draghi cacciari

VIDEO! “DRAGHI FACCIA IL PREMIER E IL CAPO DELLO STATO. TANTO DA 30 ANNI ABBIAMO UN PRESIDENZIALISMO SURRETTIZIO” – CACCIARI SCATENATO: "AL G20 IL PREMIER, BUON PER NOI, PIÙ OMAGGIATO E STIMATO DAI GRANDI CAPI POLITICI NON SOLO NON È UN POLITICO, MA HA DICHIARATO DI NON SOGNARSI NEPPURE DI "FARE POLITICA". IL "POPOLO SOVRANO” SI FIDA SOLTANTO DEI "COMPETENTI". E ORA ANCHE LO STESSO CETO POLITICO PASSA IL TESTIMONE. MA…"

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/02/cacciari-draghi-capo-dello-stato-e-presidente-del-consiglio-io-sarei-daccordo-tanto-da-30-anni-abbiamo-un-presidenzialismo-surrettizio/6376533/

 

 

Massimo Cacciari per "la Stampa"

 

draghi cacciari

Perché le grida dei Grandi su catastrofi climatiche, disastri ambientali, crisi energetiche, migrazioni di popoli, disuguaglianze e altre mille sciagure, producono il topolino dei rimandi e rinvii? Due formidabili ragioni lo spiegano: il primo, che si tratta di un'unica, complessa crisi, dovuta all'interazione di processi biologici, economici, sociali, che è impossibile affrontare con interventi separati nel tempo e nello spazio, e tantomeno per mezzo di apocalittici allarmi.

MARIO DRAGHI E I SALUTI AL G20 - DA REPUBBLICA

 

 La tendenza alla riduzione di crisi multidimensionali a una sola, di volta in volta, delle sue componenti e a prendere una parte del problema isolandola dal tutto, è giunta al suo trionfo con la gestione della pandemia Covid, come Edgar Morin ha sostenuto con meridiana evidenza. Il secondo, che crollato l'Ordine planetario prodotto dalla fine della seconda Grande Guerra, nessun nuovo Ordine, e neppure un solido Patto, lo ha sostituito - e le crisi da risolvere parlano invece soltanto un linguaggio globale. La politica ha con questo linguaggio un'interfaccia debole, occasionale, e soprattutto è costretta a svolgersi secondo ritmi, tra Paese e Paese, che sembrano non armonizzabili.

 

cacciari draghi 19

Ciò non genera soltanto interventi inefficaci, ma, prima ancora, conoscenze erronee, poiché una questione in sé complessa non può neppure essere davvero conosciuta se la si affronta a pezzi, senza visione di insieme. E qui veniamo ai sintomi sempre più evidenti di una trasformazione in corso nei sistemi politici delle democrazie occidentali, che, di nuovo, la crisi da Covid ha messo a nudo e forse reso inarrestabile, non certo prodotto. Nessuno ha notato lo stupefacente paradosso (tanto ormai nel senso comune paradosso non suona più): il premier, buon per noi, più omaggiato e stimato dai Grandi capi politici (molti dei quali Grandi sul serio) non solo non è un politico, ma ha dichiarato di non sognarsi neppure di "fare politica".

mario draghi emmanuel macron boris johnson lancio monetina fontana di trevi

 

 L'autorevolezza di cui gode, anche presso il pubblico, pare inversamente proporzionale al suo "tasso di politicità". Il "popolo sovrano", dopo sciagurate guerre, immigrazione senza governo, pandemie curate a base esclusiva di lockdown e vaccini, si fida soltanto dei "competenti". E ora anche lo stesso ceto politico passa il testimone.

 

Le competenze si fanno sovrane. Un male o un bene? La regola anche in questo caso è sempre quella: né detestare né esaltare, ma cercare di comprendere. Quale sovranità può essere quella delle competenze? Ognuna di esse è specialistica o non è. Il virologo non è uno statistico, l'economista non è un medico, l'ingegnere non è un biologo, lo psicologo non è un fisico. La specializzazione più spinta, piaccia o no, è l'anima della scienza moderna.

cacciari 29

 

Se lo scienziato è intelligente riconosce il proprio limite, e cioè come la sua competenza sia lungi dal poter affrontare l'intero - ma non è affatto necessario che intelligente sia, e allora è inevitabile che assuma il proprio parziale punto di vista come quello fondamentale e che tenda a collocarsi nell'ombelico del mondo.

 

Ne abbiamo avuto esperienza a iosa nei due ultimi, sciagurati anni. Disporre di competenze tecnico-scientifiche è essenziale per un'efficace azione politica, ma nessuna di esse né il loro insieme potranno mai decidere come i diversi aspetti di una crisi possono essere connessi tra loro, in base a quale ordine si debbano affrontare e in vista di quali fini tentare di risolvere.

MARIO DRAGHI BORIS JOHNSON SERGIO MATTARELLA

 

Possiamo avere la più alta fede nelle scienze (e lasciamo perdere il fatto che fede e scienza non vanno proprio d'accordo), ma è vera superstizione pensare che esse possano esercitare una qualche forma di sovranità o decidere su ciò che deve essere. Una pura tecnocrazia è perciò altrettanto probabile della nascita di un cavallo alato. Ma possiamo facilmente concepire una situazione in cui il Politico, la funzione di governo, la produzione di leggi, il tutto opportunamente centralizzato, si svolgano all'unico fine di rendere il sistema produttivo ed economico, dentro cui vivono oggi tecnica e scienza, il più efficiente possibile, rimuovendo tutto ciò che ne zavorra e ostacola l'indefinito progresso. Il "capitalismo politico" cinese ne è già un esempio?

Cacciari

 

Quel che è certo è che la "pulsione" a diventare parte integrante di un simile sistema da parte di vari settori dell'intellighentsia culturale e scientifica occidentale ha assunto dimensioni insospettabili fino a pochi anni fa. I margini per l'esercizio anche di una modesta funzione critica si vanno liquidando non per qualche intervento autoritario - parlare di minacce fasciste oggi è pura e arcaica retorica, chiunque sia a farla -, ma proprio perché tale esercizio non riveste più alcun interesse da parte di quelle "competenze" che oggi agiscono, di fatto, per assumere il massimo ruolo, la massima autorità (e la fetta più cospicua di risorse) all'interno del sistema.

mario draghi ursula von der leyen 4

 

Ho scritto un libretto, pre-Covid, che conteneva tra le righe una modesta utopia: che i saperi scientifici (il lavoro dello spirito) potessero stringere un'alleanza con un'azione politica capace di affrontare le tremende disuguaglianze del mondo contemporaneo, le nuove forme di sfruttamento e di alienazione, costringendo a patti in questo senso le grandi potenze economico-finanziarie che oggi dominano, ma non ordinano, non sono capaci di un nuovo Nomos della Terra.

massimo cacciari accordi e disaccordi 1

 

Forse oggi non lo scriverei più. Nei dossier che i competenti hanno predisposto ai politici del G20 c'era l'universo e qualcos' altro, ma non una parola su quali leggi debbano governare il rapporto tra gli elementi - c'era l'universo, ma nessun cosmo. E ancora meno si accennava al fatterello per cui negli Usa qualche centinaio di persone gode di un reddito pari al 65% degli appartenenti ai ceti più deboli. Il sistema funziona anche con queste piccole contraddizioni, il Pil va bene anche se milioni di ragazzi non lavorano o sono precari o sottopagati o mantenuti dalle famiglie. Basta ci sia la salute.

mario draghi g20 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...