luigi di maio giuseppe conte

CE LA GIOCHIAMO A POMIGLIANO – LA PAZZA IDEA DI CONTE: CANDIDARSI CONTRO DI MAIO NELLA SUA ROCCAFORTE! PEPPINIELLO STA PENSANDO DI CANDIDARSI AL COLLEGIO UNINOMINALE DELLA CITTÀ NATALE DI LUIGINO. CHE JE FREGA, TANTO AVRÀ IL PARACADUTE DELLA PLURICANDIDATURA IN QUALCHE LISTINO PROPORZIONALE – PIÙ DIFFICILE LA PARTITA PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CHE SARÀ SALVATO SOLO GRAZIE AL DIRITTO DI TRIBUNA OFFERTO DA LETTA. MA I SUOI SONO INCAZZATI PER LA CORSIA PREFERENZIALE…

1 - CONTE VUOLE SFIDARE DI MAIO A CASA SUA I SONDAGGI: QUI L'ULTIMA ROCCAFORTE (20%)

Estratto dell’articolo di Valentino Di Giacomo per “il Mattino”

 

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

La data cerchiata in rosso è quella dopo Ferragosto: martedì 16 il Movimento 5 Stelle potrebbe da un lato annunciare le candidature degli esponenti campani scelti tra la società civile contattati negli ultimi giorni e, dall’altro, partire con le consultazioni online – le fantomatiche parlamentarie – per stabilire i nomi di chi ha presentato la propria autocandidatura e si sfiderà a colpi di clic sulla piattaforma digitale di Cinque Stelle.

 

Una consultazione online che, stavolta, anima più che nel passato la base dei grillini: l’incubo è che i dimaiani superstiti ancora iscritti – che sono probabilmente la maggioranza sulla piattaforma M5s – possano inficiare i risultati delle primarie online facendo convogliare le proprie preferenze su qualche fedelissimo del ministro degli Esteri. […]

 

luigi di maio bruno tabacci

Ma a rendere avvincente il confronto-scontro tra Conte e Di Maio potrebbe essere la discesa in campo dell’ex premier nel collegio uninominale che insiste sul territorio di Pomigliano, lì dove potrebbe essere schierato dalla coalizione di centrosinistra il ministro degli Esteri.

 

Un collegio che recenti sondaggi vedono conteso proprio tra i 5 Stelle (che resiste con oltre il 30 per cento delle preferenze) e il centrosinistra staccato solo di un paio di punti. Ma è chiaro che a fare la differenza potrebbero essere proprio le due personalità che si confrontano: l’ex grillino e capo politico del Movimento 5 Stelle contro quello attuale.

 

GIUSEPPE CONTE

Mal che vada Conte ha già annunciato che presenterà la propria candidatura in più collegi e potrebbe quindi avere una sorta di paracadute in qualche listino proporzionale, più complessa la questione per il ministro degli Esteri che avrà difficoltà a farsi eleggere nei listini con il suo partito – Impegno Civico – appena creato insieme a Bruno Tabacci. […]

 

2 - ACQUE AGITATE PER DI MAIO RISCHIA LA GUERRA DELLE LISTE

Pasquale Napolitano per “il Giornale”

 

di maio conte

«Ognuno a casa sua». E' questo il mantra che da giorni gira nelle chat dei parlamentari di Impegno Civico, il partito nato con la scissione del ministro degli Esteri Luigi di Maio (nel tondo) dal Movimento 5 stelle e che si appresta a correre alle prossime elezioni politiche in un'alleanza con il Partito democratico. Il mantra viene ripetuto anche nelle riunioni tra i parlamentari e il capo politico.

 

Cosa significa? Vuole dire che i parlamentari uscenti, circa una sessantina, non vogliono concedere «corsie preferenziali» ai vertici di Impegno Civico, che nel frattempo si è federato con Centro Democratico di Bruno Tabacci. Il messaggio pare abbia tre destinatari: Luigi Di Maio, Vincenzo Spadafora e Laura Castelli.

 

luigi di maio vincenzo spadafora

Gli onorevoli (ex grillini) uscenti temono che il ministro degli Esteri possa beneficiare, insieme ai due fedelissimi Spadafora e Castelli, del paracadute lanciato da Enrico Letta. «Si combatte e si muore (eventualmente) insieme», confida un deputato di Impegno Civico al Giornale. Qual è il timore? Spadafora, Castelli e Di Maio potrebbero essere candidati in collegi uninominali blindati. E soprattutto fuori dalla propria regione di appartenenza.

 

Emilia, Toscana, Trentino? «Non importa dove. Non deve passare il principio della corsia preferenziale», ribadisce la fonte Ipc. La richiesta consegnata al leader di Maio è abbastanza chiara: ognuno si ricandidi nel proprio collegio. D'altronde era una regola principe del Movimento.

 

vincenzo spadafora primo di nicola luigi di maio iolanda di stasio

Anzi, tutti gli eletti dovevano sottoporsi, a metà legislatura, alla ghigliottina del giudizio dei propri elettori. Di Maio? I parlamentari di Impegno Civico pretendono che sia candidato nel collegio di Pomigliano d'Arco. A casa sua. Nella terra dove è stato eletto quattro anni fa. «Nessuna fuga al Nord», avvertono.

 

Spadafora? «Si ricandidi nel collegio di Casoria dove è stato eletto nel 2018». E così per Laura Castelli e Sergio Battelli. Insomma, ognuno a casa sua. Tutti a combattere sul fronte. Nel frattempo ieri Tabacci e Di Maio hanno depositato il simbolo negli uffici del Viminale. La protesta è accompagnata da una minaccia: «Se Di Maio non si candida a Pomigliano rifiuteremo le candidature nel listino al proporzionale», fanno sapere gli ex Cinque stelle, oggi confluiti nel gruppo Impegno Civico. Il rischio è che la lista salti.

 

laura castelli foto di bacco

Per mancanza di candidati. Esito che potrebbe rivelarsi addirittura in un assist al ministro degli Esteri. Che a quel punto avrebbe gioco facile per chiedere a Letta il diritto di tribuna. I compagni di viaggio del ministro degli Esteri non ci stanno a essere gli «agnellini sacrificali» per salvare la poltrona a Spadafora, Castelli e Azzolina. Il 3%, la tagliola fissata dalla legge elettorale per entrare in Parlamento, è un obiettivo lontanissimo per Impegno Civico.

 

luigi di maio giuseppe conte meme by carli

Di Maio prova a motivare la truppa: «Impegno civico andrà oltre il 3% e ci sarà spazio per tutti quelli che vorranno correre nelle liste. Ci poniamo come coloro che intercettano il voto moderato, con un partito fatto Di proposte, pragmatismo e concretezza» arringa nell'intervista al Corriere della Sera. Ma sul collegio non si sbilancia: «Dove mi candiderò? Oggi e domani ci rechiamo al Viminale per presentare i contrassegni. Poi nelle prossime ore avrete tutte le informazioni». Per lui hanno già scelto i suoi parlamentari: Pomigliano d'Arco. D'altronde non si scappa: «Ognuno a casa sua».

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…