SECONDO GIRO DI CORDA - IN IRAN UN DETENUTO “SOPRAVVIVE” ALLA FORCA: NIENTE GRAZIA, SARÀ IMPICCATO DI NUOVO
Da "la Stampa"
Condannato alla pena capitale, portato sulla forca, impiccato e dichiarato morto. Ma, in realtà , era ancora vivo. à successo a un giovane iraniano di 27 anni, identificato come Alireza M. L'uomo, che adesso versa in condizioni precarie, pare che presto si rimetterà . Ad aspettarlo, però, ci sarà ancora una volta la forca. «Quando starà sufficientemente bene - ha dichiarato il giudice - dovrà scontare la sua pena».
La vicenda - riferisce l'ong «Iran Human Rights» - è stata riportata dal sito «Jam e-Jam» ed è stata poi ripresa dall'emittente di Stato iraniana «Irib». Alireza era stato condannato a morte per possesso di sostanze stupefacenti: gli agenti lo avevano pizzicato con un chilo di droga sintetica in tasca nella prigione di Bojnord.
L'esecuzione è durata circa dodici minuti e al termine il medico legale aveva firmato il certificato di decesso. Trasportato in obitorio, però, il giovane si è risvegliato. Il giorno dopo l'impiccagione (il 10 ottobre scorso, tra l'altro «Giornata mondiale contro la pena di morte») qualcuno si è accorto che Alireza respirava ancora: trasferito in ospedale, è stato visitato dai medici che hanno dichiarato: «à in condizioni precarie, ma non rischia la vita».
La notizia ha fatto saltare di gioia le figlie che stavano già organizzando il funerale. Poi la doccia fredda. Il giudice non ha voluto sentire ragioni. Di qui l'appello di «Iran Human Rights» alla comunità internazionale: «Alireza sia salvato. Ha già vissuto una volta la tortura di una condanna a morte. Il mondo non deve consentire che accada di nuovo».
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