giuseppe conte aiuto

CONTE, UN LEADER PROVVISORIO - GRILLO NON LO AMA, DI MAIO VUOLE LOGORARLO, I PEONES SONO PRONTI A MOLLARLO AL SUO DESTINO - MA LUI RESISTE PERCHE' SPERA DI "RIFORMARE" IL M5S, CIOE' METTERE MANO ALLE LISTE DEI CANDIDATI GRILLINI ALLE PROSSIME ELEZIONI, COSI' DA EPURARE CHI E' CONTRO DI LUI - MA SARA' LUI A FARLE? NEL DUBBIO IERI SERA, PER BLINDARSI, HA RIUNITO DEPUTATI E SENATORI PER PRESENTARE IL PACCHETTO DI NOMINE DELLA SEGRETERIA E FARLO VOTARE…

Simone Canettieri per "il Foglio"

 

grillo conte

"Non ce l'ho con lui: è che non mi sta simpaticissimo", dice Beppe Grillo, forse scherzando, a chi nel M5s gli telefona o gli manda messaggi complimentandosi per la stoccata rivolta a Giuseppe Conte. L'altro giorno il Garante del M5s è tornato a farsi sentire durante una conferenza sull'ener - gia. E ha rotto un silenzio che durava da fine giugno. Quando disse, sempre di Conte, che "non ha visione politica né manageriali".

 

Poi la tregua, qualche sfogo filtrato sui giornali, ma niente di più. Fino appunto a martedì. L'oc - casione per uscirsene con una battuta abbastanza urticante nei confronti dell'ex premier che aveva appena annunciato il ritorno dei grillini in Rai dopo cinque giorni di autoesilio ("Sei uno specialista di ultimatum"). I contiani derubricano l'uscita dell'"Eleva - to" con il classico "ma lo sapete com' è Beppe, no?".

 

luigi di maio virginia raggi giuseppe conte foto di bacco (2)

E poi aggiungono un particolare: "Il comunicato stampa contro la Rai è stato letto al telefono a Grillo prima che diventasse pubblico". Il fatto è un altro: più passa il tempo e più il presidente del M5s assume le sembianze di un capo provvisorio. Di un quasi leader. Di un reggente. I deputati che ma lo sopportano lo chiamano "Vito Conte". In onore di Crimi. Il senatore diventato capo politico del M5s quasi per sbaglio. Ma che nel corso del suo mandato fece da parafulmine in un partito irriformabile, diviso in bande. La leadership di Conte è già logorata ammesso che sia mai nata?

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

 

Chi gli sta molto vicino confessa: "Questo timore c'è, ecco perché continuo a dirgli di andare al voto subito, dopo l'elezio - ne del Capo dello stato. Ma lui dice di no: vuole chiudere la legislatura per strutturare il partito". Sarà davvero così? E soprattutto: Conte cosa ne pensa di chi sostiene che Luigi Di Maio voglia fargli le scarpe?

 

conte di maio

Questo punto è delicato. L'ex premier ha rapporti freddissimi con il ministro degli Esteri. Si parlano appena. Come accaduto anche quando hanno fatto l'ultimo vertice con tutti ministri. Conte vorrebbe in qualche modo separare la sua strada, e quella del M5s, da quella di Di Maio. Come? Forse quando ci saranno da fare le liste per le politiche. Ammesso che sia lui a farle. Nel dubbio ieri sera ha riunito deputati e senatori per presentare il pacchetto di nomine della segreteria e farlo votare. Un modo per blindarsi.

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…