renzi marchese grillo

SCASSA DEPOSITI E PRESTITI/2 – BELPIETRO: LA CASSA INVESTE I RISPARMI POSTALI DEI PENSIONATI, NON È ROBA DEL GOVERNO – “RENZI HA L’OBBLIGO DI SPIEGARE LE MOTIVAZIONI CHE IMPONGONO IL CAMBIO DEI VERTICI E LE NUOVE REGOLE D’INGAGGIO”

Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano

 

Ci sono questioni tecniche che con fatica raggiungono il grande pubblico. Gli immigrati, le tasse, il lavoro sono temi che suscitano l’interesse di chiunque, ma le nomine nelle società partecipate dello Stato appaiono questioni lontane, che poco hanno a che spartire con la vita di tutti i giorni e dunque gli italiani in genere se ne disinteressano.

MAURIZIO 
BELPIETRO
MAURIZIO BELPIETRO

 

E invece no, lo spoil system (cioè la sostituzione di dirigenti della pubblica amministrazione nominati dalla precedente gestione) è una questione che riguarda tutti, perché mettendo un tizio al posto di un altro non solo si cambia, ma si esercita un controllo diretto su quell’azienda o su quella struttura dello Stato. La premessa era d’obbligo per illustrare come mai, nel caos di immigrati e scuola, abbiamo scelto di scrivere di Cassa depositi e prestiti.

 

Innanzi tutto un chiarimento per illustrare che cosa sia e cosa faccia la Cdp. Sul modello di altri istituti del genere che operano all’estero, la Cassa è un istituto controllato dallo Stato attraverso il ministero dell’Economia. Un tempo ne era direttamente alle dipendenze, tanto da apparire come una succursale del Tesoro, oggi è una Spa, il cui capitale è detenuto in parte (meno del 20%) dalle Fondazioni. Vi domandate che cosa fa la Cdp? Risposta semplice: raccoglie i risparmi privati che vengono depositati agli sportelli postali e li convoglia verso opere di pubblica utilità, tipo asili, strade, strutture pubbliche etc. etc.

 

RENZIRENZI

Ovviamente, essendo soldi che prende a prestito in massima parte da pensionati e privati cittadini, la Cdp deve investire con oculatezza, certa di non dilapidare i soldi che i vecchietti hanno messo da parte per il loro meritato riposo.

 

E infatti il denaro è canalizzato in opere garantite dallo Stato o dai Comuni o dalle amministrazioni pubbliche, le quali si impegnano a rimborsare il prestito. Fin qui tutto bene. Il problema comincia quando qualcuno mette gli occhi sul tesoro della Cassa, che poi - come detto - è il tesoro dei pensionati, ossia decine e decine di miliardi presi a prestito e che dovrebbero garantire il futuro di tanti nonni.

 

Succede in pratica che qualcuno inizi a immaginare quante cose potrebbe fare se potesse infilare la mano nella cassa della Cdp. Da quando esistono i vincoli di bilancio non c’è un inquilino di Palazzo Chigi che non ci abbia fatto un pensierino. Ma alla fine l’unico a passare dalle parole ai fatti è stato Matteo Renzi, il quale senza troppi giri di parole ha dato lo sfratto all’attuale dirigenza per piazzarci uomini suoi.

 

Una mossa che non è determinata dalla scadenza del mandato del vecchio consiglio di amministrazione, ma solo dalla volontà di controllare la Cdp, ossia il tesoro che la Cassa amministra. Tesoro che, sarà bene ripeterlo, non è dello Stato ma dei pensionati, i quali lo hanno messo in Posta certi che lì nessuno lo utilizzasse per speculazioni rischiose.

 

RENZI E PUTIN A EXPO 2015  RENZI E PUTIN A EXPO 2015

Naturalmente è legittimo che chi è proprietario dell’80 per cento di una società abbia il diritto di decidere chi debba essere l’amministratore di quella società. Ma se si decide di rimuovere in anticipo i vertici di quella Cassa forse bisognerebbe spiegarne le ragioni e soprattutto illustrare dove si voglia andare con la nuova dirigenza.

 

Invece, Renzi, dichiarando di voler far decadere il cda della Cdp, non ha spiegato alcunché, parlando genericamente di ricambio. Tutto ciò potrà forse andare bene per un ufficio di Palazzo Chigi, ma non può andare bene per una società che in base allo statuto è privata e non emanazione diretta di Palazzo Chigi, prova ne sia che i suoi debiti finanziari non sono calcolati nel perimetro del debito pubblico.

 

BASSANINI BASSANINI

Dunque, prima di sollecitare le dimissioni del presidente e dell’amministratore delegato per sostituirli con uomini suoi, il presidente del Consiglio ha l’obbligo di spiegare quali siano le motivazioni che impongono l’avvicendamento e quali siano le regole d’ingaggio affidate ai nuovi manager.

 

Altrimenti, il sospetto che il premier voglia usare la Cdp per fare ciò che non gli riesce in altro modo diventa una certezza. La Cassa già da tempo sta facendo incetta di partecipazioni in aziende che non hanno nulla a che fare con le opere di pubblica utilità, ma sono, come nel caso Ilva, aziende in crisi. Il rischio che stia nascendo una nuova Iri, con tutti i difetti di quel carrozzone statale, è dunque forte. E il presidente del Consiglio non può stare zitto, perché quelli della Cdp non sono soldi suoi, ma soldi privati che lo Stato dovrebbe impiegare per opere pubbliche e non per la campagna elettorale del premier. Attendiamo risposta. maurizio.belpietro@liberoquotidiano.it @BelpietroTweet

franco bassanini pier carlo padoanfranco bassanini pier carlo padoan

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…