silvio berlusconi meloni salvini

ECCO COME SI CHIUDERA’ LA FAIDA TRA BERLUSCONI E MELONI - TAJANI NON SARÀ SOLO MINISTRO DEGLI ESTERI MA ANCHE VICEPREMIER, E A FORZA ITALIA ANDRANNO 5 MINISTERI. SEMBRA ANCHE CHE LA MINACCIA DELLA DUCETTA DI NON AMMETTERE NEL GOVERNO I SENATORI AZZURRI CHE NON HANNO VOTATO IGNAZIO LA RUSSA ALLA GUIDA DI PALAZZO MADAMA ABBIA PERSO PESO – LA CASELLATI HA ZERO POSSIBILITA' DI ANDARE ALLA GIUSTIZIA

Marco Galluzzo per il Corriere della Sera

 

BERLUSCONI MELONI

Sembra che si vada verso una ricucitura dei rapporti fra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Nella giornata di ieri alcuni contatti fra i due staff sono serviti a un primo riavvicinamento dopo lo strappo del Senato. Sembra che alla luce di una possibile ricomposizione, e magari di un nuovo incontro nelle prossime ore, il punto di equilibrio per la formazione del governo possa avere questo dato da cui partire: Tajani non solo ministro degli Esteri ma anche vicepremier, e in tutto 5 ministeri targati Forza Italia.

 

silvio berlusconi giorgia meloni

Sembra anche che la minaccia, amplificata da alcune indiscrezioni, di non ammettere nel governo i senatori azzurri che non hanno votato Ignazio La Russa alla guida di Palazzo Madama abbia perso peso: Meloni non avrebbe preclusioni all'ingresso nel governo sia di Anna Maria Bernini che di Elisabetta Casellati, anche se per quest' ultima la richiesta del Cavaliere di vederla alla Giustizia sembrerebbe avere pochissime speranze di essere accolta. Per quel posto la presidente del Consiglio in pectore continua infatti a preferire Carlo Nordio, magistrato eletto con Fratelli d'Italia. Un altro esponente del partito di Berlusconi che potrebbe entrare nell'esecutivo è l'attuale viceministro del Mise (uno dei ministeri di peso che gli azzurri rivendicano, insieme o in alternativa alla Giustizia) Gilberto Pichetto Fratin.

 

MELONI BERLUSCONI

Di sicuro i prossimi giorni saranno decisivi sia per una completa distensione dei rapporti fra Berlusconi e Meloni, su cui tutti scommettono in entrambi i partiti, sia per un quadro meno incerto sulle caselle del governo, visto che si avvicina il giorno in cui il capo dello Stato dovrebbe dare l'incarico alla presidente di Fratelli d'Italia. La squadra del suo partito dovrebbe comprendere innanzitutto Giovanbattista Fazzolari, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio; quindi sicuramente Fabio Rampelli, che secondo alcune fonti può approdare alla Transizione ecologica e secondo altre alla Cultura; Raffaele Fitto agli Affari europei; Guido Crosetto in un ministero di peso, che nel tam tam dell'ultima settimana è sempre stato il Mise; Adolfo Urso alla Difesa.

 

berlusconi appunti su meloni

Il resto della squadra del partito che ha vinto le elezioni ha un'altra possibile novità con Isabella Rauti, che potrebbe avere le deleghe della Famiglia. Che però le contende Simona Baldassarre della Lega. Fra i punti fermi c'è ovviamente il «trasloco» del ministro leghista Giancarlo Giorgetti dal ministero dello Sviluppo economico a quello dell'Economia. Mentre all'ex capo di gabinetto di Matteo Salvini, il prefetto Matteo Piantedosi, dovrebbe essere riservata la guida del Viminale. Salvini stesso potrebbe diventare, oltre che vicepremier, ministro delle Infrastrutture. Alla Lega, oltre all'Agricoltura, è possibile che vada anche la Disabilità, con Alessandra Locatelli.

 

SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI

Una dinamica che finora è rimasta sotto traccia è invece quella di almeno due ministeri che sono visti dai tre partiti più come rogne che come punti di approdo cui ambire. In primo luogo il dicastero del Lavoro, un posto che per molti è perfetto, vista la congiuntura, per perdere consensi, in primo luogo perché dovrebbe essere lo snodo per "ridimensionare" il reddito di cittadinanza. Ma anche per l'Istruzione non c'è molta gara: «Comanda la Cgil e non ci sono soldi per le scuole» è uno dei refrain nella maggioranza.

RONZULLI BERLUSCONI MELONIGLI APPUNTI DI SILVIO BERLUSCONI SU GIORGIA MELONI SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPISILVIO BERLUSCONI CON GLI APPUNTI SULLA MELONI AL SENATO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…