1. ALLA PRIMA DELLA SCALA COME IL LEOPARDIANO ‘’SABATO DEL VILLAGGIO’’. E CHI SARÀ ‘’LA DONZELLETTA CHE VIEN DALLA CAMPAGNA IN SUL CALAR DEL SOLE’’? MASSÌ, È PROPRIO LEI, LA PRESIDENTESSA BOLDRINOVA, ANCHE LEI MARCHIGIANA COME IL GOBBETTO DI RECANATI 2. E COME SI COMPORTERÀ LA PRESIDENTESSA, TUTTA VESTITA A FESTA E FORSE ANCHE COL MAZZOLIN DI FIORI, QUANDO SABATO SERA ENTRERÀ ALLA SCALA CON LA PIAZZA INVASA DA CENTINAIA MANIFESTANTI INCAZZATI CHE INVEISCONO E PROTESTANO CON GOVERNO E ISTITUZIONI E DEI QUALI MOLTI SONO PROPRIO DEL PARTITO (SEL) CHE L’HA CANDIDATA? 3. SARA’ L’ULTIMA PASSERELLA PER LA CANCELLIERI, SACCODANNI E BRAY? CON LA SCUSA DI SOSTITUIRE SOTTOSEGRETARI E VICEMINISTRI DIMISSIONARI DI FARSA ITALIA, POTREBBERO ESSERE PROPRIO LORO TRE, E NON SOLO LORO, A LASCIAR LA POLTRONA E IL PROSSIMO ANNO PAGARSI IL BIGLIETTO ALLA SCALA (VIAGGIO E ALBERGO COMPRESO) DI TASCA PROPRIA

DAGOREPORT

Per la prima della Scala la tensione sale di pari passo agli sfottò. "Sarà il sabato del villaggio", è la battuta che corre per Milano non solo perché quest'anno Sant'Ambroeus cade di sabato ma soprattutto per come inizia la poesia leopardiana, "la donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell'erba e reca in mano un mazzolin di rose e di viole...".

E chi sarà la donzelletta versione Duemila13 cantata da Leopardi? La presidentessa della Camera (con vista). Laura Boldrinova certamente non ha conosciuto il poeta del Passero Solitario, ma con lui ha in comune essere marchigiani. Lei è nata a Macerata, ad una ventina di chilometri da Recanati che ha dato i natali al gobbetto Giacomino.

E come si comporterà la presidentessa, eletta nella fila dell'ultrasinistra capeggiata dal Sel, tutta vestita a festa e forse anche col mazzolin di fiori, quando sabato sera entrerà alla Scala con la piazza invasa da centinaia manifestanti incazzati che inveiscono e protestano con governo e istituzioni e dei quali molti sono proprio del partito che l'ha candidata?

All'inevitabile lancio di ortaggi e uova risponderà a suo volta col lancio del fatidico mazzolin di fiori? Lascerà il red carpet e si unirà ai manifestanti? Un bel casino per la Boldrinova che dovrebbe essere più dalla parte dei tupamaros di casa nostra che dagli amanti della Traviata.

Sabato a Milano polizia, carabinieri, finanzieri e ghisa avranno il loro bel daffare a tenere lontani i contestatori da piazza della Scala dove arriveranno Bella Napoli con moglie Clio al seguito, il presidente del Senato Pietrino Grasso, la ministrona della Giustizia (per conto Ligresti), Saccodanni che si spera non si addormenti a causa del jet lag, il ciellino Mario Mauro che gioca sempre in Difesa e mai all'attacco (ne sanno purtroppo qualcosa i due marò).

Mancherà Enrichetto. Il Chierichetto ha fatto spere che non diserterà Milano per "impegni personali". Non diciamo cazzate, Enrichetto salta l'appuntamento milanese perché teme di essere seppellito da una montagna di ortaggi e uova proprio alla vigilia delle primarie che lo renderebbe ancora più ridicolo di quello che è .

Non si ha notizia se il dalemiano Massimo Bray, il ministro per mancanza di prove della Cultura per via dello stesso nome, sarà della partita oppure sarà ancora impegnato a spalare l'acqua dagli scavi di Pompei per tentare di evitare altri crolli. Comunque tutte queste critiche sulla scelta di Bray per sovraintendere (si fa per dire) il nostro patrimonio artistico sono veramente ingenerose.

Mai scelta è stata tanto azzeccata e di questo bisogna dar merito al duo NapoLetta. Bray in inglese vuol dire "frantumare" e il nostro ministro con tutti i crolli che stanno distruggendo gli scavi pompeiani risponde in toto al suo importante cognome. Per lui "frantumare" è un affare di famiglia.

Questa serata meneghina racchiude anche un po' di tristezza non solo perché fa ricordare come erano diverse quelle del secolo scorso ma perché potrebbe essere l'ultima passerella istituzionale per Nonna Pina, Gelatina, melomani doc, e Minimo Bray. Se nel governo si opterà per il cambio in corsa (il termine rimpasto è vietato dal Colle) con la scusa di sostituire sottosegretari e viceministri dimissionari di Farsa Italia, potrebbero essere proprio loro tre, e non solo loro a lasciar la poltrona e il prossimo anno pagarsi il biglietto alla Scala (viaggio e albergo compreso) di tasca propria. Ma questa è un'altra storia.

 

 

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