COME ANDIAMO AVANTI SENZA IL GAS RUSSO? - L’UNIONE EUROPEA HA IL SUO PIANO: IMPORRÀ AGLI STATI DI RIEMPIRE LE RISERVE “ALMENO AL 90% DELLA LORO CAPACITÀ ENTRO IL 1 OTTOBRE” (PRIMA ERA L'80%), OFFRIRÀ UNA PIATTAFORMA PER GLI ACQUISTI CONGIUNTI DI GAS, DARÀ LA POSSIBILITÀ DI FISSARE UN TETTO MASSIMO PER IL PREZZO DELL'ELETTRICITÀ E CHIEDERÀ AI GOVERNI DI VALUTARE UN PRELIEVO FISCALE “TEMPORANEO E NON RETROATTIVO” SULLE AZIENDE DEL SETTORE ENERGETICO CHE HANNO AUMENTATO GLI UTILI. UNA MISURA CHE POTREBBE METTERE A DISPOSIZIONE “FINO A 200 MILIARDI DI EURO” PER COMPENSARE IL CARO-BOLLETTE...
Marco Bresolin per “la Stampa”
L'Unione europea si sta attrezzando per far fronte a un'interruzione delle forniture di gas dalla Russia con un piano energetico che è stato ampiamente riscritto nelle ultime ore. Nel documento che sarà presentato oggi - di cui "La Stampa" ha preso visione - la Commissione imporrà agli Stati di riempire le riserve di gas «almeno al 90% della loro capacità entro il 1 ottobre» (nella versione precedente era l'80%), offrirà una piattaforma per gli acquisti congiunti di gas, darà la possibilità di fissare un tetto massimo per il prezzo dell'elettricità e chiederà ai governi di valutare un prelievo fiscale «temporaneo e non retroattivo» sulle aziende del settore energetico che hanno aumentato gli utili.
EUROPA E IMPORTAZIONE DI GAS DALLA RUSSIA - LE VIE DEL GAS DI MOSCA
Una misura, quest' ultima, che potrebbe mettere a disposizione «fino a 200 miliardi di euro» per compensare il caro-bollette. Per sostenere famiglie e imprese, inoltre, ci sarà un allentamento dei vincoli sugli aiuti di Stato, mentre al momento non ci sono i dettagli dei meccanismi di compensazione (finanziati con debito comune) per aiutare i Paesi più colpiti, come chiesto ieri da Mario Draghi a Ursula von der Leyen.
La Commissione preferisce attendere l'esito del confronto tra i capi di Stato e di governo che si riuniranno giovedì e venerdì a Versailles. Nella bozza della dichiarazione che sarà approvata al summit francese si legge che i leader si impegneranno a «eliminare gradualmente la dipendenza dall'import di gas, petrolio e carbone dalla Russia». Lo faranno attraverso forniture alternative, l'acquisto di più gas naturale liquefatto e un aumento delle rinnovabili.
joe biden videoconferenza con macron johnson e scholz
Ma di certo non sarà l'Ue a decidere di chiudere i rubinetti di Gazprom. Non subito almeno, nonostante le spinte di alcuni Stati. Lo stop all'import di gas non è sul tavolo, anche se si inizia a discutere con insistenza di un possibile blocco delle importazioni di petrolio. Potrebbe essere un primo passo per estendere le sanzioni al settore energetico. «Serviranno ancora alcuni giorni - confida una fonte diplomatica europea -, ma prima o poi sarà inevitabile andare in quella direzione».
Il pressing americano è aumentato nelle ultime ore, tanto che Washington potrebbe decidere di bloccare gli acquisti di petrolio anche senza il consenso dei partner europei. Ieri la Commissione ha iniziato una serie di consultazioni con gli Stati membri, convocati a piccoli gruppi, per discutere del nuovo pacchetto di sanzioni. La resistenza di molti governi, però, è fortissima. A partire da quello tedesco.
L'import di gas e petrolio dalla Russia è ancora «essenziale», ha sottolineato il cancelliere Olaf Scholz, «e non può essere garantito in altro modo». La dipendenza è tale per cui la disconnessione totale «non può essere fatta dalla sera alla mattina». Ma per Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri lituano, questo ragionamento fa a pugni con la realtà: «I soldi che diamo alla Russia per comprare petrolio e gas vengono usati per le operazioni militari. In pratica li stiamo pagando con il sangue dei cittadini ucraini».