L’AUTUNNO DEL GRANDE VECCHIO - NOTTE TRANQUILLA E COMUNIONE, BELZEBU’ VUOLE USCIRE - DOPO L’ULTIMA APPARIZIONE TV (2008), IN CUI EBBE UN MANCAMENTO IN DIRETTA, LA VITA PUBBLICA DI ANDREOTTI SI è ESAURITA - A 93 ANNI, LA SORDITà LO DIVIDE DAL MONDO ESTERNO, GLI UNICI CONTATTI CON I FIGLI - I CONTINUI VUOTI DI MEMORIA NE APPANNANO L’ARGUZIA CHE L’HA RESO UN FENOMENO DI COSTUME (CHISSA’ SE I GRANDI SEGRETI D’ITALIA SE LI RICORDA ANCORA TUTTI)…

1- ANDREOTTI: FIGLIO, SI SENTE MEGLIO E VORREBBE TORNARE A CASA...
(ANSA) - "Oggi va molto meglio. Già ieri in serata era migliorato ed ora dà segni di tranquillità, parla normalmente. Ha avuto una cosa seria e questo in combinazione con l'età porta ad essere prudenti. Credo rimarrà ancora qualche giorno in terapia intensiva, anche se lui si sente bene e vuole tornare a casa". Lo ha detto Stefano Andreotti, il figlio del senatore da ieri ricoverato al policlinico Gemelli, interpellato sulle condizioni di salute del padre. A chi gli chiedeva se la famiglia fosse in attesa di visite, magari anche da parte di qualche personalità, Stefano ha risposto: "no, spero di no. Anche perché sta in un reparto di rianimazione e sono zone particolarmente protette".

2- SEGRETARIA, RESTERA' RICOVERATO ALCUNI GIORNI...
(ANSA) - Il senatore Giulio Andreotti "vuole andare a casa, ma dovrà restare in ospedale ancora per alcuni giorni. Sta meglio di ieri ed ha riposato tutta la notte". A riferirlo la sua segretaria Patrizia Chilelli, che questa mattina ha fatto visita ad Andreotti al policlinico Gemelli di Roma.

3- GENERO,ANCHE NAPOLITANO E SCHIFANI SI INFORMANO...
(ANSA) - Sono tante le personalità istituzionali e non che hanno telefonato per informarsi sulle condizioni di Giulio Andreotti, da ieri ricoverato al policlinico Gemelli di Roma. Anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, attraverso la sua segreteria, il presidente del Senato Renato Schifani e tanti altri. A riferirlo è Marco Ravaglioli, genero di Andreotti. Le telefonate arrivano tutte alla sua segretaria Patrizia Ghirelli. A far visita ad Andreotti stamane anche l'avvocato e parlamentare Giulia Bongiorno, che fu suo legale nel processo in cui il senatore era accusato di associazione mafiosa.

4- ANDREOTTI, NOTTE TRANQUILLA E COMUNIONE...
Da "Corriere.it"

Notte tranquilla per il senatore a vita Giulio Andreotti, ricoverato al Policlinico Gemelli. Secondo l'ultimo bollettino medico, il senatore è «in lento e progressivo miglioramento delle condizioni generali e cardiorespiratorie», anche se la prognosi rimane riservata. Al momento resta ricoverato nel reparto di terapia intensiva, dove ha ricevuto la comunione dal cappellano del policlinico Gemelli. Ora, dice la sua segretaria, vuole solo tornare a casa. «Sta bene e vuole andare a casa. Penso però che dovrà stare qui ancora un paio di giorni», ha detto Patrizia Chilelli dopo aver fatto visita al senatore a vita in ospedale. «Ha chiesto la comunione perché', come tutti sanno, lui va regolarmente a Messa» ha riferito il genero, Marco Ravaglioli. «E' stato molto confortante vederlo».

PROGNOSI RISERVATA - Il senatore era stato ricoverato giovedì intorno alle 13.30 di oggi in codice rosso per un malore dovuto a una crisi respiratoria. Dopo i primi attimi di apprensione, ad abbassare la tensione sono arrivate le parole della segretaria. «Il senatore sta bene, ha ripreso conoscenza e ha anche ringraziato i medici», aveva spiegato, parlando di un Andreotti «che ha anche scambiato battute e ringraziato il personale sanitario». Nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale erano subito arrivati tre dei quattro figli di Andreotti. Il quarto è arrivato nelle ultime ore dagli Stati Uniti. Si sono riuniti al resto della famiglia anche tre dei quattro nipoti del senatore.

LE VISITE - Tante le personalità istituzionali e non che hanno telefonato per informarsi sulle condizioni di Andreotti. Anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, attraverso la sua segreteria, il presidente del Senato Renato Schifani e tanti altri. Le telefonate arrivano tutte alla sua segretaria. A far visita ad Andreotti stamane anche l'avvocato e parlamentare Giulia Bongiorno, che fu suo legale nel processo in cui il senatore era accusato di associazione mafiosa.

5- IL DECLINO DI GIULIO ANDREOTTI...
Paolo Conti per "Corriere della Sera"

La progressiva scomparsa di Giulio Andreotti dalla scena mediatica nazionale risale alle 18.20 del 2 novembre 2008. Il senatore a vita è seduto nel salotto pomeridiano di Canale 5, Questa domenica. La conduttrice Paola Perego gli chiede: «Senatore, quale futuro si augura per i nostri bambini?». Andreotti è più curvo di qualche istante prima.

Improvvisamente assente. La testa bloccata verso l'alto. Silenzio. Paola Perego insiste. Ancora silenzio: «Presidente...». Parte dalla regia una provvidenziale pubblicità. Poi i due riappaiono, grandi applausi, Andreotti perfino scherza: «Sono contento perché mi avete messo non tra due ladroni ma tra due bellissime ragazze». Un mancamento improvviso, in diretta, senza conseguenze. Però un segnale assai eloquente, sia medico che psicologico.

Da quel giorno l'Andreotti presenzialista in tv di fatto sparisce, lasciando lo spazio a un altro uomo, inevitabilmente uguale a tutti gli altri anziani di questo mondo, impegnato in un duello con l'età e i tanti acciacchi. Un'attività ogni giorno più ridotta. Basta consultare gli archivi di un giornale per ricostruire che, almeno dalla fine del 2009, la parola «Andreotti» non compare nei titoli se non per una citazione in un libro, per una sporadica dichiarazione il giorno del compleanno, il 14 gennaio, scandito ora da un «Grazie a Dio ce l'ho fatta» (2010), «Grazie per la proroga» (2011) e «Confido in un'ulteriore proroga da parte del Signore» (2012).

In questi anni Giulio Andreotti si è rinchiuso in un microuniverso di legami e di abitudini, geograficamente compreso tra la sua casa alla fine di Corso Vittorio Emanuele, le visite saltuarie a palazzo Giustiniani di fronte a palazzo Madama (uno studio monumentale pieno di ricordi e di volumi). Le apparizioni non più quotidiane come un tempo alla barberia del Senato per il rito del pennello, la schiuma, il rasoio: immagini da Prima Repubblica, per Andreotti ancora vita quotidiana.

Altra tappa abbastanza fissa, la Messa ascoltata preferibilmente alla chiesa del Gesù, casa madre dei Gesuiti, tempio cattolico di riferimento della Democrazia Cristiana proprio perché di fronte alla sede storica dello Scudocrociato di palazzo Cenci Bolognetti. Oppure alla cinquecentesca basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, dietro casa.

In quanto alla dieta alimentare, pasti leggeri ma nessuna rinuncia, anzi la richiesta esplicita di qualche piatto romano. Sempre per sentirsi uguale a prima. Circa il rapporto col sonno, molte veglie notturne. Crudelmente ovvie per chi ha la sua età.

Intorno a questi riti sempre uguali, a un tran-tran controllato con attenzione dai fidati uomini della scorta e dalla segretaria Patrizia Chilelli, pochissimo altro. Una lettura dei giornali poco avida e ormai lacunosa e frammentaria, qualche libro cominciato e non concluso, un po' di televisione soprattutto per i telegiornali.

Di fatto un graduale isolamento per colpa di quei vuoti di memoria e di presenza mentale che appannano anche la personalità più acuta, ironica e sottile. I suoi incontri a palazzo Giustiniani riguardano un ristretto, sceltissimo gruppo di persone capaci di dialogare con un uomo psicologicamente segregato in una sorta di campana di vetro per la fortissima sordità: due apparecchi acustici non riescono a restituirlo a una piena socialità, a quel gusto per la battuta, al culto del ricordo, dell'aneddoto che hanno consegnato Andreotti non solo alla storia politica di questo Paese ma anche a quella del costume.

Gli ultimi, autentici, profondi rapporti del senatore a vita col mondo esterno riguardano la sfera affettiva e familiare. Il figlio Stefano, manager Siemens. La figlia Serena col genero Marco Ravaglioli. Presenze quotidiane, anche a turni, come si fa tra fratelli. Ma ogni giorno all'ora di pranzo arriva la telefonata di Marilena, che vive a Torino, e di Lamberto, da New York, dov'è presidente esecutivo della Bristol-Myers.

Una famiglia unitissima che vigila su ogni ora dell'ex presidente del Consiglio. E che ha seguito l'ultima bronchite, fonte di forte preoccupazione. Alla sparuta cerchia familiare, oltre naturalmente ai nipoti, appartiene anche Giulia Bongiorno, avvocato, confidente e amica personale, una specie di figlia adottata in età già adulta.

Però mercoledì 2 maggio il sito Dagospia, alle 10.22 del mattino, pubblica un flash di poche righe: «Andreotti in auto verso il suo ufficio alle 10.10, in via Tomacelli, il Divo Giulio sta meglio». Qualche telefonata di controllo, e naturalmente è tutto vero: quel giorno, pochi minuti dopo le 10.10, è lì, a palazzo Giustiniani, nel suo eterno completo grigio ferro lievemente gessato e con uno dei suoi gilet blu notte che lo riparano dal freddo. A bronchite domata, Andreotti chiede e ottiene di riprendere le abitudini decennali che gli permettono di sentirsi l'uomo di un tempo: salire in auto, arrivare in ufficio, la segretaria con la posta.

Poi, ieri, i probabili strascichi di quella bronchite. Battute ironiche che trapelano. La voglia evidentissima di non cedere. Nemmeno stavolta. Lui, alle proroghe dell'Altissimo ci crede fermamente.

 

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