CASINI RINNEGA IL FIDANZATO DELLA FIGLIA: “NON È MIO GENERO E NON LO DIVENTERÀ” E PERDE LE STAFFE SUI PARENTI CANDIDATI: “SILVIA NOÈ, MIA COGNATA, È LA PIÙ VOTATA DELL'UDC IN EMILIA-ROMAGNA” – LA BATTUTA DEL GIORNO: “MONTEZEMOLO PARTECIPERA’ AI COMIZI” - PEZZOTTA SI CHIAMA FUORI - TROMBATO PISANU DA PIERFURBY - PER FINI, SARÀ UNA SFIDA DURA, VISTO CHE LA SOGLIA DEL 2 PER CENTO È A RISCHIO…

Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"

Chiusa la faccenda delicata del listone unico al Senato, Udc e Fli stanno facendo gli ultimi ritocchi alle loro liste per la Camera. Anche qui non manca qualche difficoltà, perché i nomi devono passare al setaccio delle regole stringenti imposte da Mario Monti e fatte rispettare da Enrico Bondi. I nomi saranno resi pubblici stamattina dall'Udc e stasera da Fli, ma il più è fatto. Ieri Monti si è presentato a un gazebo a Milano, per firmare l'elenco dei sottoscrittori della lista dei candidati e si è intrattenuto con i giovani di Italia Futura, parlando di campagna elettorale e di Imu.

L'ultima grana per l'Udc è stata sollevata dal Giornale, che in prima pagina ha titolato «Casini come Fini», spiegando che il leader Udc candida «la moglie del fratello e il genero». Il riferimento è alla cognata, Silvia Noè, e al fidanzato della figlia Maria Carolina Casini, Fabrizio Anzolini. Casini replica a «In mezz'ora», da Lucia Annunziata: «Silvia Noè, mia cognata, è la più votata dell'Udc in Emilia-Romagna, in dieci anni ha fatto il consigliere comunale e regionale, non penso possa pagare la parentela all'inverso. Ma se qualcuno conosce una persona con più voti di lei la candido».

Quanto ad Anzolini, «non è mio genero e non lo diventerà»: «Sono stato contestato dai giovani friulani perché l'ho messo al secondo posto in una regione dove eleggiamo un solo deputato. È un ragazzo molto intelligente e aspirava ad avere un posto».

Tra chi non si è candidato ci sono Francesco Bosi, Armando Dionisi, Renzo Lusetti e Pierluigi Mantini. Savino Pezzotta spiega così la sua non ricandidatura: «L'ho comunicata a Casini il 9 novembre. Niente di doloroso, ma una scelta di coerenza, non riuscendo più a ritrovarmi in un certo modo di fare politica». E sarebbe invece amareggiato Giuseppe Pisanu per il veto che Casini avrebbe posto a una sua candidatura al Senato. Tanto che alcuni suoi interlocutori parlano di una riapertura del dialogo con Berlusconi.

Tra i capilista ci sono i dirigenti storici, da Lorenzo Cesa a Rocco Buttiglione, fino a Ferdinando Adornato, e altri nomi noti: Gianpiero D'Alia (Sicilia), il giovane Roberto Occhiuto (Calabria), Gian Luca Galletti (Emilia), Enzo Catania (Veneto, Piemonte e Campania). Tra gli esterni, ci sono Giorgio Guerrini (Confartigianato), Paola Binetti, il vicepresidente di Confindustria di Palermo Rosario Basile. Arriva anche, in Sicilia, Giovanni Pistorio, che ha mollato Raffaele Lombardo, approdando all'Udc.

È andata male invece ai due liberaldemocratici Tanoni e Melchiorre: l'Udc voleva candidarli in Campania ma i dirigenti locali non li hanno voluti e sono stati esclusi. Ieri si è poi deciso un cambio in corsa: Massimo Ferrarese, ex presidente della provincia di Brindisi, è stato dirottato dalla Camera al Senato: posto altissimo in lista, il numero due. Cesa sarà candidato in varie regioni ma soprattutto in Puglia, dove si spera in una percentuale a due cifre.

Fatte le liste, Casini spiega le strategie: «Non possiamo accettare di fare alleanze oggi: vogliamo vincere». I rapporti con il Pd sono ancora tutti da chiarire: «Tra il mio amico Enrico Letta e Nichi Vendola c'è un abisso». Il leader di Sel «è un signore rispettabilissimo che però di Monti dice e pensa tutto il male possibile». Per il premier, Casini ribadisce: «Va a Palazzo Chigi chi avrà la maggioranza al Senato e alla Camera. E se non succede, il presidente della Repubblica deciderà a chi affidare l'incarico.

La preoccupazione di Berlusconi è di trattare lui con Bersani. Vedremo se anche Bersani accetterà di trattare con Berlusconi». Casini parla degli alleati: «Luca Cordero di Montezemolo ha fatto una scelta che rispetto, ma ci darà un contributo in campagna elettorale. Perché no, anche facendo dei comizi: io lo inviterò». Quanto al Parlamento, «faremo dei gruppi unici sia alla Camera sia al Senato. Passera? Mai litigato».

Per Fli, invece, sarà una sfida dura, visto che la soglia del 2 per cento è a rischio (anche se potrebbe essere ripescato come «miglior perdente»). Le liste sono quasi pronte e vedranno Fini capolista in tutta Italia. Numeri due saranno, tra gli altri, Granata, Briguglio, Bocchino, Perina, Barbaro, Moroni, Palmeri, Scanderebech, Raisi, Menia, Artizzu e Toto. New entry, Angelo Pollina, Luisa Spagnoli, figlia dell'imprenditrice dell'abbigliamento, e Pierangelo Vignati, medaglia d'oro alla Paralimpiade di ciclismo del 2000.

 

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