stefania proietti elly schlein

IL CAMPO LARGO AVRA’ IMPARATO LA LEZIONE CHE VIENE DALL’UMBRIA? CON I CANDIDATI CIVICI LEGATI AL TERRITORIO COME STEFANIA PROIETTI SI VINCE (NON COME IN LIGURIA DOVE CON LO SPEZZINO ORLANDO, ORMAI CONSIDERATO “ROMANO”, PD E M5S SONO USCITI CON LE OSSA ROTTE) – RONCONE: “IL CORPACCIONE DEM HA VOTATO PER UNA SIGNORA A LUNGO SEMBRATA LA CANDIDATA PERFETTA PER IL CENTRODESTRA. E PER EVITARE CHE, COME IN LIGURIA, QUEL FURBASTRO DI CONTE S’INVENTASSE QUALCUNO DEI SUOI CAPRICCETTI, QUELLI DI ITALIA VIVA LI HANNO NASCOSTI NELLA LISTA PERSONALE DELLA PROIETTI” – LA MELONI E I MINISTRI NON HANNO MOSSO UN VOTO - IL FLOP DI BANDECCHI

Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

stefania proietti elly schlein

(...) la vittoria del centrosinistra e della sua candidata Stefania Proietti è cresciuta piano, lenta come un presentimento, mezzo punto di proiezione dietro l’altro.

 

Con quelli che qui, al comitato elettorale, non vogliono crederci e fanno le corna, ti ripetono che è meglio aspettare, ma s’intuisce che stanno stretti dentro una ostinata incredulità, tra speranza, scaramanzia e paura. 

 

(...)

Comprensibile che, adesso, tutti trovino molto più gusto a spiegarti come e perché a diventare governatrice sarà proprio l’«indipendente» Stefy, l’antiabortista Stefy, l’ultracattolica Stefy, una che ha il Cantico delle creature nel programma elettorale, si telefona regolarmente con il cardinal Zuppi e si scrive con papa Francesco: e in effetti è davvero oggettivamente piuttosto clamoroso e paradossale che è grazie a una candidata così se l’Umbria, dopo cinque anni, torna a essere di un rosso antico, addirittura vintage, come direbbe l’armocromista di Elly. Anzi, appunto: qualcuno è riuscito a sentirla, la segretaria? Si volta un collega: «Io ho provato a cercare Conte: volevo chiedergli se ora il campo largo...».

stefania proietti dopo la vittoria foto lapresse

 

Sono già ripartiti con il mantra. Ci daranno, ci daremo il cordoglio per le prossime settimane. Senza capire che l’Umbria non è il nostro Ohio: ci piace scriverlo e dirlo alla tv, ma è una sciocchezza. L’Umbria non è un laboratorio di alleanze: il tessuto politico è sempre stato, e resta, fortemente sinistrorso. C’è una cultura politica radicata, c’è una storia.

 

Poi sì, certo: per evitare che anche qui, come in Liguria, quel furbastro di Giuseppe Conte s’inventasse qualcuno dei suoi capriccetti, quelli di Italia viva li hanno nascosti nella lista personale della Proietti. Ma a parte che i 5 Stelle sembrano essere andati malissimo, il dato plastico, inequivocabile, è che il corpaccione dem ha votato per una signora a lungo sembrata, nei comizi e nelle interviste, la candidata perfetta per il centrodestra: eppure sono usciti di casa, certo pochi, certo il problema dell’affluenza c’è forte anche da queste parti, e sono andati a votare per la persona (sindaca di Assisi), che gli avrebbe permesso di riprendersi la Regione. Punto. Avventurarsi in analisi più sofisticate, che possano avere valore su campo nazionale, è tempo sottratto al cinema, al calcetto, a pilates, alla rilettura di Guerra e pace .

stefania proietti dopo la vittoria foto lapresse.

 

D’altra parte, no, scusate: la foto di gruppo con cui Schlein e Conte, più Fratoianni&Bonelli della premiata ditta Avs, hanno chiuso la campagna elettorale davanti all’ospedale di Terni, resta tragicamente memorabile.

 

Provate a riguardarla: sorrisi forzati, finti, e poi quello di Conte era piuttosto un ghigno, diciamolo. D’altra parte, sono gli stessi volti dei protagonisti del fallimento ligure.

 

Gli stessi. Solo che qui gli elettori del centrosinistra, con poco centro e molta sinistra, avevano un progetto che prescindeva da chiacchiere e propaganda, dalle debolezze delle leadership, dagli intrighi: dovevano vincere per la memoria dei nonni che giocavano a carte alla Casa del popolo, e per le nonne che cucinavano alla Festa dell’Unità.

STEFANIA PROIETTI ELLY SCHLEIN

 

Cinque anni fa, Donatella Tesei trionfò cavalcando qualche scandalo nell’ambito della sanità e, soprattutto, godendo della forza attrattiva di Matteo Salvini: all’epoca era gonfio di appeal e, tra fette di pane e salame e il repertorio delle sue promesse più classiche, raggiunse il 37%.

 

La Tesei raccolse, è chiaro, anche e soprattutto un voto di protesta.

 

La partita, stavolta, è stata molto più complicata. I viaggi di quasi tutti i ministri non hanno scatenato alcuna emozione. Un giorno, ad Assisi, si presenta Giancarlo Giorgetti: ma poi si scopre che è lì per inaugurare una sede della Lega (frati costernati, per usare un eufemismo). Anche il comizio finale di Giorgia Meloni, a Perugia: tutto piegato sulle questioni nazionali.

schlein conte proietti

 

Una faccenda locale ha invece pesato sulla candidata del centrodestra, sempre accigliata, nervosa, tutt’altro che sollevata dallo scampato pericolo, dall’essere uscita indenne — perché l’abuso d’ufficio, come deciso dal Parlamento, non è più reato — dal cosiddetto «Tartufo gate»: brutta storia scoperta dalla Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, con 10 milioni di euro assegnati alla filiera del tartufo, dove — casualmente, as usual — spadroneggia l’azienda del marito di Paola Agabiti Urbani, assessore al Bilancio, e dove è stato assunto anche il figlio della ormai ex governatrice.

GIUSEPPE CONTE E ELLY SCHLEIN

 

Colpevolmente, a un certo punto, ci siamo convinti che potesse aiutarla un vecchio parà della Folgore, Stefano Bandecchi, il sindaco di Terni, un maciste riccastro, inseguito dalla Guardia di Finanza, che fa risse e urla: «Io i voti me li compro! Io ho sempre elemosinato solo la f...».

stefania proietti

Abbiamo preso una cantonata. Bisogna ammetterlo.

 

STEFANIA PROIETTI

Vabbé. A che ora arriva Elly?

PAPA FRANCESCO CON STEFANIA PROIETTIdonatella tesei stefania proietti

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NIN CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...