BUNGA BUNGA A PECHINO - LA TV CINESE COME ALCOVA DELL’EX CAPO DEI SERVIZI SEGRETI - ADDEBITATO “L’ADULTERIO SERIALE” PERCHÉ UN DIRIGENTE DELLA TV GLI FORNIVA RAGAZZE CHE VOLEVANO FARE CARRIERA IN TV
Guido Santevecchi per Corriere della Sera
È sera, ma nel palazzo di vetro della Cctv , la China Central Television, si vedono pochissime luci accese. La tv di Stato di Pechino ha 10 mila dipendenti, 45 canali in mandarino e un’altra mezza dozzina in inglese, francese, spagnolo, arabo, russo, più 70 uffici di corrispondenza nel mondo. Eppure, nel grande piazzale quasi non si incontra anima viva.
Il tassista che ci ha accompagnato a vedere il palazzo, soprannominato «grandi mutande» dai pechinesi per la sua forma ardita con due torri da 50 piani che sembrano gambe sormontate da un ponte di altri tredici piani, fa una battutaccia: «I giornalisti debbono essere tutti in cella».
Il tassista legge i giornali, sa che una grande purga ha colpito anche la Cctv , la potentissima voce dello Stato che intrattiene e indottrina ogni giorno 700 milioni di persone. Sono almeno 15 i dirigenti e giornalisti arrestati negli ultimi mesi. È una storia di corruzione, stelle del video, sesso e (forse) videotape compromettenti.
Il caso che ha fatto più scalpore è quello di Rui Chenggang, 37 anni, il più famoso giornalista economico della Cina. Un professionista che aveva fatto domande a Clinton e Obama, era di casa al World Economic Forum di Davos, vestiva Zegna e girava in Jaguar. La polizia lo ha portato via quasi in diretta una sera dell’estate scorsa: stava per entrare in studio per il suo talk show.
Un’incursione tanto improvvisa che la puntata è andata in onda con la sua poltrona vuota. Rui era l’idolo dei trentenni (soprattutto delle trentenni) e aveva 10 milioni di followers su Weibo, il Twitter in mandarino. Era anche un nazionalista. Tanto potente che quando qualche anno fa denunciò la presenza di uno Starbucks nella Città Proibita, il locale fu subito chiuso.
Tanto spigliato da aver messo in difficoltà l’ambasciatore americano Locke, famoso perché amava viaggiare in economy: «Lo fa per risparmiare i soldi dei contribuenti e aiutare a ripagare il debito del suo governo verso la Cina?». Rui Chenggang è accusato di corruzione: aveva costituito una sua agenzia di pubbliche relazioni sfruttando il nome della Cctv . Si dice che si facesse pagare per fare pubblicità ad aziende e gruppi industriali.
Anche Guo Zhenxi, il direttore di Cctv2 , è finito in carcere per tangenti. Altri per malversazioni finanziarie, ruberie sui costi di produzione.
la donna cinese aggredita dalle colleghe 5
Dietro questi arresti ci sono anche regolamenti di conti politici, scontri tra poteri forti. Prima che la polizia andasse a prendere Guo e Rui, il loro canale aveva trasmesso uno speciale in cui si accusava la Bank of China di aver aiutato diversi miliardari a esportare illegalmente i loro capitali. Ma c’è un altro filone in questa inchiesta, molto più scabroso.
la donna cinese aggredita dalle colleghe 7
Si tratta di storie di relazioni extraconiugali che coinvolgono giornalisti, dirigenti della tv e politici. Con contorno di video a luci rosse. Rui era l’amante della signora Gu Liping, moglie dell’ex braccio destro del presidente Hu Jintao, appena finito sotto inchiesta per corruzione. La signora ha una quindicina di anni più di Rui. Circola un gossip incontrollabile secondo il quale il giornalista aveva filmato scene intime come una sorta di polizza d’assicurazione nei confronti del potere: se anche fosse vero, non gli è servito.
foto time 7 novembre 2014 cerimonia in cina
E poi, secondo gli investigatori del partito, la Cctv era diventata anche la riserva di caccia femminile di Zhou Yongkang, l’ex capo dei servizi segreti arrestato per corruzione e tradimento: gli hanno addebitato anche «l’adulterio seriale» perché un dirigente della tv gli forniva ragazze che volevano fare carriera in tv.
In questo clima la Cctv sembra sotto choc, paralizzata. Le torri «grandi mutande» sono semivuote perché si è bloccato anche il trasloco nella nuova sede: nessuno avrebbe più il coraggio di prendere decisioni.