ALTA MARE'-A ALLA GUIDA DELL'INPS - GUAI "DERIVATI" AL PROCESSO DEL COMUNE DI MILANO - INTESA "CERCA" CASA IN TRIBUNALE - I BONIOMIANI DI BPM SE NE FREGANO DI NON AVERE PIU' UN SOCIO CHE LI ESPRIMA...

Dal "Sole 24 Ore"

1 - PER LA GUIDA DELL'INPS SPUNTA IL NOME DI MARÈ
Per il dopo Mastrapasqua all'Inps si profila il superamento della gestione monocratica affidata al presidente, con il ripristino del Cda e di un sistema di governance duale. Il tema, oggetto di un avviso comune delle parti sociali, è stato rilanciato ieri dal leader della Uil Angeletti nell'incontro con il ministro Giovannini che per oggi ha convocato le parti sociali, poi toccherà alle forze politiche. Tra le candidature in circolazione, oltre al nome di Gianni Geroldi, spunta anche quello di Mauro Marè.

2 - DERIVATI MILANO, PRIME PRESCRIZIONI
La prescrizione comincia a erodere il «processo simbolo» sui derivati del Comune di Milano, che sta ora vivendo il suo secondo tempo. L'impianto accusatorio al momento regge, il sostituto procuratore generale di Milano Piero De Petris viaggia sulla stessa linea tracciata dal pm Alfredo Robledo, che ha guidato l'accusa vittoriosa in primo grado, ma il tempo fugge e alleggerisce il peso sugli imputati.

Per quattro dei nove funzionari condannati in primo grado (William Francis Marrone di Depfa, Fulvio Molvetti di Jp Morgan, Carlo Arosio di Deutsche Bank e Matteo Stassano di Ubs) il pg ha chiesto la prescrizione, e per altri quattro lo stesso fattore ha cominciato ad abbreviare le condanne (Marco Santarcangelo di Depfa, Tommaso Zibordi di Db, Antonio Creanza di Jp Morgan e Gaetano Bassolino ex di Ubs).

L'unica assoluzione, per «incertezza» del quadro probatorio, è stata chiesta per Alessandro Foti, di Ubs. Insomma: l'accusa corre, e conferma anche la richiesta di condanna per le quattro banche (un milione di multa più le confische) per responsabilità amministrativa, ma corre anche il calendario: e c'è ancora l'appello da finire e, soprattutto, la Cassazione da chiamare in causa. (G.Tr.)

3 - INTESA «CERCA» CASA IN TRIBUNALE
Mentre si scalda sempre più il tema delle sofferenze per le banche italiane, impegnate a varare progetti di scorporo dei crediti ormai inesigibili in veicoli appositi, si apre un nuovo filone per gli istituti di credito: quello delle real estate operating company, società veicolo che vengono create dalle banche per andare a comprare gli immobili nelle aste giudiziarie. Dopo che altre banche hanno deciso di fare lo stesso passo, ora anche Intesa Sanpaolo sarebbe sul punto di ottenere il via libera da Banca d'Italia alla creazione di una società veicolo che farà compravendita di immobili, dopo averli comprati nelle aste giudiziarie.

La nuova struttura, in via di definizione, sarà guidata da Carlo Stocchetti, direttore generale del Mediocredito Italiano. Il tema è complesso: in alcuni casi infatti gli immobili, ipotecati sulla base di finanziamenti non onorati, vanno in asta giudiziaria. Per le banche creditrici la vendita in asta comporta spesso una perdita netta, in quanto il prezzo è sottostimato. Allora per le banche è meglio ricomprarli in asta e rivenderli in un secondo momento. (C.Fe.)

4 - BPM, I «BONOMIANI» RESISTONO IN CONSIGLIO
Nessun passo indietro. Nessuna "questione di opportunità", come alcuni suggerivano. I due membri del Consiglio di Sorveglianza di Bpm, Luca Perfetti e Cesare Piovene, eletti a dicembre in quota Investindustrial di Andrea Bonomi, a quell'epoca primo azionista della banca, non lasciano il board di Piazza Meda. Nel corso del CdS di ieri, i due consiglieri hanno anzi presentato un parere legale del giurista Guido Rossi che di fatto ne legittima la permanenza nel Consiglio.

Perfetti e Piovene in punta di diritto possono continuare a rappresentare i «soci di capitale», indipendentemente dal fatto che Bonomi sia uscito dal capitale della banca. Ora si tratta di capire come attuali o nuovi investitori istituzionali di Bpm possano vedersi rappresentati in consiglio. Certo è che al presidente del Cds Piero Giarda, il "niet" alle dimissioni di Cesare Piovene, che tra l'altro fa parte anche del Comitato controlli, pare non sia per niente piaciuto. (L.D.)

5 - L'AMERICANO MALONE VUOLE LA FORMULA 1
Non contento dello shopping internazionale di società di telecomunicazioni, il re statunitense dei media, John Malone, ha messo gli occhi sulla Formula Uno. Il miliardario era finora salito alla ribalta per l'acquisto in Europa della britannica Virgin Media l'anno scorso e dell'olandese Ziggo quest'anno.

Stando a indiscrezioni riprese dal quotidiano inglese Financial Times, adesso avrebbe invece avvicinato il principale azionista della società di corse automobilistiche, il gruppo CVC Capital Partners per esplorare l'acquisto di una quota. La Formula Uno sarebbe stata valutata qualcosa come i 9 miliardi di dollari, debito compreso. Una simile operazione avrebbe però ripercussioni che vanno ben al di là del suo valore finnaziario. Scatenerebbe anche un terremoto nel mercato di diritti di trasmissione degli eventi sportivi. (M. Val)

 

 

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