UN BRUNETTA AL GIORNO TOGLIE IL RENZI DI TORNO - “IL RE È NUDO, CON LE SUE PROMESSE VUOTE, MA I GIORNALONI SONO TUTTI CON LUI” - “ALFANO FA SOLO LA STAMPELLA PER CHI GLI GARANTISCE I MINISTERI UTILI ALLA SUA CLIENTELA”

Riceviamo e pubblichiamo da Renato Brunetta

Renzi appare molto perché è pura apparenza. Giustamente Giannelli lo ritrae sulla prima pagina del "Corriere della Sera" accanto al Papa per la benedizione urbi et orbi. Gli orbi benedetti da Renzi sono gli italiani che confida restino ciechi. Noi no. Almeno noi no. In primis dovrebbe farsi fare un esame della vista il "Corriere" e con lui tutti i giornaloni e giornalini, che si assiepano ai bordi del corteo trionfale di un Re che nessuno - tranne noi - osa dire che è nudo.

A dire la verità qualche sussurro di analista e commentatore comincia a far presente la vuotaggine delle parole rispetto alla realtà.

Intanto un consiglio. Quando lo vedete in tivù o sui giornali, ricordate a voi stessi e agli astanti questa tecnica di governo. Si tratta di accatastare sulla porta di casa degli italiani quintali di promesse fatte passare per decisioni prese, pronte, fatte. Balle.

Finora di tutte le riforme sciorinate una sola si è manifestata sulla carta e in forma di decreto. Quello che va a nome di Giuliano Poletti, e che noi abbiamo lealmente elogiato.
Il problema è che l'unica cosa fatta, sta finendo malissimo. Siccome aveva il merito di rimediare ad alcune grossolane assurdità della legge Fornero, e apriva ad una reale flessibilità dei contratti di lavoro, ecco che è stato demolito, sulla base dello strapotere che la Cgil ha nel gruppo parlamentare del Pd.

E il Ncd dopo aver gonfiato le penne, si adeguerà in nome della responsabilità, che consiste nel recitare la parte della stampella infelice per Renzi o per qualunque governo che comunque garantisca agli alfaniani i ministeri utili alla propria clientela.

Sia chiaro quello di cui abbiamo accennato del famoso Jobs Act. Quello - secondo le assicurazioni del ministro competente - resterà famoso ma soprattutto fumoso e sarà inscatolato alla maniera di Piero Manzoni o se preferite secondo i modi di Andy Warhol per la zuppa Campbell, entro il 2015. Bella forma di urgenza. Per Renzi di urgente ci sono le parole. Anzi no. Una cosa c'è: il voto di scambio.

Citiamo qui Eugenio Scalfari che segue a ruota quanto scritto da noi una dozzina di volte. "... l'operazione del bonus in busta paga non è un programma organico ma uno spot elettoralistico. È esattamente così e venerdì sera nella trasmissione Otto e mezzo l'ha ammesso lo stesso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio".
Se ci fosse di mezzo un ministro di centrodestra, dopo una simile esternazione, sarebbe intervenuta una qualche Procura. Non ce lo auguriamo di certo.

Data però la riconosciuta e conclamata vicinanza tra il vate di "Repubblica" e il Capo dello Stato, non sarebbe male che al Quirinale si prendesse sul serio - visto tanto avallo - il nostro vigoroso avviso sulla necessità rinforzata di controllo di costituzionalità e di aderenza ai trattati internazionali.

Sarebbe oltremodo grave che una simile promessa laurina e peronista avesse il sigillo di Napolitano, senza che siano sciolte limpidamente le riserve che ci siamo incaricati di sollevare come da dovere di opposizione responsabile.

Non la finiremo qui. Nessuna tregua. Svelare un trucco al giorno, toglie Matteo di torno.

Renato Brunetta

 

 

Renato Brunetta TITTI E RENATO BRUNETTA PUBBLICATO DA ZUCCONI RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE BERLUSCONI RONZULLI PASCALE stfnn22 pigi bersani giuliano poletti

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