maurizio leo ernesto maria ruffini giorgetti meloni

“RUFFINI PARLA TROPPO” – COME DAGO-DIXIT, DUE GIORNI FA IL VICE MINISTRO DELL’ECONOMIA, MAURIZIO LEO, HA CHIAMATO IL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE, ERNESTO MARIA RUFFINI. L’OBIETTIVO ERA REDARGUIRLO PER L’USCITA “IL FISCO NON PUÒ ESSERE AMICO” – I GIORNALI DI DESTRA SI SONO ACCANITI SU DI LUI, E ORA SONO I PARLAMENTARI DELLA MAGGIORANZA A LAGNARSI - L’ANTIPATIA VERSO CHI DÀ LA CACCIA AGLI EVASORI È UN VIZIO ANTICO, MA GIORGIA MELONI NON PUÒ FARE TROPPO LA SCHIZZINOSA: HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UNA CARRELLATA DI MILIARDI PER LA MANOVRA...

ERNESTO MARIA RUFFINI

FLASH! - ALL’INDOMANI DELLE TOSTE DICHIARAZIONI DI ERNESTO MARIA RUFFINI (“IL FISCO PUÒ ESSERE AMICO DEL CONTRIBUENTE? MAI”), CHE HANNO IMBUFALITO I GIORNALI DI DESTRA, D’ACCORDISSIMO CON LA DUCETTA SULLE TASSE COME “PIZZO DI STATO”, OGGI C’E’ STATO UN COLLOQUIO TELEFONICO TRA IL VICEMINISTRO DEL MEF, IL MELONIANO MAURIZIO LEO, E IL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE - PARE CHE LA CHIACCHIERATA ABBIA LASCIATO L’AMARO IN BOCCA A RUFFINI CHE, VA SOTTOLINEATO, FU RICONFERMATO DA GIORGETTI…

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/flash-nbsp-all-rsquo-indomani-toste-dichiarazioni-ernesto-maria-364679.htm

 

prima pagina del giornale del 22 agosto 2023 titolo contro ernesto maria ruffini

"IL FISCO NON PUÒ ESSERE UN AMICO" RUFFINI FINISCE NEL MIRINO DELLA DESTRA

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

«Gli amici ce li scegliamo, non me li può dare la legge, gli amici stanno altrove», dice Ernesto Maria Ruffini. Sarebbe preoccupante aspettarsi una battuta diversa dal direttore dell'Agenzia delle entrate, ma apriti cielo.

 

«Il Fisco non può essere amico, al massimo un corretto interlocutore». È notizia di qualche giorno fa la firma della convenzione con cui l'Agenzia si impegna a garantire al Tesoro italiano almeno 18,1 miliardi di entrate da evasione quest'anno, 19,3 l'anno prossimo, 19,6 nel 2025.

 

MAURIZIO LEO ERNESTO MARIA RUFFINI

Gli ha dato ragione persino Flavio Briatore […], eppure nella maggioranza c'è chi non ha gradito le parole del tributarista, cresciuto professionalmente nello studio Fantozzi e scelto fin dal governo Renzi per far funzionare la macchina dei controlli.

 

Lo hanno attaccato i giornali della destra, e circola voce (rilanciata due giorni fa da Dagospia) di una telefonata in cui Maurizio Leo - di fatto il ministro delle Finanze - avrebbe redarguito il funzionario. Né Ruffini né Leo ieri erano raggiungibili per confermare la circostanza, di certo nel centrodestra c'è chi soffre le esternazioni del gran capo delle Entrate, confermato da Giorgia Meloni a gennaio, anche grazie agli auspici del Quirinale.

la verita contro ernesto maria ruffini

 

«Ruffini parla troppo», è il commento più in voga in queste ore fra deputati e senatori della maggioranza. «La prossima intervista la farò dopo le elezioni europee», avrebbe confidato Ruffini ai colleghi.

 

Il fastidio della politica per chi deve far tornare i conti dello Stato è antica. Correva il gennaio 2012, e l'allora mister tasse - Attilio Befera - è nel mirino del centrodestra per un blitz antievasione a capodanno nella ridente Cortina. […] In quei mesi a Palazzo Chigi c'è Mario Monti, e il Popolo delle libertà digerisce male l'attivismo di chi guida la macchina dei controlli sin dai tempi di Berlusconi.

 

GIANCARLO GIORGETTI DANIELE FRANCO

Inutile dire che il vizietto di attaccare i servitori dello Stato non conosce epoca né colore politico. Qualche anno dopo - a Palazzo Chigi c'è Giuseppe Conte, alleato della Lega - finisce nel mirino il Ragionere generale dello Stato Daniele Franco. «Faccio controllare ogni norma ai miei collaboratori, perché non mi fido», dice il vicepremier Luigi Di Maio. Ai Cinque Stelle disturba la scarsa disponibilità di Franco a far tornare i conti che non tornano.

 

Arriverà la pandemia, il governo farà tutto il deficit necessario, e dopo la caduta del secondo governo Conte-Di Maio si ritroverà Franco collega con Mario Draghi.

 

Si dirà: quello che è venuto dopo si sarà mostrato più disponibile. È cronaca di pochi mesi fa: la maggioranza di centrodestra, alla sua prima Finanziaria, si trova davanti il muro di Biagio Mazzotta. Il nuovo Ragioniere ha l'ardire di spiegare che no, non ci sono i soldi per finanziare tutto quel che si vorrebbe. «Mi sento a disagio», si sfogherà il grand commis. Poi, memore l'esperienza, la polemica si spegne e Mazzotta è ancora lì, a governare i conti pubblici.

articoli del giornale contro ernesto maria ruffini

 

La ruota dell'Inquisizione ora si è fermata sulla casella Ruffini, uno di quegli esperti […] capace di navigare con tutti i governi succeduti al Golden boy di Rignano: Gentiloni, Conte, Draghi, Meloni. […] In questo caso a fargli da scudo, più che l'ars retorica, sarà probabilmente la consapevolezza di Giorgia Meloni. La premier deve scrivere una Finanziaria con pochissime risorse, e malgrado i desiderata degli alleati […]deve evitare grane con l'Europa.

 

Ruffini è abituato a tutto: costretto a lanciare, gestire e mettere la parola fine al più grande spreco di soldi pubblici della storia repubblicana (i superbonus edilizi) ha davanti un governo che […] gli chiede di aumentare le entrate fiscali. Quando si dice la realpolitik.

 

 

 

 

 

 

 

 

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