fabio de pasquale - sergio spadaro claudio descalzi

IL MIGLIOR SPOT PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI – I PM DI MILANO FABIO DE PASQUALE E SERGIO SPADARO SONO STATI CONDANNATI A 8 MESI: I DUE MAGISTRATI AVREBBERO NASCOSTO LE PROVE A FAVORE DELLA DIFESA NEL PROCESSO ENI-NIGERIA, NONOSTANTE LA SEGNALAZIONE DEL COLLEGA PAOLO STORARI - COSA PUO' PENSARE UN CITTADINO DI UNA GIUSTIZIA DEL GENERE? PUO' CONFIDARE IN UN GIUSTO PROCESSO E IN UNA MAGISTRATURA EQUILIBRATA? 

Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

i pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro -U43070110205349sDC-593x443@Corriere-Web-Sezioni

«Se si può sindacare con lo strumento penale la valutazione che fa un pm in dibattimento, beh, non dico che siamo a livello di Erdogan in Turchia, però quasi... Allora l’indipendenza del pm non esiste più», aveva lamentato in aula a Brescia il procuratore aggiunto uscente di Milano, Fabio De Pasquale:

 

spettacolare paradosso per cui proprio il pm che ottenne la prima condanna definitiva di Bettino Craxi e l’unica di Silvio Berlusconi, con questa linea di difesa diventava l’involontario spot pro separazione delle carriere caldeggiata dal governo di destra, modello di pm «all’americana» che con gli ingredienti di un processo fa quello che vuole. Solo che in Italia non si può fare.

 

PIERO AMARA

I giudici Roberto Spanò, Wilma Pagano e Paola Giordano condannano a 8 mesi (attenuanti generiche e pena) De Pasquale e il più giovane pm Sergio Spadaro (oggi alla Procura europea) per «rifiuto d’atti d’ufficio» nel non aver voluto depositare nel febbraio-marzo 2021, a ridosso della sentenza del processo di corruzione internazionale Eni-Nigeria, talune chat dell’accusatore di Eni ma anche coimputato Vincenzo Armanna che, segnalate ai colleghi dal pm Paolo Storari tramite la collega Laura Pedio e il procuratore Francesco Greco in un’inchiesta collegata, incrinavano l’attendibilità di Armanna assai valorizzato dai due pm al pari del suo sodale Piero Amara.

 

vincenzo armanna

Quei documenti mostravano infatti che aveva taciuto l’esistenza di un rapporto patrimoniale di 50.000 dollari con il proprio teste 007 nigeriano invocato a confermarne le accuse a Eni; che in vista della trasferta di Pedio in Nigeria aveva indottrinato il teste Mattew Tonlagha sulle risposte da darle contro Eni; e che aveva contraffatto due proprie chat del 2013 […] per far sembrare che in quei messaggi l’a.d. Eni Claudio Descalzi e il manager Claudio Granata avessero tentato di comprarne la ritrattazione, quando invece dagli accertamenti di Storari in Vodafone i numeri ascritti da Armanna a Descalzi e Granata risultavano inattivi.

 

paolo storari

De Pasquale e Spadaro ribattono d’aver ricevuto dalle mail di Storari, solo tramite Greco e dopo molti giorni di ritardo di Greco, nessun documento formalmente depositabile, ma «solo bozze GdF e scritti informi e confusi di Storari», «ciarpame» anche a detta di Pedio, «polpette avvelenate» di «una controinchiesta» di Storari per sabotare il processo e «far cosa utile a Eni».

 

Ma i pm bresciani [...] obiettano che ad esempio proprio Pedio [...] in aula prima ha in effetti sostenuto che nemmeno si capiva quali atti Storari chiedesse ai colleghi di depositare, ma «poi si è “stupita” allorquando il difensore della parte civile le ha fatto presente che ben due informative GdF erano formalmente depositate nel suo fascicolo, e si è contraddetta allorquando ha ammesso d’aver raccolto ella stessa in prima persona» la testimonianza «del dirigente Vodafone che attestava l’inoperatività delle utenze falsamente attribuite a Granata e Descalzi».

 

FABIO DE PASQUALE SERGIO SPADARO

Inoltre «non si comprende che cosa ci fosse di “ostile”» nelle mail d’allerta di Storari «se non il fatto che quelle chat andavano a intaccare l’attendibilità di Armanna riducendo le possibilità di “vincere” il processo».

 

La linea Maginot dei due imputati si è così spostata sull’asserita assenza di una norma penale che li obbligasse a depositare esiti di attività d’indagine svolte da un altro pm [...]: facoltà che De Pasquale e Spadaro rimarcano di non aver voluto usare, sino all’ultimo rivendicando la propria «discrezionalità tecnica» di valutare «ciarpame» l’input di Storari.

LAURA PEDIO

 

Tesi che per i pm bresciani cozza non solo con l’assurdità allora di un eventuale alibi di un imputato di omicidio non portato a conoscenza delle difese benché scoperto da altro pm in altro fascicolo, ma soprattutto con una contraddizione: De Pasquale e Spadaro, infatti, per accreditare manovre di Eni su Armanna, non avevano invece esitato a chiedere al giudice di Eni-Nigeria, Tremolada, di convocare in extremis il teste Amara su 14 punti, senza dire che l’ultimo (omissato) avrebbe svelato il velenoso infondato de-relato di Amara sull’“avvicinabilità” del giudice: «Amara doveva servire alla tesi d’accusa e quindi ai pm andava bene, anche a costo di (o addirittura per) far saltare il giudice». Ma il legale Massimo Dinoia prepara l’appello: «La condanna è precedente pericoloso per l’autonomia dei pm».

PIERO AMARACLAUDIO DESCALZIpiero amara 7LA NOTA DI FRANCESCO GRECO SUL VIDEO DI AMARA E ARMANNAfrancesco greco foto di bacco

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…