merkel salvini macron

CON LE ELEZIONI EUROPEE A MAGGIO, I "FALCHI" DI GERMANIA, FRANCIA E PAESI VASSALLI DEVONO RANDELLARE IL GOVERNO ITALIANO PER PROVARE A RESTRINGERE GLI SPAZI DEI PARTITI SOVRANISTI DI CASA LORO - TRIA E CONTE VORREBBERO CHE SALVINI-DI MAIO ABBASSASSERO I TONI PER ADDOLCIRE LA PROCEDURA PER DEBITO CONTRO L'ITALIA - PERCHE' SE LA COMMISSIONE DOVESSE SCEGLIERE LA LINEA DURA...

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

EUROPE THE FINAL COUNTDOWN

Raccontano a palazzo Chigi che ieri mattina, quando si è ritrovato di nuovo davanti Luigi Di Maio e Matteo Salvini, Giuseppe Conte abbia tirato un profondo sospiro. Poi, con garbo e anche con un filo di timidezza, il premier abbia suggerito ai leader di 5Stelle e Lega un po' di prudenza. Con questa spiegazione: ora che a Bruxelles, come voi avete chiesto e voluto, abbiamo risposto picche non modificando saldi e sostanza della manovra economica, adesso che non ci resta che attendere l' avvio della procedura d' infrazione, sarebbe meglio abbassare i toni.

 

Ridurre lo scontro. Solo così, forse, sarà possibile scongiurare sanzioni pesantissime sul debito e deviare la procedura sul deficit. Magari riuscendo a convincere qualche partner al Consiglio europeo del 25 novembre, dedicato alla Brexit.

conte e tria

 

Concetti e suggerimenti condivisi da altri esponenti del partito della preoccupazione, composto dai ministri dell' Economia Giovanni Tria, degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, dell' Europa Paolo Savona, dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. E, soprattutto, da Sergio Mattarella, in missione in Svezia.

 

Il capo dello Stato, da quando è cominciato il braccio di ferro con la Commissione europea, ha sempre sollecitato il dialogo. E ora che è platealmente caduto nel vuoto l'appello a «rispettare le regole di bilancio per preservare i risparmi delle famiglie», a Mattarella non resta che lanciarsi nell' impresa della riduzione del danno. In modo da evitare che la mannaia europea metta in ginocchio il Paese.

 

MEDIATORI E GUASTATORI

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

Ebbene, il Presidente - esattamente come Conte e Tria, costretti negli ultimi mesi a prendere bacchettate in giro per l' Europa e a constatare il desolante isolamento italiano - è convinto che questa operazione avrebbe molte più possibilità di successo se, appunto, Di Maio e Salvini la smettessero di provocare la Commissione: il giudice che il 21 novembre dovrà emettere la prima sentenza.

 

Anche perché è ormai evidente che in Europa, in vista delle elezioni di fine maggio, si sta giocando una battaglia politica. In cui, da Emmanuel Macron ad Angela Merkel in giù, tutti i leader appaiono determinati a impartire una solenne lezione al governo giallo-verde per provare a restringere gli spazi dei partiti sovranisti e populisti che hanno in casa.

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

 

Il problema è che Di Maio e Salvini, anche perché consapevoli di questa battaglia, non intendono seguire questi consigli. I due vicepremier, anche ieri, si sono mossi come guastatori. Dopo che lo spread era già schizzato a quota 316, dopo che Austria e Olanda erano partite alla carica invocando la procedura d' infrazione e soprattutto dopo che il vicepresidente della Commissione Valdis Dombroivskis era tornato a bocciare la manovra, Salvini ha messo a verbale: «Ci sono dei grafomani a Bruxelles che scrivono letterine, ma non ci muoviamo di un millimetro».

CONTE DI MAIO SALVINI

 

E Di Maio ha pensato bene di smontare le timide concessioni fatte da Tria nei suo colloqui riservati. Con due mosse. La prima: nessuna minor spesa per reddito di cittadinanza e quota 100. «Non ci sarà alcun slittamento, faremo un bel decreto entro fine anno». Come dire: il fondo da 16 miliardi non andrà in alcun modo alla riduzione del deficit. La seconda: rendere palese che l' offerta di ridurre di 18 miliardi il debito grazie alla vendita del patrimonio immobiliare pubblico è un bluff. «Venderemo beni di secondaria importanza e non certo Eni, Enel, Enav».

CARTA IGIENICA SALVINI DI MAIO

 

LE SPERANZE DI TRIA

Un atteggiamento che allarma soprattutto Tria, l' uomo che da qui al 22 gennaio (quando l' Ecofin dovrà comminare la sanzione) ha l' onere di provare ad addolcire la procedura. Il ministro vorrebbe che Salvini e Di Maio la smettessero di attaccare a brutto muso Bruxelles e, insieme a lui, provassero piuttosto a «difendere e spiegare le tante buone ragioni della manovra».

 

matteo salvini luigi di maio

Se infatti la Commissione dovesse scegliere la linea dura della procedura per debito, sarebbero necessari interventi per circa 40-60 miliardi l' anno. Impraticabili. Se invece si raggiungesse un appeasement, la procedura per deficit comporterebbe correzioni nell' ordine di 9-13 miliardi. Il problema è farlo capire ai vicepremier che, in campagna elettorale, vogliono usare la multa di Bruxelles come la medaglia da martiri degli euroburocrati. Vista la situazione, Conte volerà da Jean-Claude Juncker. In scadenza di mandato e con i leader europei con il fucile puntato, il capo della commissione però non ha molti margini.

SALVINI DI MAIODI MAIO SALVINISALVINI DI MAIO ALLA FINESTRA DI PALAZZO CHIGIgiuseppe conte giovanni tria

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…