marco carrai

BYE BYE CARRAI: L'AMICO DI RENZI DICE ADDIO ALLA POLTRONA NELLA CYBER SECURITY DEL GOVERNO? NO PROBLEM: PUÒ RIENTRARE DALLA FINESTRA COME FORNITORE DI PALAZZO CHIGI CON LE SUE SOCIETÀ - TANTO POTREBBE NON SAPERLO NESSUNO: SUGLI APPALTI DELLA SICUREZZA INFORMATICA IL GOVERNO PUÒ APPORRE IL SEGRETO, ANCHE DAVANTI A UNA RICHIESTA DELL'ANAC DI CANTONE

Alessandro Da Rold e Luca Rinaldi per www.Lettera43.it

 

Marco Carrai dice addio alla cyber security di Palazzo Chigi. Almeno per ora.

CARRAICARRAI

Colpa dei timori di una nomina che avrebbe potuto influire in negativo sul referendum costituzionale.

 

Così è ormai tramontata la possibilità che il Richelieu del premier Matteo Renzi possa diventare un James Bond 2.0 con delega sui reati informatici.

 

BUDGET DI 150 MILIONI. Sfuma così pure l'incarico di gestire i 150 milioni di euro del governo per il settore della sicurezza informatica, altro ruolo a cui Marchino era stato candidato all'inizio del 2016.

Lo confermano fonti interne ai servizi segreti.

 

Carrai, più che mai impegnato nei suoi molteplici affari - dalle banche (vedi Bassilichi-Mps) fino al settore dei trasporti (vedi Toscana aeroporti) fino pure alla politica estera (è stato lui a dettare la linea sulle critiche all'Unesco per la risoluzione contro Israele poi adottate da Renzi) -, resta in standby sul fronte della cyber sicurezza.

 

NUOVI COMPAGNI D'AFFARI. Ma continua a muoversi arruolando nuovi compagni d'affari, come l'israeliano Ofer Malka, fresco socio della Cys4 con il 6%, già amministratore delegato della Hadera Municipal Company, azienda energetica di Haifa.

 

carrai renzi cybersecurity 5carrai renzi cybersecurity 5

Chi alla fine gestirà il settore della sicurezza cibernetica a Palazzo Chigi, con la soddisfazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è stato spesso critico su Carrai, è Carmine Masiello, consigliere militare del premier, già generale italiano in Afghanistan.

 

BISOGNO DI UNITÀ. Il 27 luglio 2016 proprio Masiello spiegava di fronte alla Commissione Difesa il suo punto di vista: «In questo settore occorre insistere per un sempre maggiore consolidamento dell'architettura, teso a un rafforzamento della partnership pubblico-privati. La condivisione dell'enorme patrimonio di conoscenza di entrambi i settori è la chiave principale per fronteggiare le sfide, sempre più complesse e globali. Il concetto che queste due realtà debbano affrontare le future sfide insieme è ormai più che consolidato, perché solo uniti si può creare un sistema di contrasto e di difesa idoneo a fronteggiare le sfide future».

 

Insomma, si cerca di capire da che parte tiri il vento.

Alfano dice chi deve gestire i fondi, ma non come.

Di certo c’è che dove andranno a parare quei 150 milioni è affare degli stessi servizi, delle stanze di Palazzo Chigi e di nessun altro.

A renderlo noto mercoledì 26 ottobre è stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano rispondendo a una interrogazione dei parlamentare di Forza Italia firmata da Francesco Paolo Sisto e Antonio Palmieri.

 

carrai renzi carrai renzi

IL 10% ALLA POLIZIA POSTALE. Nel dettaglio, 135 milioni di euro andranno a favore del Sistema di informazione per la Sicurezza della Repubblica, cioè dei servizi, mentre i restanti 15 milioni, cioè un decimo della dotazione totale dello stanziamento, al rafforzamento del Servizio della polizia postale e delle comunicazioni.

 

«I fondi in questione», ha fatto sapere il titolare del Viminale, «verranno destinati in parte ad attività di tipo convenzionale per il potenziamento degli interventi rivolti alla prevenzione e al contrasto delle minacce alla sicurezza informatica nazionale. Per completezza, informo che, per l'utilizzo delle somme destinate al potenziamento della Polizia postale, il 2 febbraio 2016 è stato istituito presso il Dipartimento della pubblica sicurezza un apposito Gruppo di lavoro con il compito di effettuare una ricognizione preliminare dello stato delle infrastrutture e di redigere uno studio di fattibilità per la sua revisione alla luce delle somme stanziate con la legge di stabilità».

 

marco carraimarco carrai

DECISIONI SUL TAVOLO PERMANENTE. Le decisioni in pratica devono passare dal tavolo permanente del Comitato di Analisi strategica Antiterrorismo (Casa), composto da polizia, carabinieri, Aise, Aisi, Guardia di finanza e Dap (Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria).

 

Il Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza), attualmente guidato dall’ex capo della Polizia Alessandro Pansa e interpellato dal ministro per rispondere all’interrogazione, ha precisato che «le informazioni relative a entrambi i tipi di interventi sono coperte da riservatezza».

 

Dunque chiunque volesse avere informazioni su dove e come quei 150 milioni vadano a finire dovrà restare con la curiosità.

Anche in caso di gare d’appalto destinate alla selezione di un fornitore di servizi.

 

renzi carrai   renzi carrai

CARRAI FORNITORE? Così Carrai, impallinato come uomo di Palazzo Chigi, potrebbe rientrare dalla finestra come fornitore data la sua attività nel settore della cyber security tra le sue Cys4 e Cambridge Management Consulting Labs.

 

Società con cui si è presentato anche all’ultimo forum Cybertech organizzato a fine settembre da Leonardo-Finmeccanica dove ha incrociato il palco con lo stesso Alessandro Pansa e con l’amministratore delegato di Leonardo Mauro Moretti.

 

PORTA CHIUSA ALL'ANAC. Allo stesso modo perfino l'Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone potrebbe trovare la porta chiusa nel caso di una richiesta di chiarimenti riguardo agli appalti della cyber security a Palazzo Chigi.

 

La riservatezza per «questioni di sicurezza nazionale» potrebbe valere come buona ragione per non far accedere ai contratti gli uomini dell’Anac.

Insomma Marchino non molla l'osso, referendum permettendo.

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…