NON DITELO A DI PIETRO! (PICCOLI SCILIPOTI CRESCONO?) - IL MORALIZZATORE BARBATO DELL’IDV (CHE RIPRESE I COLLEGHI DELLA CAMERA DI NASCOSTO) TIRATO IN BALLO DALL’IMPRENDITORE PAOLO VISCIONE (ACCUSATORE DI MILANESE) - “MI CHIESE 20 MILA € PER UNA CONSULENZA E PER INTERCEDERE CON L’ISVAP” - “IO HO RIFIUTATO, E LUI MI È VENUTO A CERCARE A CASA” - “ALLA FINE HA OTTENUTO UN MANDATO ASSICURATIVO PER LA MOGLIE”…

Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica per "il Giornale"

Nel mirino di Woodcock finisce anche il «moralista» dell'Idv Francesco Barbato. Al centro delle attenzioni del pm i rapporti tra il deputato (noto per aver registrato i colleghi alla Camera con una telecamera nascosta) e l'imprenditore campano nel ramo assicurativo Paolo Viscione, grande accusatore di Marco Milanese (Pdl), ritenuto attendibile dai pm partenopei.

Un paio di mesi fa l'imprenditore è stato riascoltato a sorpresa da Woodcock. Nel faccia a faccia, è proprio il pm a insistere sui rapporti «economici» di Barbato con Viscione. Rapporti già emersi nell'indagine su Milanese, da intercettazioni e da un verbale dello stesso Viscione col pm Piscitelli ora «trasmesso per approfondimenti» a Woodcock. Viscione, nel nuovo interrogatorio, ribadisce che Barbato gli aveva chiesto «20mila euro per una consulenza che avrebbe dovuto svolgere a favore della società di mia proprietà, nei confronti dell'Isvap, dove lui diceva, per essere componente di una certa commissione, di avere delle giuste entrature con la vicepresidenza».

Woodcock vuol sapere di più. «Chi era la vicepresidente?», chiede. «Mazzarella», replica Viscione, che aggiunge: «Ma era un millantatore (Barbato, ndr ), perché questa dottoressa (...) lui l'avrà vista quando andava in commissione e (...) ha considerato questa persona come avvicinabile». Woodcock si informa sulla genesi del rapporto tra Viscione e l'onorevole.

L'imprenditore ricomincia: «(Barbato, ndr) ha iniziato con il proporsi per ottenere un mandato assicurativo, che ha ottenuto (...) a favore della moglie». Un mandato di agente per la società assicurativa «Eig», all'epoca di proprietà di Viscione, e che la moglie di Barbato ottenne «non da me, da Resciniti che era il mio Dg (...) e che prima di dare mandati si rivolgeva a me...», spiega l'imprenditore. Che aggiunge come «l'aggancio» con Barbato fu proprio il fratello di Resciniti, «un avvocato napoletano collegato con questo movimento politico di cui fa parte Barbato».

«Cioè l'Idv», chiede Woodcock. Viscione conferma, e prosegue: «Quindi, questo Barbato ha fatto il primo aggancio per ottenere un mandato... si è trovato in un momento in cui noi eravamo nell'occhio del ciclone per questa ispezione congiunta Isvap, Gdf e, poi, anche per l'indagine in corso del dottor Piscitelli...». Woodcock incalza: «Vuol dire che eravate sotto pressione?».

«Sotto pressione... e lui (Barbato, ndr) era a conoscenza come tutti di questa pressione... e si è proposto per fare il consulente per nostro conto, cercando di spillarci un po' di soldi, questo è tutto». Un tutto che per Woodcock non è sufficiente. Pm: «Lui in concreto che voleva fare?». Viscione: «Proponeva di potersi interessare della vicenda per cercare di alleviare quelle che potevano essere le conseguenze derivanti da una ispezione, in qualche modo, come dire, devastante». Woodcock incalza.

«Quanto ha fruttato alla moglie del Barbato questa cosa?». «Poca roba, credo», replica Viscione, ma il pm insiste: «Questo mandato l'ha chiesto lui o l'ha chiesto la moglie?». «L'ha chiesto lui per la moglie», conferma Viscione. Woodcock torna sull'autocandidatura di Barbato a consulente: «Dopodiché lui s'è offerto per (...) intervenire su questa vicepresidente?».

Viscione ricomincia: «Dice: "sai, io posso farti la consulenza, però mi dovresti dare ventimila euro in contanti, cash" (...) io ho rifiutato, ho rifiutato proprio, ho detto: statti bene!». La vicenda ricostruita da Viscione sembrerebbe ricalcare i comportamenti contestati dai pm partenopei a Milanese e a Papa, che avrebbero chiesto soldi in cambio di informazioni fornite all'imprenditore di turno. Che sia o meno questo il teorema di Woodcock, il pm va avanti: «Lui questi soldi ha detto: guarda, mi devi dare 20mila per me, oppure me li devi dare...».

Viscione coglie: «No, no, per sé, per sé. Cioè, 20mila euro che servivano perché lui si interessasse della nostra vicenda». Una consulenza che, aggiunge Viscione, «si deve intendere come un fatto di interesse, che poteva esplicare...».

Anche perché «se no uno, voglio dire, improvvisamente chiede 20mila euro così, non ha senso», riassume Woodcock. Dopo il rifiuto? «Da allora (Barbato, ndr) non l'ho più sentito: lui mi telefonava continuamente, è venuto pure a casa», chiosa Viscione. Ma il pm non molla, tocca il tasto del «ruolo istituzionale» del parlamentare, chiede una volta di più in che modo Barbato conoscesse i vertici dell'Isvap. E alla fine Viscione sbotta: «Io non facevo mica l'indagine come giustamente sta facendo lei per capire».

 

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