berlusconi carfagna gelmini

MARA IN TEMPESTA - LA CARFAGNA VA AD ARCORE DA BERLUSCONI PER UN CHIARIMENTO SUL SUO RUOLO IN FORZA ITALIA: “SE NON SONO PIÙ GRADITA BASTA DIRLO” - L’EX COORDINATRICE HA CAPITO DI ESSERE STATA TAGLIATA FUORI PER IL SUO ANTI-SALVINISMO - LO SCAZZO (POI RIENTRATO) CON TAJANI PER IL MANCATO INVITO ALLA CONVENTION DEL PARTITO A VITERBO

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

MARA CARFAGNA

L'ultimo affronto glielo hanno confezionato su misura questo fine settimana. Convention di Forza Italia a Viterbo, il tradizionale appuntamento di inizio autunno organizzato da Antonio Tajani (quest' anno migrato dalla solita Fiuggi). Tutti i big del partito inseriti nel programma, tranne una: Mara Carfagna. Guarda caso la paladina anti-Salvini, l' ormai conclamata capo corrente che martedì scorso ha riunito attorno al lungo tavolo di un ristorante dei Parioli ben 55 tra deputati e senatori stanchi di come vadano le cose, ma invisa perciò ad altri.

 

maria stella gelmini annamaria bernini silvio berlusconi antonio tajani 1

La vicepresidente della Camera non si è scomposta, non ha alzato la voce. Ma ieri pomeriggio ha preso un volo e al tramonto ha bussato al cancello di Villa San Martino, ad Arcore. Al suo fianco, il compagno Alessandro Ruben, ex deputato finiano. Quasi due ore a porte chiuse col padrone di casa, Silvio Berlusconi. L'ex ministra ha vuotato il sacco, stando a quanto emerso in serata dai racconti rimbalzati fino a Roma.

 

mara carfagna ph andrea giannetti:ag.toiati

Lamentando che si sente isolata, esclusa dalle alte sfere di Forza Italia, ora che è stata rimossa dal coordinamento nazionale (il tandem con Toti è stato sostituito da agosto con il poker che comprende le capigruppo Bernini e Gelmini, Tajani e Giacomoni). Insomma, Carfagna si sente fuori dai giochi e ha intimato: «Silvio, se non sono più gradita basta dirlo». La sensazione, ha confessato, è di pagare perché «unica a dire le cose in faccia e ad andare contro la Lega». E poi, i gruppi parlamentari così «non stanno in piedi», rischiano di deflagrare. La sirena di Renzi da una parte, quella di Salvini dall' altra. «Io la cena dell'altra sera l'ho fatta per tenere tutti uniti - ha spiegato - e per salvare il salvabile».

 

silvio berlusconi antonio tajani

Ma se così stanno le cose, insomma, «se do fastidio a qualcuno tolgo il disturbo ». Ben sapendo che se c'è qualcosa che Berlusconi non può permettersi è una seconda, pesante scissione nel giro di pochi mesi. Anche perché, avrebbe fatto notare Ruben intervenendo, "Mara" sarebbe una delle poche dotate di carisma e di consenso personale. Cioè di voti, a differenza di altri.

alessandro ruben mara carfagna

 

Berlusconi è stato ad ascoltare a lungo e, come al solito, a smussare gli angoli. Assicura che per lei c'è sempre un posto in prima fila in Fi, che ha apprezzato l'iniziativa dell'altra sera (dopo aver chiamato decine di parlamentari per suggerire loro di non andare alla cena: invano). Stretta di mano e bacio finale, tutto - in apparenza - torna come prima.

 

Ma Tajani, vicepresidente di Fi, sferzante: «La Carfagna? Era stata invitata come tutti, ma non mi occupo di correnti, né di delfini, l'unico leader è Berlusconi». In serata, la deputata fa sapere che stamattina, a sorpresa, si presenterà comunque alla kermesse di Viterbo. Ma è molto probabile che, dato il caos, sia il Cavaliere a decidere di disertare.

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…