1- OLTRE IL CONFLITTO DI INTERESSI C’E’ SOLO RIGOR MONTIS MEMBRO DI MOODY’S. VALE A DIRE È TRA COLORO CHE CONTRIBUISCONO A DARE GIUDIZI SULLE AZIENDE E SUGLI STATI EUROPEI CHE POI L’AGENZIA DI RATING DIFFONDE, CAUSANDO A VOLTE SFRACELLI 2- LA POSSIBILITÀ DI ESSERE INDAGATO DERIVA DALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI TRANI FIN DAL 2010, SU DENUNCIA DELL’ADUSBEF E DELLA FEDERCONSUMATORI: LE DUE ASSOCIAZIONI SI DECISERO A COINVOLGERE LA MAGISTRATURA DOPO UN REPORT DI MOODY’S DEL 6 MAGGIO 2010 CHE CONCLUDEVA ETICHETTANDO L’ ITALIA COME “PAESE A RISCHIO” 3- MONTI SALENDO A PALAZZO CHIGI, AVRA’ AVUTO IL BUON GUSTO DI RINUNCIARE A SEDERE NEL SENIOR EUROPEAN ADVISORY COUNCIL DI MOODY’S O SIEDE ANCORA TRA I BEN REMUNERATI CONSIGLIORI DELL’AGENZIA DI RATING CHE, INSIEME A STANDARD & POOR’S E FITCH, HANNO CREATO QUELL’EMERGENZA CHE LO HA PORTATO A CAPO DEL GOVERNO?

ilsimplicissimus per indymedia - http://italy.indymedia.org/taxonomy/term/1703

Sembra incredibile, ma basta andare su questa pagina della New York University, per avere conferma di qualcosa su cui tutti i media tacciono pur essendo di fatto una bomba: il premier italiano è membro del Senior European Advisory Council of Moody's. Vale a dire è tra coloro che contribuiscono a dare giudizi sulle aziende e sugli stati europei che poi l'agenzia di rating diffonde, causando a volte sfracelli. Siamo già molto oltre il conflitto di interessi, siamo al dramma e alla farsa di una democrazia.

Quanto alla possibilità di essere indagato deriva dall'inchiesta portata avanti dalla Procura di Trani fin dal 2010, su denuncia dell'Adusbef e della Federconsumatori: le due associazioni si decisero a coinvolgere la magistratura dopo un report di Moody's del 6 maggio 2010 che concludeva etichettando l' Italia come "Paese a rischio".

L'inchiesta si è allargata poi alle altre agenzie di rating Fitch e Standars e Poor's , anch'esse coinvolte in giudizi che hanno portato poi al degradarsi della situazione economica. Proprio in questi giorni l'inchiesta su S&B si è chiusa con l'ipotesi di reato di manipolazione di mercato continuata e pluriaggravata a carico di cinque persone: il presidente di Standard & Poor's financial service Deven Sharma, il managing director del rating di Londra Yann Le Pallec, Eileen Zhang (di S&P Europe); Frankiln Crawford Gill e Moritz Kraemer della direzione europea del rating sui debiti sovrani.

Secondo i magistrati queste persone, "attraverso descritti artifici, a carattere informativo - costituenti condotte solo in apparenza lecite, ma effettivamente illecite per come combinate fra loro, con modalità e tempi accuratamente pianificati - fornivano intenzionalmente ai mercati finanziari, quindi agli investitori, un'informazione tendenziosa e distorta (come tale anche "falsata") in merito all'affidabilità creditizia italiana ed alle iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal governo italiano, per modo di disincentivare l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore".

Che le agenzie di rating fossero nient'altro che interessati ufficiali di rotta della speculazione finanziaria, pesci remora degli squali, pronti a cibarsi dei resti del banchetto, è assolutamente chiaro a chiunque, ma in questo caso i magistrati hanno ricostruito un filo logico che rende difficile giustificare i giudizi come semplice "opinione". E con l'imputazione di manipolazione di mercato sulla quale sarà chiamata ad esprimersi anche la Consob, S&B rischia il divieto di operare in Italia.

Questo però è solo un ramo dell'inchiesta, rimangono aperti quelli su Fitch e Moody's. Senonché c'è un fatto clamoroso sebbene finora sconosciuto: il premier italiano è advisor proprio di una di quelle agenzie di rating grazie anche alle quali si è creata quell'emergenza che lo ha portato a capo del governo.

Per la verità qualche cosa riguardo a questa incredibile opacità era trapelata, ma a parte una citazione di questa singolare posizione del professor premier nella brochure di un convegno tenutosi in Bocconi nel 2006 (qui) era praticamente impossibile fare altri accertamenti. Ma ora la piccola biografia della New York University, aggiornata al 2011 e di certo non smentita, parrebbe indicare che egli era ancora nel consiglio di Moody's in tempi recentissimi e comunque all'epoca dei fatti di cui si occupa l'inchiesta dei magistrati di Trani.

Non so se Monti salendo a Palazzo Chigi, abbia avuto il buon gusto di rinunciare a sedere nel Senior European Advisory Council di Moody's o se ne sia andato prima o sieda ancora tra i ben remunerati consigliori dell'agenzia di rating. Ma è stupefacente che un'intera classe politica non abbia sentito il bisogno di andare a fondo su un conflitto di questo genere e lo stesso Monti non paia avere la minima intenzione di chiarire il punto, affidandosi al silenzio dei media.

Anche perché è evidente che aver collaborato a "una destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizio dell'Italia sui mercati finanziari" come dicono i magistrati, per poi diventarne come se niente fosse il premier, in parte grazie ai giudizi di Moody's, appartiene alla peggiore storia possibile.

Certo è assai strano che dopo il declassamento di 26 banche italiani da parte di Moody's che ha suscitato un vespaio di reazioni dei partiti e indotto la Consob a convocare i responsabili dell'agenzia di rating, dal governo, così prodigo di dichiarazioni, consigli e fantasie, non è venuto un fiato.

Ecco cosa rimane della "trasparenza" promessa il primo giorno: il silenzio totale del protagonista e del Palazzo che gli tiene bordone, l'omertà complice dei media, la cecità di un Paese per il quale il premier e il suo governo sono la sabbia sotto la quale nascondere la testa. Se fossi in Moody's darei una bella D: fallimento assicurato.

 

 

MARIO MONTI SI PETTINAVIGNETTA MANNELLI MARIO MONTI SOSPENDE LA PENISOLA PER DUE O TRE ANNI MARIO MONTI mario montiVIGNETTA BENNY - MARIO MONTI VERSIONE TORO MATATO DURANTE UNA CORRIDAVIGNETTA BENNY MARIO MONTI E LE CRONACHE DA ISTITUTO LUCE MOODY'Sfitch ratingsmonti mario

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…