renzi juncker merkel

BRUXELLES SI VUOLE LEVARE IL DUCETTO DALLE PALLE E LANCIA L'ALLARME: CONTI A RISCHIO IN CASO DI ELEZIONI ANTICIPATE – UE VUOLE LA MANOVRINA SUBITO: PADOAN E’ D’ACCORDO, MA NON SA COME FARLO CAPIRE AL CAZZARO TOSCANO – RINVIARE INTERVENTI AD APRILE SIGNIFICA PROCEDURA D’INFRAZIONE E BILANCIO COMMISSARIATO

 

Marco Bresolin per la Stampa

 

renzi juncker  renzi juncker

C' è l' atteso andamento (negativo) del deficit strutturale, il debito pubblico che non scende, qualche segnale positivo sul fronte crescita. Ma al di là dei numeri - che pure saranno il cuore delle previsioni economiche invernali rese note questa mattina dalla Commissione -, quando si tratta di analizzare la situazione economica italiana ciò che più preoccupa l' Unione europea sono i rischi legati «all' incertezza politica». Una formula che tradotta dal bruxellese istituzionale al politichese nostrano ha un significato preciso: le elezioni anticipate, specie se prima dell' estate, sono un rischio.

 

RENZI PADOAN ORECCHIERENZI PADOAN ORECCHIE

Anche dal punto di vista dei conti pubblici. E non solo per l' Italia, perché nel documento che accompagna le previsioni invernali (che il commissario Pierre Moscovici presenterà alle 11) si parla esplicitamente di «incertezze politiche» legate alle «elezioni che si svolgeranno in Europa quest' anno». Olanda, Francia, Germania, e - forse - anche Italia.

 

I timori sull' Italia accomunano tutte le anime della Commissione, tanto gli esponenti dell' ala rigorista quanto le "colombe" come Moscovici e Jean-Claude Juncker. Oggi seguiranno con attenzione il confronto interno al Pd in direzione, a cui parteciperà anche il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan.

 

padoan moscovicipadoan moscovici

Pur stando ben attenta a evitare accuse di ingerenza negli affari interni, Bruxelles intende mandare a Roma un segnale chiaro. Perché nella capitale europea si conoscono perfettamente i "rischi" che potrebbero sorgere con un voto anticipato. «Padoan ci ha fatto delle promesse - confida una fonte della Commissione, riferendosi alla richiesta di una manovra correttiva di 3,4 miliardi, pari allo 0,2% del Pil -. Prima generiche, con la lettera del 1° febbraio, e poi più concrete con quella del 7 febbraio. Quest' ultima è stata molto apprezzata. In una situazione normale, potremmo accontentarci. Ma in Italia non c' è una situazione normale».

 

dijsselbloem dijsselbloem

Lo stesso Jeroen Dijsselbloem, presidente dell' Eurogruppo che vigila sui bilanci degli Stati al pari della Commissione, lo scorso 24 gennaio aveva definito quello di Gentiloni «un governo ad interim», aggiungendo che «è incerto quando ci saranno le elezioni» in Italia.

 

Come antidoto «all' incertezza politica», la Commissione vuole che le misure annunciate da Padoan siano al più presto tangibili e in grado di produrre effetti immediati. Rimandare tutto ad aprile rischierebbe di far saltare la manovra correttiva se l' Italia piombasse in campagna elettorale. Il ministro del Tesoro è contrario a questo scenario e lo ha detto chiaramente il 27 gennaio scorso al termine della riunione dell' Ecofin. Ma Matteo Renzi è di un altro parere.

 

gentiloni padoan1gentiloni padoan1

Preferisce rovesciare il tavolo, non fare la manovra, e magari condurre proprio una campagna elettorale contro l' Ue che manda «ridicole letterine» sullo 0,2% e fa le pulci all' Italia sulle spese per il terremoto (che invece non sono parte della trattativa). Chi vincerà? In questo scenario Bruxelles non può permettersi di stare solo a guardare. Prepara le sue contromosse, in particolare il rapporto sul debito eccessivo italiano che intende pubblicare il 22 febbraio (ma la data non è ancora definitiva).

URNA ELETTORALEURNA ELETTORALE

 

Se lo spettro di un voto anticipato a giugno continuasse ad aleggiare, la Commissione non si accontenterebbe delle promesse contenute nella lettera di Padoan del 7 febbraio. Vorrebbe vedere subito i primi provvedimenti nero su bianco, altrimenti il rischio di una procedura sarebbe altissimo. Diverso è il caso in cui in Italia prevalesse il fronte anti-voto: a quel punto «l' incertezza politica» sarebbe meno forte e Bruxelles più disposta a concedere tempo.

 

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO