CACCIA L’IMMIGRATO! - SECONDO I DATI DEL GOVERNO INGLESE ALMENO IL 14% DEI VANDALI CHE L’ESTATE SCORSA HANNO DISTRUTTO MEZZA LONDRA È STRANIERO: AFGHANISTAN, COLOMBIA, VIETNAM, CUBA, IRAK, JAMAICA, POLONIA... 44 PAESI IN TUTTO - GLI ATTIVISTI ANTI-IMMIGRAZIONE NE CHIEDONO L’ESPULSIONE E DEFINISCONO “INACCETTABILE” CHE CHI È NATO FUORI MANIFESTI IN GRAN BRETAGNA - “NEGLI SCONTRI NON C’ERA NIENTE DI POLITICO. SOLO OPPORTUNISMO CRIMINALE E AVIDO”...

Dagoreport dal "Daily Mail"
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Mentre il Regno Unito ancora si interroga sulle ragioni delle rivolte che la scorsa estate hanno messo Londra a ferro e fuoco, il tabloid conservatore "Daily Mail" trova materia per sostenere la tesi che in quegli scontri finiti sui giornali di tutto il mondo non ci fosse nulla di politico: si è trattato solo di "avidità e criminalità opportunistica", scrive la giornalista Rebecca Camber. Lo spunto lo trova negli ultimi dati sugli arresti seguiti ai disordini, diffusi dal ministero della Giustizia britannico e secondo cui almeno un fermato su sette è di nazionalità straniera.

Afghanistan, Etiopia, Colombia, Vietnam, Cuba, Samoa, Irak, Congo, ma soprattutto Jamaica, Somalia e Polonia. Molti dei protagonisti delle violenze e dei saccheggi di agosto vengono da fuori. In tutto sono 44 i Paesi d'origine contati scorrendo l'elenco degli arrestati. È straniero il 14% se non di più, sottolinea il tabloid, poiché il 4% di quelli finiti in manette si sono rifiutati di rivelare la propria nazionalità.

Le organizzazioni anti-immigrati chiedono che vengano espulsi dall'Inghilterra tutti i colpevoli di reati connessi alle rivolte scoppiate a Tottenham il 6 agosto e continuate fino a coinvolgere, tre giorni dopo, anche Manchester, Birmingham e Wolverhampton. Furti, rapine, danneggiamenti. Tra chi è accusato di rapina, uno su quattro è nato fuori dal Regno Unito mentre il rapporto scende a uno su dieci per disordini violenti o possesso di un coltello o di droghe. A livello nazionale la polizia ha effettuato circa 4mila arresti, con 2mila 952 sospetti nella sola Londra.

Il Migration Watch, un'organizzazione "indipendente preoccupata per l'attuale portata dell'immigrazione verso il Regno Unito" (così recita il sito dell'organizzazione) chiede ad alta voce che i responsabili nati all'estero vengano rispediti a casa loro: "È inaccettabile - ha detto ieri un portavoce dell'associazione - che cittadini stranieri possano prendere parte a proteste in Gran Bretagna". Mentre il ministro dell'immigrazione Damian Green ha detto che i criminali nati all'estero dovrebbero essere espulsi.

Più cauti i Lib Dem, che attraverso il portavoce per gli affari interni Tom Brake, ricordano la necessità di procedere con prudenza, specie quando si tratta di stranieri che in Inghilterra hanno famiglia. Attualmente uno straniero che commette reato in Gran Bretagna e viene condannato ad almeno 12 mesi di carcere, viene automaticamente espulso dal Paese. Lo stesso vale per i cittadini europei colpevoli di violenze, crimini legati alla droga o sessuali. Per tutti gli altri reati serve una condanna ad almeno due anni di carcere, salvo eccezioni previste di volta in volta in sede processuale.

Un portavoce del ministero della Giustizia ricorda tuttavia che i dati sulla popolazione carceraria in esame, descrivono la situazione al 9 settembre scorso e forniscono quindi una visione ancora parziale sulle persone coinvolte negli scontri di Londra. Molte delle registrazioni prese dalle telecamere a circuito chiuso aspettano ancora di essere controllate e ci potrebbero volere ancora due anni.

 

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