MAREA MONTANTE – I PENTITI ACCUSANO IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA SICILIA, ANTONELLO MONTANTE – “FECE LAVORARE LE IMPRESE DEI BOSS DI SERRADIFALCO”, “NIENTE ESTORSIONI AL FRATELLO PERCHÈ PROTETTO”, “MEDIAVA CON LE COSCHE PER UN SUPERMERCATO”

ANTONELLO MONTANTE 3ANTONELLO MONTANTE 3

Attilio Bolzoni e Francesco Viviano per “la Repubblica

 

Dal fondo dell’inchiesta sul «simbolo» dell’antimafia siciliana e della legalità di Confindustria salgono le prime voci e le prime accuse. «È vicino a Cosa Nostra, alla famiglia mafiosa di Serradifalco». Voci e accuse di pentiti che raccontano la loro verità su Antonello Montante, presidente di Sicindustria e componente dell’Agenzia dei beni confiscati ai boss. Questi sono soltanto alcuni frammenti di dichiarazioni di tre pentiti, raccolte in tempi non recentissimi dai magistrati della procura di Caltanissetta dove l’imprenditore, che è diventato una sorta di «reuccio» dell’Antimafia ufficiale, è sotto indagine per concorso esterno in associazione mafiosa.

Antonello MontanteAntonello Montante

 

I collaboratori di giustizia che lo coinvolgono sono cinque ma le rivelazioni che pubblichiamo sono quelle - parziali – di tre di loro, tutti mafiosi della provincia di Caltanissetta. Uno è Pietro Riggio, un altro è Aldo Riggi, il terzo Carmelo Barbieri, un insegnante di educazione fisica nipote del boss della Cupola Giuseppe Madonia. Qualcuno di loro ha conosciuto personalmente Montante, qualcun altro riferisce confidenze ricevute dai loro capi.

 

Parlano dei suoi rapporti con Paolo Arnone, il vecchio patriarca di Serradifalco – il paese dell’esponente di Confindustria – di una sua «mediazione» per far lavorare una ditta di mafia, del «rispetto» che alcuni picciotti dovevano portare al Montante proprio per il suo legame stretto con gli Arnone. Nei giorni scorsi l’imprenditore aveva parlato di «subdole manovre» e di «campagna mediatica» per delegittimarlo annunciando che non si dimetterà da nessun incarico, neanche da quello dell’Agenzia dei beni confiscati. Se lo lasceranno lì, l’indagato per mafia Antonello Montante si troverà seduto accanto al procuratore nazionale antimafia Franco Roberti che, per legge, occupa di diritto un incarico all’Agenzia.

EMMA MARCEGAGLIA ANTONELLO MONTANTE EMMA MARCEGAGLIA ANTONELLO MONTANTE

 

Ma ecco cosa dicono i tre pentiti. Aldo Riggi: «Conosco Antonello Montante dal 1990, periodo in cui stava realizzando un palazzo in via Valenti a Caltanissetta e per questi lavori la mia impresa realizzò lavori… li avevo già quasi terminati e venni avvicinato da Montante che mi chiese di sospendere le forniture ed i trasporti perché doveva subentrare la ditta di Paolino Arnone e del figlio Vincenzo (tutti e due testimoni di nozze di Montante, ndr)». Poi entra nei dettagli: « In particolare il Montante mi rappresentò il rapporto di amicizia che aveva con Paolo Arnone, così come mi fece capire di essere consapevole dell’appartenenza di questi a Cosa Nostra, motivi per i quali non avrebbe potuto non affidargli i lavori». 

 

ANDREA CAMILLERI ANTONELLO MONTANTE ANDREA CAMILLERI ANTONELLO MONTANTE

Dichiarazione a verbale di Pietro Riggio. Dopo avere premesso di non avere conosciuto personalmente Antonello Montante, ricorda che un giorno – è il 2000 voleva fare un’estorsione ai danni di un suo fratello che aveva un negozio di giocattoli. Fu fermato da Salvatore Dario Di Francesco, un boss (che poi si pentirà anche lui e accuserà anche lui Montante) «che si mostrò molto rammaricato delle mie intenzioni, poiché mi disse che i Montante erano vicini alla famiglia di Serradifalco, nel senso che si prestavano ad assumere persone indicate da quella famiglia e non erano pertanto persone da vessare, quanto piuttosto da ‘riguardare’…».

 

ANDREA CAMILLERI ANTONELLO MONTANTE LUCA PALAMARA ANDREA CAMILLERI ANTONELLO MONTANTE LUCA PALAMARA

Così Riggio non chiese più la tangente. E precisa: «Le assunzioni di cui mi ha parlato Di Francesco si riferivano ad una fabbrica di Serradifalco, gestita da Antonello Montante, fabbrica dove, per quel che mi fece intendere Di Francesco, lavoravano già persone indicate dalla famiglia mafiosa ». Poi riferisce di un’altra «mediazione », quando un amico di Montante, Massimo Romano, titolare di una catena di supermercati, per aprirne uno a Serradifalco «ha chiesto il permesso ad Arnone attraverso l’intervento dello stesso Montante». Un’ultima annotazione di Riggio: «Quando ho saputo che Montante era diventato un simbolo dell’ antimafia, mi sono stupito assai, sapendo della sua vicinanza a noi».

ANTONELLO MONTANTE.ANTONELLO MONTANTE.

 

Il terzo pentito, Carmelo Barbieri: «Uno dei capi della mia famiglia, Carmelo Allegro, mi disse che i Montante erano ‘soggetti amici’..».

 

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...