PASSO CARRAI – DOPO LE ACCUSE DI CONFLITTO DI INTERESSI IL CONSIGLIORI DI RENZI VENDE LE SUE QUOTE NELLA SOCIETA’ CHE HA OTTENUTO APPALTI SENZA GARA DAL COMUNE DI FIRENZE - IL SOCIO: ‘AVERLO NON MI È CONVENUTO’

Giacomo Amadori per ‘Libero Quotidiano'

Alla fine ha scelto di gettare la spugna. Marco Carrai, 39 anni, l'imprenditore grevigiano che pagava l'affitto di Matteo Renzi, accerchiato dalle accuse di conflitto d'interessi, sembra abbia deciso di vendere le sue quote nella D&C, società che controlla la C&T Crossmedia, a cui il Comune di Firenze ha affidato senza gara pubblica il servizio di guide multimediali in tre musei.

Il suo avvocato, Alberto Bianchi, ha dichiarato ad alcuni organi di informazione che «l'in - tenzione di Carrai di cedere la partecipazione inD&C è determinata solo dalla volontà che la stessa società non riceva pregiudizi dal fatto di avere come socio Carrai». Fatto sta che lo scoop di Libero sulla casa fiorentina di via degli Alfani 8, dove per 34 mesi ha risieduto Matteo Renzi a spese dell'imprenditore, sta iniziando a smuovere le acque.

La procura di Firenze ha aperto un fascicolo esplorativo, per ora senza ipotesi di reato né indagati. La settimana prossima il procuratore aggiunto Francesco Pappalardo dovrà assegnare la pratica a uno dei quattro pm che si occupano di pubblica amministrazione. La Guardia di Finanza non ha ancora ricevuto deleghe a indagare, come hanno confermato a Libero autorevoli fonti investigative.

Tra i testimoni potrebbe essere sentita anche Ilaria D'Uva, amministratrice di una delle aziende escluse dai servizi multimediali dei musei comunali, e critica sulle modalità di quegli affidamenti. La notizia dell'abbandono di Carrai la stupisce, ma non troppo: «Potrei essere interessata a subentrare nella D&C. Farò un'offerta. Spero la prenderanno in considerazione ».

Il comproprietario della società, Federico Dalgas, quarantaseienne fiorentino, accetta di ragionare con Libero: «Lei lavora per un giornale aggressivo, di quelli che ci vogliono perché in un Paese democratico è fondamentale l'inchiesta. Ma mi chiedo: è realmente un conflitto d'interessi quello di Crossmedia? Non so se questo sia il binario giusto e se non bisogna cercare qualcosa di più grosso. Con l'appalto di Palazzo Vecchio noi guadagniamo 25 mila euro».

In realtà altri contratti stanno arrivando e quel museo è una grande vetrina. Dalgas non perde la pazienza. Per 15 anni ha fatto il direttore editoriale di Scala group, il più grande archivio fotografico di opere d'arte, superati i 40 anni ha deciso di puntare su una start-up tutta sua come Crossmedia.

Carrai come è arrivato? «È entrato nel 2010. Ha finanziato la mia società, per questo mi è stato utile. La trovava una cosa divertente e probabilmente remunerativa. Ma di beni culturali non sa niente». In realtà la fidanzata, a soli 26 anni, è stata nominata co-curatrice di una delle più importanti mostre del 2014. «Guardi che per me in questo caso non ci sono conflitti d'interessi». E negli affidamenti comunali alla sua azienda? «La Crossmedia l'ho fondata io che non conosco Renzi,non ho ricevuto incarichi da lui, non lo finanzio (al contrario di Carrai ndr) e ho votato Beppe Grillo. Anche se mi sto convincendo che forse era meglio non prendere quel lavoro a Palazzo Vecchio. Me lo ha detto pure Marco».

Il committente era Matteo Spanò, amico di Renzi e Carrai, ed ex dipendente della Florence Multimedia, dove «Marchino » era ad: «Spanò era uno scout, bravissimo figliolo, ma non sapevo nemmeno chi fosse». Almeno troverà sconveniente che l'assessore alla cultura, Giuliano da Empoli, dopo essersi dimesso, abbia preso delle quote della Crossmedia? «Vive tra l'America e Parigi. Come socio è assolutamente inutile, così come Chicco Testa». Ma si rende conto che la tempistica del suo ingresso possa essere considerata sospetta? «Marco mi chiese se da Empoli mi andava bene. Io risposi che mi andava benissimo. Poi è praticamente sparito».

Secondo lei, l'addio di Carrai vi creerà danno? «Io non so ancora se andrà via. Lo vedrò lunedì. A farci danno è tutto questo casino sui giornali, soprattutto se le cose non si chiariranno». Sta dicendo che se lascia per lei è meglio?«Può essere. Forse averlo in società non mi è mai convenuto» e ammorbidisce la frase con un sorriso. Che cosa pensa dell'affitto di via degli Alfani? «Non lo so. Se Renzi e Carrai l'hanno gestita con leggerezza o meno non voglio dirlo io. Lo deciderà la procura».

 

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