berlusconi salvini

BERLUSCONI REVOLUTION – IL CAV ROMPE CON TOTI (“CHI ANDRA’ IL 6 LUGLIO DA LUI E’ UN COGLIONE”) E, SECONDO "REPUBBLICA", E' PRONTO A LIQUIDARE FORZA ITALIA: VIA LIBERA ALLA FUSIONE CON LA LEGA – L’IPOTESI DI UN PARTITO UNICO O DI UNA FEDERAZIONE (C'È IL NOME, "CENTRODESTRA ITALIANO") - MA C'È ANCHE IL NO DI SALVINI: "LUI ORMAI È IL PASSATO" - IL CAV ASFALTA TOTI: “LASCIAMOLO PERDERE. CHIEDE LA DEMOCRAZIA, LUI, NOMINATISSIMO...”

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

salvini berlusconi

 È quando Silvio Berlusconi pronuncia quelle due parole, «partito unico», che scende il gelo sul "parlamentino" di Forza Italia. Deputati e senatori riuniti al piano terra di Palazzo Grazioli si guardano, si scrivono su whatsapp, capiscono che è giunto il momento che temevano, quello della resa finale a Matteo Salvini. Fusione o federazione poco importa. L' anziano leader continua a parlare, i parlamentari vedono invece scorrere sul fondo della sala i titoli di coda su 25 anni di storia. E, soprattutto, sulle loro carriere politiche.

berlusconi salvini

 

«Ho visto di nuovo Salvini in questi giorni», è l' esordio del Cavaliere, che convoca nel pomeriggio l' ufficio di presidenza di un partito ridotto ormai all' 8,78 per cento delle Europee. «L' ho trovato riflessivo, razionale, disponibile. Abbiamo fatto un calcolo: se correremo insieme, al Sud conquisteremo quasi cento collegi uninominali». Tra Camera e Senato, è inteso. «Possiamo dar vita a un partito unico o a una federazione. Lui è interessato alla federazione, il discorso è molto avviato, so che Matteo ne ha parlato con i suoi e l' approccio è positivo». Il fondatore di Forza Italia si spinge oltre. «Se dovesse andare in porto l' operazione, avrei pensato anche a due possibili nomi: Centrodestra unito, in caso di partito unico, oppure Centrodestra italiano, per la federazione».

 

SALVINI BERLUSCONI

Che poi altro non sarebbe che la riedizione del vecchio Pdl. Ma il discorso non emoziona affatto l' uditorio. I più perplessi sono gli ex capigruppo forzisti, Paolo Romani e Renato Brunetta. Saranno gli unici ad avere il coraggio di dire quel che tutti gli altri nel "parlamentino" stanno pensando.

 

«Perdoni presidente, ma così ci faremmo annettere dai sovranisti, non è in linea con la nostra storia - è la sintesi dei loro interventi Semmai, bisognerebbe avviare una trattativa con Salvini..». Il neo deputato europeo Berlusconi appare irremovibile. «Ho fatto fare tre sondaggi e il nome Centrodestra italiano farebbe aumentare del 25 per cento i voti». Poi intuisce di averla sparata troppo grossa: «Se anche fossero la metà, comunque vinceremmo a mani basse le prossime elezioni».

renato brunetta paolo romani

 

Considera il patto quasi un affare chiuso. E per la vecchia guardia forzista che lo sta ascoltando è un cerchio che si chiude. Del resto, è lo stesso patron che ha già venduto il Milan ai cinesi e ha liquidato Panorama , che ha fatto trasferire la settimana scorsa la sede legale di Mediaset in Olanda. I più pessimisti tra i forzisti ricordano anche la chiusura dal primo giugno della sede romana del Giornale e le voci perfino di una vendita del quotidiano di famiglia.

 

giovanni toti in tuta con berlusconi

La sensazione diffusa insomma è che il leader, accomodatosi ora sullo scranno di Bruxelles, stia per spegnere la luce e consegnare anche le chiavi del partito. «Non mi stupirebbe se avesse blindato le tv e concordato con Salvini 20-30 posti sicuri per i fedelissimi alle prossime Politiche e addio», ragiona un ex ministro berlusconiano ormai disilluso. E chissà che sull' accelerazione non abbiano pesato gli ultimi sondaggi che hanno precipitato Fi addirittura al 6 dopo le Europee.

 

Berlusconi ci prova a rassicurare i suoi. All' Ufficio di presidenza parla di un coordinamento nazionale il 25 giugno, di una squadra di dirigenti che preparerà il congresso di fine settembre. I parlamentari non appaiono rincuorati. Tanto più che nelle stesse ore il governatore "ribelle" Giovanni Toti - che ha chiamato a raccolta tutti gli insoddisfatti per il 6 luglio a Roma - annuncia che si candida alla segretaria di Fi ma invita Berlusconi a farsi da parte, a prendere atto che «è finita un' epoca».

BERLUSCONI E GIOVANNI TOTI ALLA BEAUTY FARM

 

Vuole le primarie ma senza il fondatore, insomma. Toti? «Lasciamolo perdere. L' ho nominato io e chiede la democrazia, lui, nominatissimo.. », commenterà il Cavaliere davanti alle telecamere. A porte chiuse, raccontano vari dirigenti, l' ex premier è stato ben più sferzante: «Il 6 luglio vedrete che da Toti andranno in pochissimi e chi andrà sarà un coglione». Testuale.

TOTI MELONI SALVINI

In serata, la notizia del presunto "patto" raggiunge Matteo Salvini.

 

Quell' incontro con «Silvio» c' è stato, ad Arcore, ma è stata una visita privata, racconta ai suoi. Nei suoi confronti «resta la stima, il rispetto personale». Ma con lui «non si è mai parlato» di quell' accordo. E soprattutto, per il vicepremier leghista, Berlusconi e la sua storia «fanno parte del passato».

TOTI SALVINITOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO TOTI RIXI SALVINITOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO TOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO silvio berlusconi borsalino giovanni toti 3SALVINI BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

meloni salvini chat fratelli d'italia

CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL GARANTE DELLA PRIVACY DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO "FRATELLI DI CHAT. STORIA SEGRETA DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI” – MA VE LI IMMAGINATE MELONI, LA RUSSA, CROSETTO, URSO CONSEGNARE VOLONTARIAMENTE IL LORO CELLULARE ALLE "TOGHE ROSSE" PER SCOVARE "L’INFAME"? - LA TALPA, INVECE, PASSANDO PER VITTIMA E DENUNCIANTE, ALLONTANA DA SE’ LA POSSIBILITÀ DI VERIFICA, COSTRINGENDO LA MAGISTRATURA A GUARDARE AL DI FUORI DEI PARLAMENTARI: QUINDI GLI STAFF, LE SEGRETERIE, I PORTAVOCE, GLI ANELLI PIÙ DEBOLI…

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?