizzato nei suoi monologhi: la frode fiscale. Almeno a leggere la scarna documentazione che gli è stata notificata dal gip di Roma, Riccardo Amoroso, Brignano si troverebbe in compagnia di altre venti persone, alcune delle quali si sarebbero servite di società inesistenti, prive cioè di sede legale, amministrativa e operativa, per produrre documentazione fiscale falsa.

TRAPPOLA
In realtà quella che per alcuni degli indagati sembra essere davvero una storia di malaffare, per il comico romano appare più come un tranello nel quale sono caduti i suoi commercialisti, indotti in errore dai titolari di una finta società che aveva tutte le sembianze di una vera realtà imprenditoriale. Ma andiamo con ordine.

A dare il via all'indagine è stata la procura di Civitavecchia che ha inviato gli atti a Roma per competenza, dopo aver scoperto il giro di false fatturazioni. Il nome del comico figurava, insieme con altri, nell'elenco dei clienti di due società finite sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza: la Business Solution srl, con sede a Roma in via Copenaghen, e la Evergreen srl, di via Gregoriana 38, che poi è quella che sarebbe stata utilizzata dal comico.

ABITI DI SCENA
Era stata la Evergreen a cercare Brignano, a dicembre del 2007 alla vigilia di uno dei suoi spettacoli al teatro Sistina di Roma. La società, pur essendo «invisibile» fiscalmente, svolgeva un'attività commerciale nel settore dello spettacolo accompagnando attori e cantanti con un servizio di autisti, organizzando l'ufficio stampa e altre attività come la fornitura di abiti di scena, la cura dell'immagine e i servizi fotografici. Per eludere il fisco non dichiarava alcun incasso, pur emettendo regolari fatture per essere pagata dagli artisti che le conferivano gli incarichi professionali.

Questo avvenne anche con Brignano, che accettò una proposta per la fornitura di una serie di servizi per tre mesi, per un totale di 97mila euro. Brignano ricevette le fatture della Evergreen e le pagò con regolari bonifici bancari, attraverso la sua filiale della banca Fideuram, dunque in maniera assolutamente trasparente. Ma copia di quelle fatture furono trovate negli archivi della società durante le successive perquisizioni.

PARTE LESA
Questa serie di coincidenze ha portato all'iscrizione di Brignano e di altre persone, loro malgrado, nel registro indagati della procura. Anche se è assai probabile che dai prossimi giorni le loro posizioni possano essere stralciate e diventare quelle di parti lese nel procedimento. Già questa mattina, in ogni caso, l'avvocato Antonio Civitelli, che difende Brignano, depositerà una denuncia cautelativa in procura nella con la quale chiarirà i contorni della vicenda; anche perché nonostante siano trascorsi molti mesi dall'inizio dell'indagine, il comico non è mai stato convocato per spiegare la sua versione dei fatti.

EVASIONE
Più complicata sembra essere invece la posizione dei titolari delle società sotto inchiesta: scrive il magistrato nel capo di imputazione a carico del titolare della Bussiness Solution, Carlo Morando : «che nella qualità di rappresentante legale della Business Solution srl, al fine di consentire alla Royal bus srl di evadere le imposte sui redditi e/o sul valore aggiunto, emetteva in favore della citata società le fatture per operazioni inesistenti per l'anno 2007». E analoghe contestazioni riguardano i titolari della Evegreen, Rago Jose Dommarco e Fernando Rocco Caposecco.

 

 

Enrico Brignano Enrico Brignano ci vediamo domani BRIGNANO BRIGNANO E BURT YOUNG IN CI VEDIAMO DOMANI ENRICO BRIGNANO 0u10 enrico brignanoevasione fiscale

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?