CONTRO SARKÒ COL MOTORINO! - IL PRIMO DIBATTITO TV TRA I SEI CANDIDATI SOCIALISTI ALL’ELISEO HA CONFERMATO IL FAVORITO: FRANCOIS HOLLANDE, “L’UOMO CHE SI MUOVE IN SCOOTER” - L’EX COMPAGNO DI SEGOLENE ROYALE (CON CUI HA FATTO 4 FIGLI) È RITENUTO DA MOLTI L´UNICO IN GRADO DI SCHIODARE IL SARKOFAGO DALL’ELISEO - MA IN FRANCIA LE PRIMARIE NON SONO UN “ACCHIAPPACITRULLI” COME QUELLE DEL PD: I GIOCHI SONO APERTI…

Giampiero Martinotti per "la Repubblica"

«Mi sono preparato e mi sono fissato un obiettivo: far vincere la sinistra il 6 maggio». François Hollande si gioca la corsa all´Eliseo di fronte a due donne decise a buttarlo giù dall´Olimpo dei sondaggi: Martine Aubry e Ségolène Royal. Ma probabilmente non sarà il dibattito televisivo di ieri sera fra i concorrenti alle primarie socialiste a far pendere la bilancia in un senso o in un altro. Troppe parole, troppe cifre e probabilmente troppi candidati (sei in tutto) un po´ impacciati, timorosi di rovinare la propria immagine, attenti a non spararsi addosso. Hollande è nervoso, Royal incerta ma abile, Aubry rigida eppur efficace.

Un´ubriacatura di parole in cui le promesse si sovrappongono ai sacrifici, da cui nessuno esce veramente vittorioso. Tutto troppo ovvio, senza scintille, senza vero contraddittorio. E soprattutto senza cattiverie: ieri erano tutti gentili gli uni con gli altri. Ma nei giorni scorsi i colpi bassi non sono mancati.

Hollande, Aubry e Royal intrattengono rapporti difficili tra loro, personali e politici: la Aubry è stata il successore di Hollande al vertice del partito, la Royal è stata la sua compagna per 25 anni. La Aubry accusa il suo predecessore di aver lasciato un Ps «che faceva pietà», la Royal ne ha messo in dubbio le capacità ad esercitare la funzione presidenziale: «Cos´ha fatto in trent´anni di carriera politica?». È il tallone di Achille di Hollande, politico navigato che non è mai stato neanche sottosegretario.

Difficile dire l´impressione che i francesi trarranno dal dibattito di ieri. Le primarie socialiste sono una vera novità: per la prima volta tutti i simpatizzanti di sinistra potranno votare il 9 e 16 ottobre. Con una grande differenza rispetto a quel che è avvenuto in Italia: da noi, Prodi nel 2006 e Veltroni nel 2008 non avevano veri rivali, mentre i francesi devono scegliere fra tre leader che pesano sulla scena politica.

Ognuno di loro si è presentato come ce lo si aspettava. Hollande ha risposto con humour alle critiche per la sua mancanza di esperienza governativa («sì, credo si possa essere presidente della Repubblica senza esserlo mai stato prima»). La Royal ha ritrovato gli accenti del 2007, un certo tono da maestra pronta a bacchettare gli allievi: «Sarò la garante dell´ordine pubblico morale».

La Aubry conferma la sua grande efficacia: ha le idee chiare, anche se le sue promesse elettorali sembrano spesso destinate a un´esistenza effimera, ma non riesce a liberarsi dal guscio di una militante d´altri tempi. Più che sulle idee, i simpatizzanti socialisti sceglieranno sulla base della personalità. E su questo terreno, dopo la caduta di Dominique Strauss-Kahn, è stato Hollande a imporsi.

L´uomo "normale", che circola in scooter è riuscito a costruirsi una nuova immagine. Uomo d´apparato è diventato il favorito del paese profondo più che dei vertici parigini. Molti, a sinistra, lo considerano l´unico in grado di battere Nicolas Sarkozy. Perché è più rotondo, meno spigoloso delle due donne. Paradossalmente è più femmineo delle sue rivali, più consensuale. Ma Aubry e Royal non hanno intenzione di arrendersi senza combattere.

 

HOLLANDE MARTINE AUBRYsegolene royal cor01SARKOZY E STRAUSS KAHN

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…