ORA E’ BERLINO A TIFARE PER LA “GREXIT” - IL CENTRO STUDI TEDESCO IFO, SOSTIENE CHE ALLA GERMANIA CONVIENE LASCIARE CHE TSPIRAS ESCA DALL’EURO - ANCHE CON LE PERDITE PER LE BANCHE CREDITRICI, ALLA FINE BERLINO RISPARMIEREBBE

Federico Rampini per “la Repubblica”

 

tsipras con un poster della merkeltsipras con un poster della merkel

É allarme Grexit. L’uscita della Grecia dall’euro torna ad essere possibile. Tutte le capitali, da Berlino a Washington, da Bruxelles a Roma, devono misurarsi con questo scenario. E quindi chiedersi cosa succederebbe: quali costi, quali benefici, chi ci guadagna, chi ci perde. Grexit è la crasi di “Greece exit”, indica appunto l’uscita dalla Grecia. Un evento senza precedenti: finora nell’unione monetaria si entrava soltanto. Una via d’uscita non è prevista nei trattati, è un percorso extra-costituzionale.

 

Non basta chiedersi i pro e i contro per Atene. Quali gli effetti sugli altri Paesi? Si scontrano due dottrine. Una è la teoria della zavorra diffusa in Germania: la Grecia è un peso morto, se ci lascia la nave dell’euro procederà più leggera e veloce. La seconda è la dottrina del precedente: Grexit crea un precedente, dimostra che l’unione monetaria si può disfare, è un club da cui si esce; questo genera un’incertezza sulle possibili uscite di altri come Spagna o Italia; e di conseguenza i mercati esigono dai titoli del debito pubblico italiano o spagnolo rendimenti più alti per proteggersi dal rischio.

 

TSIPRAS E JUNCKER TSIPRAS E JUNCKER

Non a caso molti cercano di esorcizzare questa possibilità: il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, tuona che «non esiste una mappa, un manuale d’istruzioni per l’uscita della Grecia».

 

A questi esorcismi si contrappone una visione celestiale di Grexit: la panacea, il rimedio miracoloso per tutti i mali di cui soffre il piccolo Paese mediterraneo dissanguato da sei anni di austerity. Finalmente libero di tornare alla sua moneta nazionale, la dracma, quindi di svalutarla a gogò. E attraverso l’arma della svalutazione competitiva: boom dell’export, boom del turismo straniero, fine dei tagli alla spesa, ripresa dell’occupazione. Lieto fine hollywoodiano.

 

Gli scenari che stiamo usando, possono spingere Angela Merkel, Mario Draghi, o Alexis Tsipras, verso scelte irreversibili, magari fondate su calcoli sbagliati? Il settimanale tedesco Der Spiegel sostiene che Berlino non ha più paura di Grexit. É la stessa sensazione che ha l’Amministrazione Obama, preoccupata dai segnali che riceve.

DRAGHI MERKELDRAGHI MERKEL

 

Citando le parole di un alto dirigente tedesco in visita a Washington: «Sarebbe una catastrofe solo per i greci. Per l’eurozona sarebbe uno shock minore, di modesta entità. In quanto all’economia globale: un non evento».

 

La Grecia, in fondo, è un nano economico: 2% del Pil europeo, zero virgola qualcosa dell’economia mondiale. Le due narrazioni possono allearsi, convergere, rafforzarsi. Da una parte i tedeschi che si convincono di poter affrontare Grexit. Dall’altra i greci attratti dall’idea di una rinascita economica propiziata dal ritorno alla dracma.

 

MERKEL E DRAGHI MERKEL E DRAGHI

Due studi autorevoli invitano alla prudenza. Un terzo, invece, tifa per l’uscita (o l’espulsione) della Grecia. L’istituto economico Ifo, importante centro studi tedesco, sostiene che alla Germania conviene lasciare che Tspiras se ne vada dall’euro. Anche calcolando le perdite per le banche tedesche creditrici, alla fine Berlino risparmierebbe.

 

I tedeschi in caso di Grexit ci rimetterebbero 75,8 miliardi, sì, ma salvare la Grecia in queste condizioni gliene costerebbe 77,1. La Fondazione Bruegel di Bruxelles, e la Ieseg School of Management di Lilla, propendono per la tesi opposta: Grexit sarebbe un disastro per tutti.

 

Vediamo la “sequenza Grexit”. Primo, constatata l’impossibilità di trovare un nuovo accordo fra Tsipras e la Troika europea, Atene annuncia la sua secessione. Secondo, tutti i contratti locali — stipendi e pensioni, debiti e crediti, depositi bancari — vengono convertiti dallo Stato greco in dracma, d’autorità.

 

COPERTINA DELL'ECONOMIST RENZI DRAGHI HOLLANDE MERKELCOPERTINA DELL'ECONOMIST RENZI DRAGHI HOLLANDE MERKEL

Questo apre un enorme contenzioso, nei casi in cui vi siano controparti estere che pretendono la restituzione in euro e fanno ricorsi in tribunali stranieri: complicazione grave e potenzialmente costosa, ma soprattutto foriera d’incertezza; nella transizione possono verificarsi fenomeni di panico, corsa agli sportelli, a cui il governo reagisce con blocco dei conti correnti e divieto di esportare capitali (i ricchi e i politici li hanno già esportati…).

 

La dracma viene poi svalutata in modo poderoso, per esempio del 50%. Fenomenale aiuto per l’industria greca che deve esportare all’estero, e che ora offre uno sconto automatico, meno 50% sui prezzi. Idem per il turismo, le coste greche diventano molto più a buon mercato di quelle italiane o spagnole. Ma altri ci rimettono all’interno della Grecia: i risparmi sono svalutati, petrolio e materie prime costano molto di più, si scatena una forte inflazione che diminuisce il potere d’acquisto delle famiglie.

 

ateniesi pro governo contro austeritaateniesi pro governo contro austerita

Infine la Grecia è tagliata fuori — almeno per qualche anno — dai prestiti internazionali, come accadde all’Argentina dopo il default. Le banche greche isolate dal mondo rischiano di fallire: un’opzione è nazionalizzarle a spese del contribuente. Il saldo finale è incerto. Non è escluso che Atene governata dalla sinistra di Syriza debba nuovamente far ricorso a tagli di spesa e nuove tasse, sia pure in una versione più equa rispetto all’euro-austerity.

 

De te fabula narratur: la sequenza illustrata qui sopra si applicherebbe a uno scenario di uscita dell’Italia o della Spagna. Con una variante in positivo, nel caso italiano. Gli studi Ifo e Bruegel concordano nell’avvertire i greci che per loro i benefici dalla maxi-svalutazione rischiano di essere deludenti: la Grecia ha poca industria esportatrice, non basta svalutare per avere prodotti appetibili sui mercati esteri.

 

ateniesi pro governo contro austerita non siamo colonia di merkelateniesi pro governo contro austerita non siamo colonia di merkel

L’Italia, al contrario, è la seconda potenza manifatturiera europea dietro la Germania. Sotto questo aspetto un’uscita dell’Italia e un ritorno alla lira ha più senso di Grexit. Tutti gli altri costi — svalutazione dei risparmi, iperinflazione, rischi sistemici per le banche — restano validi per l’Italia. Ma perché evocare l’uscita di Italia e Spagna? A parte il fatto che alcune forze politiche auspicano proprio questo, la vera risposta è che Grexit scatenerebbe questo gioco di aspettative.

 

Una volta dimostrato che si può, perché fermarsi a una sola uscita dall’euro? I mercati comincerebbero a scommettere su chi sarà il prossimo. Gli investitori chiederebbero un risarcimento anticipato, per proteggersi, prima di comprare Btp italiani: con enorme aggravio del debito pubblico. L’austerity, in quel caso, non farebbe che cominciare. E la preoccupazione dell’America, che la Grecia finisca nell’orbita di Vladimir Putin, passa quasi in secondo piano…

ateniesi in piazza contro l austeritaateniesi in piazza contro l austerita

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO