A WASHINGTON RICORDANO BENE CHI FU CRAXI – FILIPPO CECCARELLI: "IERI STEFANIA CRAXI SI È DESIGNATA "ATLANTISTA" E HA AGGIUNTO: COME MIO PADRE BETTINO. MA LA CHIARA SCELTA DI CAMPO DI BETTINO CRAXI A FAVORE DEL MONDO ARABO (GHEDDAFI AVVISATO DEL BLITZ AEREO USA) E LA FERMEZZA NELLA VICENDA DELL'ACHILLE LAURO E DI SIGONELLA, NON SEMBRARONO, AGLI OCCHI DI WASHINGTON, LA PIÙ SPECCHIATA PROVA DI FEDELTÀ O ACQUIESCENZA ATLANTICA" - LA BARZELLETTA ANTICRAXIANA DI GRILLO DEL 1986 E LA VENDETTA DELLA PRIMA REPUBBLICA NELLA DISFATTA GRILLINA
Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”
Quando si dice un caratterino. Stefania Craxi, eletta presidente della commissione Esteri del Senato come esito dell'ultimo suicidio cinque stelle, è solo un pochino meno tosta di suo padre, a cui da oltre vent' anni ha dedicato ogni sua opera e ogni moto dell'animo, compreso il risentimento, che sul piano umano si può capire, ma in politica è alla lunga un ingombro paralizzante.
Sia come sia, i senatori grillini di qualsiasi osservanza impareranno presto a conoscerla; ma fin da ora è bene siano consapevoli che Craxi certamente non avrà dimenticato l'aspro commento piovutole addosso da qualche blog delle stelle o Rousseau in occasione del ventennale della morte di Bettino (come lei continua a chiamarlo per rimarcare la propria "distanza emotiva"): «Beatificano un latitante condannato per corruzione».
Ecco, come ovvio si tratta di faccende delicate, tanto più in uno scenario che, ormai quasi del tutto alieno da ideali e progetti, pone l'elemento personale al centro della contesa, e qui si ritorna al caratterino di Stefy, come d'altra parte al disastro umano entro il quale si va consumando fra sospetti e rancori l'evidente dissoluzione dei cinque stelle.
Così chi vuol bene a Stefania Craxi potrà dire, col sussidio dei proverbi, che buon sangue non mente, nel senso che ha ereditato moltissimi tratti paterni: coraggio, testa dura, gusto per la battaglia, oltre a una certa imprevedibilità.
stefania craxi davanti a santa caterina foto di bacco (3)
Mentre chi non le vuol bene, o ne teme la forza d'urto, trova facile notare con quanta rapidità quelle stesse attitudini si trasformino in superbia, umoralità e tracotanza - ciò che non ha aiutato l'ultima fase del ciclo politico del craxismo.
In entrambi i casi la politica-politica appare comunque un'entità abbastanza remota dall'incidente parlamentare che ha generato l'elezione. Fin troppo complicato, oltre tutto, anche dopo tanti anni qualificare in termini storici e culturali a quale mondo abbia fatto riferimento la stessa figura di Bettino Craxi. Fu un socialista? Si, ma non solo. Un riformista? Chissà, forse, dipende. O magari un proto- sovranista? E qui per certi versi la risposta potrebbe essere affermativa, ma a patto di includere nella categoria anche un certo numero di democristiani, a partire da Enrico Mattei.
Ieri Stefania stessa si è designata "atlantista" e ha voluto aggiungere: come mio padre. Ma se la definizione, per quanto iper-semplificata, funziona certamente per la fine degli anni 70 e nei confronti del mondo sovietico (vedi l'intervento decisivo del leader del garofano nella dislocazione degli euromissili), è anche vero che alla metà degli anni 80 la chiara scelta di campo di Craxi a favore dei palestinesi e del mondo arabo (Gheddafi avvisato del blitz aereo Usa) e la più conclamata fermezza dimostrata nella vicenda dell'Achille Lauro e di Sigonella, non sembrarono, almeno agli occhi di Washington, la più specchiata prova di fedeltà o acquiescenza atlantica.
Fu in ogni caso un padre difficile, fin troppo preso dalla sua missione politica e quindi portato a muoversi in famiglia come - l'ha definito lei - «un elefante in una collezione di cristalli». Stefania gli è stata vicina fino all'ultimo, poi le si deve in gran parte il riscatto della figura storica e della memoria ottenuti a suon di anniversari, convegni, cerimonie, libri, mostre d'arte, film, spettacoli teatrali, senza contare la Fondazione Craxi.
Forse era anche destino che la Prima Repubblica s' incrociasse con la Terza e in particolare con i cinque stelle; e anche se queste combinazioni e sovrapposizioni lasciano il tempo che trovano, viene da pensare a quando - era il novembre 1986 - in prima serata Grillo osò raccontare una barzelletta anticraxiana che gli costò l'allontanamento perpetuo dalla Rai. A riprova che tutto un po' torna, in Italia, ma al tempo stesso scivola nell'oblio.
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