SE QUESTI SONO GLI ANTIRENZIANI, MATTEUCCIO DORME TRANQUILLO - LA 'COALIZIONE SOCIALE' DI LANDINI È L'ENNESIMO PARTITO-NON-PARTITO CHE RIUNISCE AVANZI DI GIROTONDI, NOGLOBAL E SINISTRATI - FELTRI: "LANDINI COMBATTE MILLE BATTAGLIE, LE HA PERSE TUTTE"
1. DA AGNOLETTO A PARLATO POI SCALZONE - IL RITORNO AL PASSATO DI LANDINI
Andrea Garibaldi per il “Corriere della Sera”
maurizio landini coalizione sociale
È una cosa nuova la Coalizione sociale di Maurizio Landini, né di sinistra, né di centro né di destra — dice lui — e non sarà un partito, ma una formazione che dovrebbe «fare paura» all’altra parte, vale a dire al governo Renzi. Ma è, tuttavia, una cosa attraente per personaggi che hanno avuto un ruolo nella sinistra italiana. Ecco, dunque, nei due giorni di «costituente» ideata dal segretario dei metalmeccanici Cgil, apparire il professore urbanista Pancho Pardi, che una notte dell’inverno 2002 Nanni Moretti promosse futuro leader dell’Ulivo e finì senatore con Di Pietro.
Ecco Valentino Parlato, ottantaquattro anni, più volte direttore del Manifesto . E Alfonso Gianni, già sottosegretario per Rifondazione nel secondo governo Prodi. E Andrea Alzetta, detto Tarzan, per come si arrampicava ad occupare case. Va sul palco Gigi Malabarba, ammiratore di Trotzkij e del subcomandante Marcos. C’è la costituzionalista Lorenza Carlassarre, che parla della Costituzione «buttata a mare» da Renzi e dai suoi. Si siede in prima fila Corradino Mineo, senatore pd, sostituto in commissione per la sua opposizione alla riforma del Senato.
landini rodota coalizione sociale
Si sono visti, nelle sale del centro congressi Frentani, Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social forum durante il G8 del 2001, e Franco Piperno e Oreste Scalzone, leader di Potere operaio e imputati nell’inchiesta 7 aprile. Poi, ci sono i nuovi come Francesco Raparelli, animatore delle Camere del lavoro autonomo e precario, Michele Curto, protagonista dell’occupazione della caserma dismessa di via Asti a Torino e promotore dei Treni della memoria ad Auschwitz, Massimo Covello, sindacalista nella Calabria assediata dalla ‘ndrangheta. E anche — tollerato — Marco Cusano, operaio Fiat dei Cobas, licenziato a Pomigliano d’Arco, avendo inscenato il finto suicidio di Marchionne.
stefano rodota coalizione sociale
Milleottocento presenze, un quarto sotto i 35 anni, metà lavoratori a tempo indeterminato, trecento associazioni. Da portare dove? L’impianto teorico lo fornisce Stefano Rodotà. Primo: ridare rappresentanza al 50 per cento dei non votanti. Secondo: ricostruire l’etica civile, mentre «il garantismo di Renzi è peloso, ipocrita, dice che non può intervenire sugli indagati finché la sentenza non è definitiva e dovrebbe invece affidarsi alla Costituzione («chi ha funzioni pubbliche deve adempierle con disciplina e onore»). Terzo: interrompere lo sfruttamento nel mondo del lavoro. Quarto: difendere la democrazia da Renzi, che la vorrebbe «senza popolo».
La pratica la spiega Landini: «Non vogliamo essere fuorilegge, ma vogliamo cambiare le leggi che cancellano i diritti delle persone». Pensa all’abolizione dell’articolo 18, agli sgravi fiscali per chi finanzia le scuole paritarie, all’attacco in corso alla contrattazione collettiva. «Renzi è come Monti e Letta, esecutore dei diktat della Bce. Ci siamo rotti di pagare le tasse e non contare nulla». Quindi, moltiplicare le iniziative in spazi pubblici non usati e poi ritrovarsi fra tre mesi «perché anche in autunno possano sbocciare i fiori, un primo maggio in autunno». Manifestazioni, referendum, si vedrà .
2. LANDINI, GENIO IN SPROLOQUI VOTATO AL FIASCO
Vittorio Feltri per “il Giornale”
corradino mineo coalizione sociale
A volte leggo notizie sui giornali e mi prudono i polpastrelli. Non posso trattenermi dal commentarle con lo stesso spirito con cui ne parlerei in trattoria. Una di queste è di ieri. Riporto il titolo del Fatto Quotidiano: «Landini non sta fermo: ora la coalizione cerca sede». Sommario: «Pienone per il leader Fiom che fa politica ma che non farà un partito». Allora. Non è una novità che Maurizio Landini, segretario della Fiom e fondatore di Coalizione sociale, non stia mai fermo. È un tipo agitatissimo, ha una voce stentorea, saltabecca da uno studio televisivo all'altro dove è un mattatore. Parla solo lui, evitando con cura di ascoltare le ragioni altrui, ammesso che ve ne siano.
Ciascuno ha la propria personalità. Quella di Landini si misura in decibel. Dicono - e non stento a crederlo - che quando egli entra in un bar, non avendo neppure il dono della sintesi, non chieda un espresso. Probabilmente urla: «Mi serva un infuso di chicchi di caffè tostati e macinati, perdio». Il barista intimidito va in confusione, non capisce, ma intuisce e gli porge la tazza fumante sperando di calmare il cliente.
Mi auguro che in casa il prode Maurizio, provetto difensore delle cause perse già mezzo secolo fa, si comporti più quietamente. Ne dubito. Fra una partecipazione ai talk show e l'altra, il tribuno del popolo, come aveva promesso tempo addietro, ha fondato quella cosa lì che si chiama appunto Coalizione sociale, precisando che non si tratta di un partito.
Vittorio Agnoletto e Luigi De Magistris
Ne prendiamo atto con soddisfazione, visto che la lista dei movimenti politici è lunga quanto la guida Monaci. Ma se non è un partito, che sarà? Questo, Landini non lo ha svelato. È un ragazzo riservato. Possiamo solo immaginarlo: un club, una bocciofila, un circolo dopolavoristico oppure un gruppo dedito all'avanspettacolo? Prima o poi lo scopriremo. Bisogna aggiungere che il super sindacalista è un talento naturale nel ramo sproloqui: se afferra il microfono non lo molla più. Per staccarglielo dalla mano occorre l'intervento di un tecnico della fiamma ossidrica.
Landini è un fenomeno: si è battuto come un leone affamato in mille battaglie e le ha perse tutte, pare l'Atalanta nelle annate in cui retrocede, rare per fortuna. Quando indice uno sciopero ottiene l'adesione di tre o quattro operai. È un recordman ineguagliato e ineguagliabile. Nonostante ciò non abbandona la prima linea. Spara molte cartucce, tutte a salve. Solleva un caos pazzesco ovunque metta piede, poi non succede niente.
VALENTINO PARLATO PAOLO GARIMBERTI PANCHO PARDI
Chi ha paura di lui sbaglia. È una pecora vestita da lupo. Puoi anche accarezzarlo se proprio ci tieni, non rischi la mano. I suoi ululati sono minacciosi, talmente minacciosi da sembrare belati. Comunque l'uomo suscita curiosità anche in gente importante (si fa per dire), perfino in Stefano Rodotà, il quale, stando al gossip politico, ne studierebbe le mosse con interesse per motivi ignoti (escludo la fascinazione intellettuale). Non insinuo che Maurizio abbia idee bislacche, semplicemente ne ha una sola e non particolarmente originale, ma fissa: fare casino, specialità nella quale egli eccelle.
Un personaggio simile non può che essere simpatico, come Rodomonte dell'Orlando Furioso. Leggendo l'articolo del Fatto, si colgono dettagli sapidi a riguardo della nuova creatura landiniana: nelle prime riunioni di Coalizione sociale si sono registrati molti fermenti. Tra gli invitati e, forse, i seguaci, c'è una varietà umana sorprendente. Non manca un divo: Antonio Ingroia, ex magistrato prestato alla politica attiva, che di fallimenti si intende. Un'autorità?
Vittorio Agnoletto, già portavoce del Social Forum, competente in buchi nell'acqua. Per completare la compagnia ci voleva un prete incazzato. Eccolo: don Peppino Gambardella di Pomigliano d'Arco, quello di Legami di solidarietà. Gli ingredienti e le componenti per ottenere più di un fiasco ci sono tutti. Praticamente sarà una fiaschetteria. Cin cin, Landini. Ci rivedremo a Canossa, coi bicchieri colmi di quello buono. Maurizio, questa è la sua sede adatta.