giuseppe conte vittorio colao

COLAO-CONTE, SEMPRE PIÙ GELO - LE FACCE PERPLESSE DEI MINISTRI A 5 STELLE DAVANTI ALLA RELAZIONE DEL MANAGER: ''QUATTRO PAGINETTE CON INDICAZIONI GENERICHE''. D'ALTRONDE UNA DELLE POCHE MISURE CHIARE, QUELLA DI TENERE A CASA CHI HA PIÙ DI 60 ANNI, È STATA SUBITO RIGETTATA DA CONTE. "AVREMMO PERSO IN UN SOL COLPO QUASI TUTTA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE", COMMENTA IL GRILLINO DI GOVERNO. E PURE SULL'IDEA DI ANTICIPARE AL 27 APRILE LE APERTURE…

 

Luca De Carolis per il “Fatto quotidiano

 

I sospetti gonfiati dalle voci avevano segnato una distanza, le proposte arrivate e quelle mancate l' hanno allargata. Tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il capo della cosiddetta task force per la ripartenza, Vittorio Colao, si dilata un formale, paludato quanto evidente gelo. Anche se sul tema piovono quotidiane smentite, e anche se il manager ha giurato ovunque che lui a subentrare come sostituto di Conte a Palazzo Chigi non ha mai neppure pensato.

 

VITTORIO COLAO

E magari è proprio così. Però poi c' è tutto il resto.

Ci sono le facce perplesse del premier e di alcuni ministri, in gran parte a 5Stelle, di fronte alla relazione presentata mercoledì da Colao e dei suoi esperti sulla fase 2: "Quattro pagine fatte soprattutto di indicazioni generiche" a sentire una fonte di governo di primo piano del Movimento, chiaramente non entusiasta. Anche se qualche idea dritta c' era di sicuro, per esempio la proposta di non far rientrare al lavoro donne e uomini sopra i 60 anni.

 

Ma Conte ha scosso la testa, con un no che già nel pomeriggio di mercoledì era rimbalzato su siti e agenzie. "Figuriamoci, così avremmo perso in un sol colpo quasi tutta la Pubblica amministrazione" commenta caustico il grillino di governo. Ma non basta. Anche l' idea di Colao di far ripartire alcuni settori industriali già da lunedì prossimo, invece che dal 4 maggio, ha irritato il premier e diversi grillini di governo (e non convince neppure il ministro della Salute, Roberto Speranza).

 

Non a caso ieri il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, ha sparso sale sulla ferita: "Sulle riaperture al 27 il dottor Colao è d' accordo con noi". Così si capisce perché un altro big a 5Stelle lo dica chiaro: "Tra Conte e il capo della task force c' è un' ampia differenza di vedute". Per poi aggiungere: "Va bene i tecnici, ma alla fine è la politica che deve decidere. E un vero, decisivo punto politico su come ripartire va ancora fatto tra i partiti".

 

E sarà questo il passaggio centrale, il tavolo di maggioranza che dovrà trovare il punto di caduta definitivo con gli enti locali (nella cabina di regia) e con i sindacati.

giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede

Nell' attesa, ieri Conte ha chiesto a tutti i ministri delle "note" con problemi e temi da approfondire sulla riapertura, documenti da inviare poi al comitato tecnico scientifico per avere ulteriori chiarimenti su cosa e come riaprire.

 

Ma oggi sarà di nuovo la politica a entrare in scena, con incontri tra il premier e i capidelegazione di maggioranza, e poi con le varie parti sociali, trattative europee permettendo.

 

Conte ha promesso di spiegare la fase 2 entro la fine di questa settimana, e la via sarà una conferenza stampa, assicurano. Ma è molto difficile che il premier possa parlare già stasera. "È tutto in divenire" spiegavano ieri da Palazzo Chigi, dove inizialmente puntavano su domani come data per l' annuncio. Ma tenere la conferenza nella ricorrenza del 25 aprile poteva suonare inopportuno, hanno poi riflettuto.

 

SANDRA ZAMPA

E allora si scivolerebbe a domenica, come d' altronde a Radio Anch' io ha dato quasi per certo la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa: "Tra domenica e lunedì, quando si dovrebbe chiudere anche il programma della task force guidata da Colao, immagino che il presidente del Consiglio illustrerà il piano dettagliato". Lui e non il manager.

 

E anche questo, sussurravano ieri fonti qualificate, sarebbe un altro punto di attrito, perché Colao avrebbe voluto illustrare pubblicamente il piano per la ripartenza, in prima persona.

Ma ora più che mai Conte vuole tenere il pallino in mano.

 

Sa perfettamente che nella maggioranza è mare grosso da giorni, come è emerso anche nella lunghissima riunione sul Def di mercoledì notte, in cui sono volate parole forti tra Movimento e Pd, spaccati sull' entità del prossimo decreto aprile (ma c' è un nodo anche dentro i dem, con i vertici irritati per l' autonomia del ministro dell' Economia, Roberto Gualtieri). Quindi il premier vuole e deve apparire saldamente al comando, nonostante le accuse di eccessivo dirigismo che arrivano dal Pd. Perché non si sa mai.

giuseppe conte roberto gualtieri 12

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