macron benalla

MACRON TRABALLA, SU BENALLA – IMBARAZZO E TENSIONE ALL’ELISEO, I FRANCESI VOGLIONO SAPERE PERCHÉ IL PORTABORSETTA DI BRIGITTE HA INSABBIATO IL PESTAGGIO DEI MANIFESTANTI DA PARTE DEL SUO BODYGUARD – ESISTE UNA STRUTTURA DI SICUREZZA PARALLELA A QUELLA UFFICIALE? – ECCO COME UN BUTTAFUORI DI ROUEN È DIVENTATO RESPONSABILE OMBRA DELLA SICUREZZA DEL CAPO DI STATO FRANCESE

1 – «BENALLA? GESTITO DALL' ELISEO» IL CERCHIO SI STRINGE SU MACRON

Francesco De Remigis per “il Giornale”

 

MACRON BENALLA 3

Il nuovo mondo promesso da Emmanuel Macron in campagna elettorale potrebbe non essere mai esistito. Quel civismo aperto, l' accesso ai dossier da parte dei cittadini e l' Eliseo paragonato a una casa di vetro sembrano distanti dalla percezione generata dall' affaire Benalla, che rivendica la sua «azione vigorosa» promossa a suo dire «senza violenza».

 

L' ex bodyguard parla di «strumentalizzazione» per compromettere la presidenza della Repubblica. Ma più che le parole di un parvenu senza titoli che ha guadagnato il porto d' armi solo grazie alle sollecitazioni dell' Eliseo, ha ammesso ieri il prefetto della polizia di Parigi è la sensazione di essere di fronte a una struttura di sicurezza parallela a quella ufficiale, dai metodi discutibili col placet dell' Eliseo.

 

benalla casco

A preoccupare e inorridire molti francesi già scontenti di Macron, più che «l' iniziativa personale» di Benalla, è ciò che ne è seguito. L' insabbiamento, le ombre, i dubbi e le domande senza risposta.

 

Al punto che ieri neppure il ministro dell' Interno Gérard Collomb fedelissimo di Macron è stato in grado di rispondere ai deputati della commissione d' inchiesta cosa ci facesse il 26enne a Place de Contrescarpe lo scorso primo maggio, con la divisa d' ordinanza e la radio della polizia, in prima linea senza essere un agente.

 

Collomb si è trovato nell' imbarazzante situazione di ammettere di non essere a conoscenza di molti aspetti della vicenda, a partire da chi avesse autorizzato Alexandre Benalla a partecipare alle operazioni del primo maggio come osservatore presto trasformatosi in aggressore.

GERARD COLLOMB

 

«Non conosco Benalla, non è sotto la mia autorità», ma ha ammesso di esserselo ritrovato addirittura nella ristretta unità di crisi prefettura/ministero senza averne titolo poche ore dopo l' accaduto.

 

I deputati dell' Assemblea nazionale in tempi record hanno trasformato una commissione parlamentare in commissione d' inchiesta convocando i primi protagonisti. Perfino i deputati di En Marche! sono stati durissimi con Collomb: «Non ha chiesto nulla dopo le rivelazioni?».

 

«Col presidente abbiamo cercato di parlarne il meno possibile, è molto preoccupato dei lavori parlamentari bloccati sulla riforma costituzionale (sospesi e rimandati a ottobre, ndr)». Mugugni in aula e pioggia di insulti sui social.

 

MACRON BENALLA 1

A fare nomi e cognomi ci ha pensato il prefetto Michel Delpuech che sotto il fuoco delle domande ha collegato l' intera vicenda all' Eliseo: «Il 2 maggio ho ricevuto una telefonata dal gabinetto del presidente che mi informava della presenza di un video (pubblicato da Le Monde settimana scorsa, ndr) in cui si vede Benalla che prende parte alle operazioni di polizia.

 

Lui l' avevo visto la sera prima all' unità di crisi e mi ero chiesto cosa ci facesse, in quel momento ho capito...». Il prefetto, come il ministro, avevano guardato il video già il 2 maggio e hanno deciso di non fare nulla.

 

Entrambi si sono difesi dicendo che l' Eliseo ha alzato la cornetta e che, facendo capo alla gerarchia del palazzo presidenziale, il caso Benalla sarebbe stato gestito dal gabinetto di Macron.

 

L' articolo 40 del codice di procedura penale obbliga però le autorità a denunciare alla magistratura comportamenti «inaccettabili» e fuori legge. Né Collomb, né Delpuech lo hanno fatto.

 

MACRON BENALLA

Prendere parte a un' operazione di polizia come osservatore e mettersi a picchiare manifestanti non è forse sufficiente? «No», se l' interessato è al servizio del presidente. Ci si sarebbe aspettato che almeno la polizia facesse rapporto, invece non è intervenuta per fermarlo nonostante a ogni «osservatore» venga affidato un tutore; quello di Benalla sarà ascoltato dalla commissione, poi giovedì sarà il turno del segretario generale dell' Eliseo.

 

Per ciò che il prefetto definisce «malsano nepotismo», ovvero le immagini della videosorveglianza fornite a Benalla dopo le accuse, tre agenti indagati. Ma è Macron a vivere la crisi più grave del suo Quinquennato, tanto da annullare la visita di domani sui Pirenei per il Tour de France.

 

2 – L' IRRESISTIBILE ASCESA DEL PICCHIATORE «BEN», DAL RUGBY DI PROVINCIA A OMBRA PRESIDENZIALE

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

MACRON BENALLA 2

Da adolescente magrolino affascinato dal film «Bodyguard» con Kevin Costner e Whitney Houston a buttafuori di un bar di Rouen, a responsabile ombra della sicurezza del capo di Stato della settima potenza mondiale: Alexandre Benalla, 26 anni, ha bruciato le tappe.

 

Ma ad alimentare lo scandalo è che ancora non si capisce bene come abbia fatto, a parte la tendenza del presidente Macron a circondarsi di nuovi arrivati fedelissimi e a gestire il potere con verticismo monarchico, sovvertendo talvolta le gerarchie.

BRIGITTE ED EMMANUEL MACRON ALLA FESTA DELLA MUSICA DELL ELISEO

 

Alexandre Benalla è nato l' 8 settembre 1991 a Évreux, in Normandia, a 100 chilometri da Parigi. La famiglia originaria del Marocco abitava nel quartiere popolare della Madeleine, lui ha sempre dimostrato di avere voglia di emergere.

 

Ha cambiato diverse scuole, alcuni lo ricordano come un ragazzo «educato e gentile» ma più tardi vengono segnalate risse e prepotenze.

 

«Verso i 16-17 anni Alexandre non era molto robusto, poi deve avere preso 30 chili», dice il segretario del liceo Fresnel della vicina Bernay. In palestra, a Évreux, Alexandre Benalla si faceva chiamare «Ben» e «sollevava pesi come un dannato pur di rafforzarsi», ha detto un suo ex allenatore al Parisien.

 

benalla casco

Verso la fine del liceo la passione per il rugby porta a qualche risultato, «Ben» entra nella squadra della scuola e comincia a cambiare stile, più assertivo e deciso con i compagni e le ragazze.

 

Guadagna qualche euro nel bar di Rouen come addetto alla sicurezza ma il primo contatto con il mondo delle celebrità ce l' ha a Deauville, al festival del cinema americano, dove fa parte della squadra di guardie del corpo che seguono a turno Marion Cotillard e Guillaume Canet.

 

benalla macron

È la svolta: appena maggiorenne Benalla capisce che le star sono uomini e donne come tutti, respirano, parlano, e possono stringerti la mano.

 

La barriera tra il quartiere della Madeleine e il resto del mondo si rompe. I genitori Benalla a Évreux hanno la tessera del partito socialista, anche Alexandre si iscrive ma al dibattito politico preferisce l' attività sul campo ed entra come volontario nel Ps a Parigi, nella sede storica di rue de Solférino. A reclutarlo è il responsabile del servizio d' ordine, Eric Plumer.

 

macron e brigitte

«Aveva appena vent' anni, me lo ricordo come un ragazzo intelligente e competente, posato. Durante le primarie socialiste lo affido alla protezione di Martine Aubry (di cui Benalla farà anche l' autista, ndr), poi lo prendo con me per la campagna di Hollande nel 2012», ha raccontato Plumer a Le Monde.

 

Vinte le elezioni, il ministro Arnaud Montebourg (Rilancio produttivo) assume Benalla per poi licenziarlo dopo una settimana: «Aveva provocato un incidente d' auto e voleva scappare». Benalla si allontana per qualche tempo dalla politica, si laurea in legge, lavora in una società di sicurezza a Casablanca, poi torna a Parigi e partecipa all' avventura di «En Marche!».

 

macron benalla

Le intemperanze aumentano mano a mano che «Ben» diventa un uomo di Macron, prima come sua guardia del corpo durante la campagna e poi come consigliere all' Eliseo. Benalla insulta e minaccia poliziotti e gendarmi restii (giustamente) a seguire i suoi ordini, manda a quel paese il prefetto, fino al pestaggio del primo maggio che porterà al suo tardivo licenziamento.

 

macron brigitte

Alexandre Benalla può anche essere un giovane arrivista che ha perso la testa. Ma se la sua storia diventa un affare di Stato, è perché la fiducia dell' Eliseo lo ha portato a 26 anni al grado di tenente colonnello, a occuparsi della sicurezza della coppia presidenziale quando altri sarebbero preposti a farlo, a ottenere dai Macron le chiavi della villa di Brigitte al Touquet e ad accompagnarli ovunque in vacanza.

 

La lista dei privilegi è infinita, dai 10 mila euro al mese al lussuoso appartamento al Palais de l' Alma. Per il pestaggio Benalla è stato sospeso due settimane, ma ha ignorato la sanzione e ha partecipato comunque a riunioni sull' ordine pubblico, bodyguard al di sopra della legge e delle regole.

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…