matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

STRAVINCERE E’ IL PRELUDIO DELLA DISFATTA – COME DAGO DIXIT, GIORGIA MELONI VUOLE SFONDARE IL 30% PER RIDURRE ALL’IMPOTENZA TAJANI E SALVINI – A SPINGERLA IN QUESTA DIREZIONE CI SONO FAZZOLARI, FITTO E IL SUO “CERCHIO TRAGICO”, TUTTI CONVINTI CHE SCHIACCIARE GLI ALLEATI NON SIA UN PROBLEMA: “TANTO L’INSTABILITA’ ARRIVERÀ COMUNQUE, MEGLIO ESSERE FORTI” – “REPUBBLICA”: “MELONI DA UNA SETTIMANA NON PARLA. IL SUO DILEMMA E’: SONO PIÙ FORTE SE MORTIFICO GLI ALLEATI? E POI CI SONO LE ANSIE DI TAJANI, CHE HA PREGATO MELONI DI EVITARE DI CANDIDARSI PERCHÉ BASTA POCO PER FRANTUMARE FORZA ITALIA. MELONI SAREBBE PRONTA ANCHE A IMMAGINARE UNA FEDERAZIONE CHE SALVI I PARTNER MA...”

Articoli correlati

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI, COMPLICE FAZZOLARI, VUOLE A TUTTI I COSTI IL PLEBISCITO IN EUROPA...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

Conviene partire da una sfumatura psicologica. Se c’è un fattore che influenza le scelte di Giorgia Meloni, è l’insopprimibile necessità di non fare quello che gli altri provano a imporle o suggerirle. È accaduto con la fiamma nel simbolo e con le celebrazioni del 25 aprile. Sta succedendo in queste ore con la candidatura alle Europee. Se infatti Matteo Salvini le avesse detto in privato «Giorgia, per favore, non candidarti perché mi danneggi», la leader avrebbe affrontato la questione più laicamente.

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1

 

E però il leghista — irritato dall’annuncio della premier del 4 gennaio — ha scelto di forzare. Pubblicamente. Sfidandola a non correre. Meloni, d’istinto, progetta di andare avanti. Puntando al 30%. Per travolgere gli alleati. Immaginando una nuova era nella destra italiana. Fedele a una massima che di recente ha condiviso con i vertici del partito: a via Bellerio capiscono solo il linguaggio dei rapporti di forza. Ecco, è questo il fulcro della tesi dei consiglieri di Palazzo Chigi più ascoltati: sei forte, è il momento di chiudere la partita.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

In fondo, è la base teorica del pensiero di Giovanbattista Fazzolari, l’uomo che Meloni ascolta di più (o che dice quello che la leader ha già deciso). E dunque: cándidati, sostiene in privato il sottosegretario, pesiamoci tra partner, «fissiamo i nuovi equilibri in Italia per il resto della legislatura». Solo così, è il corollario, affermeremo una centralità pure in Europa in vista della nuova Commissione. Non è l’unico a consigliarle di sfruttare il voto europeo per sancire il mondo che verrà. Un altro è Raffaele Fitto, che da tempo le suggerisce in privato di accumulare milioni di preferenze, blindarsi in Italia e in Ue. E se Salvini venisse così mortificato dall’esito elettorale? E se Tajani non reggesse l’urto?

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

L’instabilità — gli dicono in coro questi consiglieri, assieme a Francesco Lollobrigida e Giovanni Donzelli, ma pure Patrizia Scurti e la sorella Arianna — arriverà comunque dopo il voto, meglio essere forti per affrontarla. E comunque, le ricordano, vale la regola sacra della politica: la riconoscenza non esiste, non dare fiato a Salvini perché favoriresti la sua rivincita.

 

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini consiglio dei ministri a cutro

Teorizzano il modello che aveva in mente Meloni. […] prendersi la destra, sfondare quota 30%, garantirsi il dominio incontrastato del governo. Riducendo i due partiti alleati a satelliti deboli. Costringendoli a interpretare la stabilità della legislatura come l’unica strada per sopravvivere e gestire una fetta di potere. […] se bisogna affrontare una manovra correttiva e Bruxelles intende rendere la vita impossibile a Palazzo Chigi, allora è meglio vantare un grande risultato elettorale. Per poter dire: ho vinto, non mi farò commissariare.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

[…] Poi è arrivata la reazione di Salvini. […] Accompagnata dalla sfida privata, che il fedele Andrea Crippa ha consegnato a Repubblica: «La premier vuole stravincere». Non stravincere, è stato il messaggio, altrimenti ti dimostro che da sola non puoi governare. Ed è qui che Meloni ha tentennato. Da una settimana non parla […] Con alcuni dubbi, riassumibili alla voce: mi conviene? Gli esperti le hanno detto che il suo nome nel simbolo vale almeno un bonus del 2%, ma in realtà assicurerebbe una polarizzazione con Schlein capace di muovere fino al 3,5%.

 

matteo salvini antonio tajani

Ma non è questo il dilemma. Semmai quest’altro: sono più forte se mortifico gli alleati? E ancora: è più facile gestire un rimpasto da una posizione di estrema forza? E poi ci sono le ansie di Antonio Tajani, che ha pregato Meloni di evitare di candidarsi perché FI è come un modellino di cristallo: basta poco per indebolirla ancora e frantumarla. Ma per Meloni vale lo stesso ragionamento: dopo le Europee sono pronta anche a immaginare una federazione che salvi i partner, ma non rinuncio perché me lo chiedete in un’intervista.

 

matteo salvini antonio tajani giuramento governo meloni

L’impegno di presentarsi da capolista sarebbe gravoso, in giro per l’Italia. A Palazzo Chigi hanno calcolato: cinque circoscrizioni, almeno 5 comizi. Poi quello finale. Nel mezzo, una decina di passaggi tv o radiofonici nelle ultime tre settimane. E poi i viaggi internazionali in vista della presidenza del G7. Meglio la politica estera dei dolorosi dossier economici. Sarebbe doloroso anche rompere con Salvini e Tajani. È il dubbio che tiene sulla corda i consiglieri. Ma in fondo, chi potrebbe rimproverarle di aver seguito l’istinto?

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…