L’UNICA COSA (QUASI) CERTA DEI DIBATTITI TV È CHE A CONDURLI SARÀ VESPA – BRU-NEO È IL FAVORITO COME MODERATORE DEI DUELLI TELEVISIVI CHE LA RAI MANDERÀ IN ONDA IL 7 E IL 15 SETTEMBRE. PER IL RESTO, È LA SOLITA GAZZARRA: CALENDA SI IMPUNTA PERCHÉ VUOLE UN CONFRONTO A 4, MA LETTA E MELONI LO SGONFIANO. ENRICHETTO E “GIGIONA” NON VOGLIONO ALLARGARE IL CAMPO: LA POLARIZZAZIONE GIOVA A ENTRAMBI, E CI TENGONO A RIBADIRE CHE LA SFIDA È TRA LORO DUE…
1 - RAI: SERATE SPECIALI CONFRONTO TRA LEADER POLITICI
(ANSA) - "In vista della tornata elettorale del 25 settembre, nel più ampio contesto delle iniziative editoriali già avviate, la RAI inviterà al confronto i leader delle diverse formazioni politiche.
Il Tg1 e la Direzione Approfondimento organizzeranno due "Serate Speciali - Il confronto" in cui si realizzerà un dibattito elettorale televisivo secondo un format prestabilito. Esattamente come accade in occasione dei grandi appuntamenti elettorali internazionali, sarà predisposto un sistema di "regole d'ingaggio " puntualmente definite per garantire ai protagonisti parità di condizioni e, al contempo, per assicurare ai telespettatori un dibattito che sia quanto più approfondito e coinvolgente.
La messa in onda dei "confronti" è stata programmata per la prima metà di settembre (nella sera del 7 e in quella del 15) e naturalmente, sarà soggetta alla formalizzazione delle liste elettorali e alla disponibilità delle stesse a partecipare.
2 - FDI E PD, NO AL CONFRONTO TV A 4: «DUELLO SOLO TRA MELONI E LETTA» E COME ARBITRO VESPA FAVORITO
A. Gen. per “il Messaggero”
carlo calenda dopo l accordo con renzi 1
Carlo Calenda ha lanciato il guanto di sfida a Ferragosto: «Invito Conte, Meloni, Letta, i leader delle coalizioni, a fare un confronto tv come si fa in tutti i Paesi civili. Un confronto educato, sui programmi, per aiutare gli elettori a farsi un opinione. Facciamolo presto». Ma la proposta del leader di Italia sul serio, il Terzo polo nato per contendere alla destra e alla sinistra i voti dei «moderati e dei riformisti coraggiosi», va a infrangersi contro i no di Enrico Letta e Giorgia Meloni. L'obiettivo di Calenda è chiaro.
Superare lo schema della polarizzazione dello scontro che il segretario del Pd e la leader di Fratelli d'Italia stanno cercando di imporre. E disinnescare la minaccia del voto utile (o destra o sinistra) che mette in difficoltà i centristi e i 5Stelle di Giuseppe Conte. Ma sia Letta che Meloni non hanno intenzione di concedere aiutini ai due competitor, condividendo la ribalta televisiva.
Il no del Pd è motivato sia da ragioni di tattica politica, la polarizzazione appunto, sia da questioni personali dopo la rottura del patto elettorale con Calenda. «La sfida del 25 settembre è tra due partiti: per non consegnare il Paese alla destra si deve scegliere il Pd. Dunque solo il duello in tv con Meloni ha senso», sostengono nel quartier generale dem del Nazareno.
CARLO CALENDA MARA CARFAGNA - BY CARLI
Dove bocciano, appunto, l'eventuale faccia a faccia televisivo con Calenda: «E' fuori discussione. Ogni contatto con il leader di Azione rischia di trasformarsi in una commedia dell'arte. Anzi, in una replica del Marchese del Grillo». Il film in cui Alberto Sordi diceva: «Mi dispiace. Ma io so' io e voi non siete un c.. Nel rifiuto di Fratelli d'Italia non c'è nulla di personale. La scelta è legata alla strategia comunicativa della promessa premier.
«Calenda ha fatto questa proposta perché è il più indietro di tutti e deve recuperare terreno», afferma Guido Crosetto, ascoltato consigliere di Meloni e cofondatore di FdI, «ma se è legittimo chiedere, è altrettanto legittimo rispondere di no. Non per paura: Giorgia non teme alcun confronto. Ma perché lo schema più normale è il duello tra Letta e Meloni, i leader dei maggiori partiti».
Sulla stessa linea Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e meloniano della prima ora: «Noi siamo sempre stati bipolaristi convinti. E, in assenza del bipolarismo in Costituzione, almeno cerchiamo di affermarlo nelle scelte pratiche». Conclusione: «La gente, gli elettori, chiedono un faccia a faccia tra Meloni e Letta. E questa dovrà essere la scelta».
Già, ma su quale canale tv? E chi deve essere il moderatore? «La soluzione più equilibrata è Bruno Vespa, da sempre il giornalista televisivo più imparziale di tutti», dice Crosetto. Rampelli conferma: «Ha sempre dimostrato, nella sua lunga esperienza, di essere super partes».
GUIDO CROSETTO - VIGNETTA FRANCESCO FEDERIGHI
E dal Nazareno dicono di sì: «A noi Vespa può andare bene». C'è da dire che mentre Silvio Berlusconi imperversa sulle sue tv, Giuseppe Conte tace travolto dal nodo-candidature M5s e Matteo Salvini sembra aver messo in conto l'esclusione dal duello tv con gli altri leader («faremo i nostri interventi televisivi come sempre, senza guardare a ciò che fanno gli altri», dicono i suoi), Calenda non ci sta.
E con lui il suo alleato Matteo Renzi: «Carlo ha sfidato Letta, Meloni e Conte. Ed è una richiesta sacrosanta e giusta. Vediamo chi fugge dal confronto». Michele Anzaldi, che elabora la comunicazione per Italia sul serio e ha chiesto all'Agcome il 25% degli spazi tv in nome e per conto del Terzo polo, la mette così: «Giorgia che si mostra giovane e vuole incarnare la modernità si comporta come Berlusconi che negava ai suoi competitor la sfida televisiva perché in vantaggio. Una grande delusione».