sergio mattarella giorgia meloni

CHE COINCIDENZA: IERI, MENTRE GIORGIA MELONI DA VILNIUS RIBADIVA L'INTENZIONE DI "TIRARE DRITTO" SULLA GIUSTIZIA (RIVENDICANDO L'ATTACCO ALLA MAGISTRATURA, FIRMATO "FONTI CHIGI"), SERGIO MATTARELLA INCONTRAVA I VERTICI DELLA CASSAZIONE . IL CAPO DELLO STATO VOLEVA RASSICURARE I MAGISTRATI, PRIMA DI RAMPOGNARE LA DUCETTA, CHE OGGI POMERIGGIO SALIRÀ AL COLLE – UGO MAGRI: “MATTARELLA SARÀ TUTTO TRANNE CHE SPETTATORE. NELLE FORME DOVUTE SCENDERÀ IN CAMPO FACENDO PESARE LA PROPRIA OPINIONE…”

1. MATTARELLA HA INCONTRATO I VERTICI DELLA CASSAZIONE MENTRE MELONI ATTACCAVA LE TOGHE UN SEGNO DI VICINANZA AI MAGISTRATI. OGGI IL FACCIA A FACCIA CON LA PREMIER

Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “la Stampa”

 

giorgia meloni

Negli stessi minuti in cui Giorgia Meloni riaffermava da Vilnius l'intenzione di tirare diritto sulla giustizia, […] il presidente della Repubblica stava incontrando al Quirinale i massimi vertici della magistratura italiana. Per dirsi che cosa, non è dato sapere: c'è un comunicato, sì, ma piuttosto scarno. Vi si specifica semplicemente che Sergio Mattarella ha incontrato Margherita Cassano, primo presidente della Cassazione, e Luigi Salvato, procuratore generale presso la Suprema Corte. Né dal Colle sono filtrate indiscrezioni al riguardo. Tuttavia l'accavallarsi degli eventi, per quanto forse casuale, è significativo di suo.

 

Proviamo a interpretarne il senso: proprio mentre il sistema giudiziario si sente sotto attacco, e addirittura Palazzo Chigi accusa parte della magistratura di fare opposizione strisciante al governo, con l'Anm furibonda sul piede di guerra, ecco il capo dello Stato che riceve nel suo salotto giudici e procuratori al più alto grado; non certo per rampognarli […]; semmai il contrario, per fugare certi timori, per tranquillizzare i magistrati, per rassicurarli che, fino a quando lassù ci sarà un Garante, nessuna loro delegittimazione verrà tollerata, l'equilibrio tra poteri sarà sempre salvaguardato.

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

 

Insomma, un chiaro segno di vicinanza. Altro significato del colloquio, ancora più netto: in questo match tra politica e giustizia Mattarella sarà tutto tranne che spettatore. La posta è troppo alta per tenersene fuori. Nelle forme dovute il presidente scenderà in campo facendo pesare la propria opinione attraverso quella che, con un anglicismo, viene definita dai giuristi «moral suasion», cioè l'arte di persuadere con l'autorevolezza del ruolo.

 

Una prima occasione si presenterà stasera, quando la premier salirà sul Colle per un appuntamento ormai purtroppo di routine, l'ennesima riunione del Consiglio Supremo di Difesa dedicato alla guerra in Ucraina. Il summit coi vertici militari è fissato alle 17 e durerà un'oretta almeno; dopodiché è possibile, anzi probabile, che una volta congedati i generali Mattarella e Meloni vogliano approfittarne per fare un "punto nave" e fissare alcune coordinate politiche. Ieri sera non era stato formalizzato alcun appuntamento, ma a organizzarlo è sufficiente un attimo. Dunque ci sarà il vis-à-vis.

 

giorgia meloni al vertice nato di vilnius

Una volta che presidente e premier si ritroveranno di fronte, il discorso inevitabilmente cadrà sulla riforma Nordio […]. Mattarella dovrà autorizzarne la presentazione alle Camere e sulla sua decisione non sussistono dubbi: sarà certamente un via libera, il presidente ci metterà la firma perché non è mai accaduto nella storia della Repubblica che una riforma in embrione venisse bocciata prima ancora dell'esame parlamentare. Veti preventivi del Quirinale sarebbero concepibili […] soltanto in caso di riforme francamente «eversive» tipo (per assurdo) il ritorno alla Monarchia o l'instaurazione di un regime dittatoriale, e non è questo il caso.

 

Inoltre […] durante l'esame parlamentare un testo può venire riscritto da cima a fondo, cosa che spesso capita; alle volte lo stesso governo può farsi parte diligente, cambiando gli aspetti più controversi (il ministro Guardasigilli, a quanto risulta, è disponibile a confrontarsi nel merito); in astratto può perfino accadere che non se ne faccia più nulla

 

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

[…]. […] Mattarella […] rivendica il diritto di decidere a conclusione dell'iter, se e quando il testo approvato dalle Camere arriverà sulla sua scrivania. Intanto, però, dalla lettura del ddl stanno emergendo svariate criticità. Da quanto è dato sapere, riguardano soprattutto l'abolizione dell'abuso d'ufficio: novità che […] potrebbe configgere con le normative europee.

 

Altri potenziali pericolosi cortocircuiti riguardano il «traffico di influenze», reato su cui s'è abbattuta la scure di Nordio. Con un'aggravante, secondo i giuristi di casa al Quirinale: nel momento in cui siamo sotto stretta osservazione a Bruxelles per via del Pnrr e dei miliardi che non sappiamo spendere, cancellare certi reati non sarebbe un bel vedere sul terreno del rigore morale. Daremmo una cattiva rappresentazione di noi.

 

LEGA NORDIO - MEME BY EMANUELE CARLI

Di tutto questo Mattarella parlerà con Meloni. Se stasera troveranno il tempo di confrontarsi, il presidente esporrà i suoi dubbi col tono costruttivo di sempre. Rivendicherà in particolare l'importanza che la giustizia non torni ad essere un campo di battaglia. In pubblico la premier promette che non farà guerra alle toghe; ma abbassare il volume, farà intendere il presidente, è un imperativo per tutti, nessuno escluso.

 

2. IL SEGNALE DI MATTARELLA CHE FA SCUDO AI MAGISTRATI E OGGI VEDRÀ LA PREMIER

Estratto dell’articolo di  Liana Milella e Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

[…] proprio ieri il presidente della Repubblica ha incontrato al Quirinale la prima presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione, Margherita Cassano e Luigi Salvato. Ha comunicato ufficialmente la riunione. E ha lanciato un segnale che non è sfuggito a Palazzo Chigi.

sergio mattarella ignazio la russa giorgia meloni all altare della patria

 

È stato il capo dello Stato a convocare i due alti magistrati. A sorpresa, perché nessuno era a conoscenza della mossa del presidente. Resa pubblica tra l’altro dopo l’intervento di Meloni da Vilnius, come a chiudere anche dal punto di vista mediatico una giornata in cui l’esecutivo ha di nuovo scelto un approccio conflittuale con la magistratura. Nulla di ufficiale trapela, se non la significativa durata della riunione: quaranta minuti. Ma è evidente che il colloquio può essere facilmente interpretato come un segnale di attenzione e, soprattutto, di legittimazione della magistratura in un momento in cui il governo mostra un atteggiamento ostile verso i giudici.

 

GIORGIA MELONI CARLO NORDIO

Ecco, in questo clima si muove Meloni tentando da Vilnius un’operazione che non sembra sortire gli effetti sperati. Alla vigilia, la presidente del Consiglio accetta di parlare in conferenza stampa anche per lanciare segnali distensivi che possano essere apprezzati dal capo dello Stato: nessun conflitto con le toghe, solo la volontà di realizzare il programma elettorale senza intenti punitivi verso la magistratura.

E però, l’unico paletto che la leader fissa con i suoi prima di salire sul podio anticipa quello che succederà: chi pensa di costringermi a mollare i miei dirigenti, indebolendo così me e il mio governo - è il senso delle sue riflessioni - commette un errore di valutazione. Ecco, la necessità di difendere alcuni dei suoi big prevale su ogni altra motivazione.

 

giorgia meloni

È la necessità politica di non mostrarsi debole, la volontà di reagire con una strategia che risponde a una sola categoria: il contrattacco. Si spiega così il nuovo, clamoroso affondo contro il gip di Roma sul caso Delmastro. E lo stesso vale per la rivendicazione della nota attribuita a “fonti” di Palazzo Chigi con cui l’esecutivo ha messo le toghe nel mirino. Due passaggi delicati. Che rischiano di provocare un ulteriore irrigidimento del Colle. […]

sergio mattarella e giorgia meloni all altare della patria

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…