carlo calenda

LA COLPA E’ DI CALENDA O DI CHI GLI DA’ CREDITO? - IL LEADER GONFIATO DI AZIONE HA GIA’ DIMOSTRATO AL PD DI NON ESSERE UN ALLEATO AFFIDABILE - PRESE LA TESSERA DEM NEL 2018 E LA STRAPPO’ UN ANNO DOPO - DAL PD SI FECE ELEGGERE AL PARLAMENTO EUROPEO E POI LO SFANCULO’ - E' ENTRATO IN COLLISIONE CON LETTA PER LA CORSA A SINDACO DI ROMA E PURE PER LE SUPPLETIVE PER IL COLLEGIO ROMA 1 LASCIATO LIBERO DA ROBERTO GUALTIERI…

Estratto dell’articolo di Andrea Bulleri per “il Messaggero”

 

[…] da «Carlo l'imprevedibile» in parecchi tra i democrat si sono abituati ad aspettarsi di tutto. […] Al punto che mentre due giorni fa Enrico Letta annunciava l'intesa con l'asse rosso-verde di Bonelli e Fratoianni, più d'uno in sala, tra i big del Pd, se ne stava a capo basso a compulsare freneticamente sullo smartphone le bacheche social dell'ex ministro dello Sviluppo, alla ricerca di un segnale.

CARLO CALENDA ENRICO LETTA

 

[…] Un po' come quando, dopo aver preso la tessera del Pd nel 2018 (all'indomani del tracollo alle Politiche), la strappò un anno più tardi, dopo un crescendo di cannoneggiamenti indirizzati al Nazareno di nuovo via Twitter («aridaje», direbbe lui). «L'unico segretario che bisognerebbe candidare è il presidente dell'associazione di psichiatria», buttò lì, con l'effetto di un pallone calciato in un negozio di cristalli, ai tempi delle primarie 2019 vinte da Nicola Zingaretti. E poi, sempre ai suoi neo-compagni dem: «Basta col cazzeggio, che palle sto partito»...In fondo tra Calenda e il Pd, a prescindere da chi fosse il segretario, è andata quasi sempre così.

carlo calenda a mezzora in piu 3

 

[…] Quando fece il suo ingresso nel Pd, dopo essere stato viceministro con Letta (era il 2013, e Calenda entrò da dirigente di Confindustria in quota Scelta civica), poi ministro dello Sviluppo con Renzi, il futuro leader di Azione fu tranchant: «Non servono nuovi partiti twittò Bisogna risollevare quello che c'è».

 

Passano pochi mesi e Calenda si candida alle Europee, eletto con 275 mila preferenze. Col Pd, sì, ma pure con la sua creatura Siamo Europei, che coi dem divideva a metà il simbolo. Un nuovo partito? No, anzi forse sì: ma «resto nel gruppo dei socialisti e democratici», mise in chiaro lui. Qualche mese dopo, l'addio al Pd, motivato con la scelta di Zingaretti di dar vita al Conte II coi Cinquestelle. È così che a novembre 2019 nasce Azione: «Siamo l'alternativa ai partiti rammolliti». Sbam. Carlo se ne va, e pure a Bruxelles qualche tempo dopo migra nelle file di Renew Europe.

carlo calenda enrico letta

 

Sembra un addio, al Pd e al centrosinistra. Ma si rivela un arrivederci. Perché a Roma siamo alla primavera 2021 c'è da scegliere il candidato che sfiderà Virginia Raggi. Ed ecco che tra Calenda e Letta, nel frattempo divenuto segretario dem, si riaprono le danze. […] Enrico vuole le primarie, Carlo non ci sta e balla da solo.

 

Portando a casa il 19% e sfilando ai dem il primato di partito più votato. Finita qui? Neanche per sogno. Archiviata la corsa al Campidoglio, si apre quella per il collegio Roma 1 lasciato libero da Roberto Gualtieri. Tutto fa presagire che si candiderà Calenda, appoggiato dal Pd. Ma i dem guardano a Conte, che rifiuta. E tra tweet incendiari e risposte piccate l'accordo va a farsi benedire. Stesso copione, fino al patto per le Politiche. Firmato martedì, stracciato ieri. […]

carlo calenda enrico letta

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)