AGENZIA MASTIKAZZI - SE IL GRILLINO MOLLE-AGIATO HA SULLE SPALLE UNA GRANDIOSA CARRIERA E PUBBLICO APPEAL, NON SI COMPRENDE A CHE TITOLO LA SUA INVADENTE PADRONA DI CASA, CLAUDIA MORI, PRODUTTRICE PER GRAZIA CELENTANESCA, SI SENTA IN DOVERE DI COMUNICARE AL POPOLO ATTONITO LA SUA “NON VOTO GRILLO”…

Paolo Giordano per "Il Giornale.it"

Grillo no grazie. In fondo Claudia Mori è così: non le manda a dire a nessuno, figurarsi a chi è suo marito da quasi mezzo secolo.

«Celentano ha votato Grillo, io invece no». Dichiarazione pubblica: a Zapping 2.0 su Radiouno. Per di più, il giorno prima delle elezioni, aveva twittato: «Smentisco Il Fatto Quotidiano. Io non voto Grillo». Più chiaro di così. Sembrerebbero bagattelle familiari, roba da commedia all'italiana, diciamo stile Sandra e Raimondo. E no. Sono, nel loro piccolo matrimoniale, lo specchio di un paese che alla delusione aggiunge il disorientamento per l'irruenza nichilista di Grillo, gli insulti e le barriere antidemocratiche che giorno dopo giorno sembra alzare.

Claudia Mori, che certo nessuno può accusare di berlusconismo, l'ha spiegata così: «Capisco i motivi per cui il M5S ha preso tutti quei voti e che la gente fosse stanca di tutti questi scandali. Ma avrei preferito che prendessero meno voti. E, soprattutto, non mi piace per niente questo loro modo di sottrarsi al confronto democratico e di far prevalere l'insulto». Poi ancora: «Sembrano un ristretto gruppo inaccessibile: è un atteggiamento pericoloso e sbagliato. Hanno mandato tutti a quel paese e va bene. Ma ora bisogna costruire».

Per carità, chi la conosce bene sa che rinnovamento e facce nuove a Montecitorio non possono che farle piacere. Ma non a tutti i costi. E poi, parliamoci chiaro, se Celentano avesse fatto la sua legittima dichiarazione di voto, anche il dissenso elettorale della moglie si sarebbe probabilmente fermato tra le mura di casa. E chissà quante altre volte è successo in passato.

Invece stavolta lui ha celentaneggiato, è andato oltre e si è ingrillito di brutto. Prima ha annunciato urbi et orbi di votare il Movimento a Cinque Stelle. Poi ha persino elargito un lauto endorsement in musica, postando sul proprio blog il brano inedito «Ti fai del male», una marcetta inquietante di sei minuti che, dopo aver randellato Berlusconi e la Chiesa, piazza lì lo spottone celentanescamente sgrammaticato: «Si dice in giro che fra i partiti c'è un'onda nuova che è partita dal niente e come una valanga sta avanzando come un ciclone per abbattere il marcio della nazione». Grillo, ovvio.

E poi, per non farsi mancare nulla, ieri sul Corriere ha sdottoreggiato sul caso agghiacciante, rilanciato dalle Iene su Italia Uno, quello di Sofia, tre anni, condannata a morte da una malattia degenerativa e alla quale il pm di Torino, Guariniello, impedisce le cure con le staminali. Indignazione legittima e sincera. Però c'è un però. La chiusa retorica: «Non saranno storie come questa uno dei tanti motivi per cui Grillo ha vinto»? No, non saranno queste cose perché difficilmente si conoscono le idee del Movimento su questo problema.

Ecco perché, forse avendo letto in anteprima l'articolessa del marito, l'altra sera la Mori ha rincarato la dose. Per carità, «con Adriano abbiamo avuto un civile scambio di pareri, non proprio una lite». Però quasi quasi. Di certo non era mai successo, almeno in tempi recenti, che «la coppia più bella del mondo» avesse pubblicamente posizioni così distanti. Hanno attraversato di tutto, litigi, presunti rotture, vittorie e sconfitte ma non erano mai sembrati «le convergenze parallele più belle del mondo» come ora.

Vicini ma inconciliabili. Almeno politicamente. E anche in questo caso, loro due così simbolici nella storia dello spettacolo e del costume italiano, esprimono fino in fondo lo stato d'animo di una Nazione. Da una parte chi si esalta purchessia, a costo di far morire anche Sansone con i filistei. E chi invece prova comunque a ragionare. Dimostrando che nel Clan c'è ancora chi sa tenere la barra a dritta.

 

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