LA CORSA ALLA CASA BIANCA ENTRA NEL VIVO: FRA OBAMA E ROMNEY È UN TESTA A TESTA NEI SONDAGGI - LA POPOLARITÀ DI BARACK È IN CADUTA LIBERA, TANTO CHE DUE TERZI DEGLI AMERICANI NON APPROVANO LE SUE SCELTE, SOPRATTUTTO IN ECONOMIA. I REPUBBLICANI NON VOTERANNO PER ROMNEY, MA CONTRO IL PRESIDENTE - E MENTRE OBAMA VUOLE ABBASSARE LE TASSE AI MENO RICCHI, IL MORMONE ANNUNCIA UNA RACCOLTA FONDI RECORD DI 106 MLN $...

1 - USA 2012: SONDAGGIO, TESTA A TESTA TRA OBAMA E ROMNEY
(ANSA) - Testa a testa, e una battaglia epica in prospettiva, con una grande incertezza fino all'ultimo. A quattro mesi dalle elezioni presidenziali Usa, Barack Obama e Mitt Romney sono appaiati al 47 per cento dei consensi tra gli elettori registrati; ovvero allo stesso livello di due mesi fa. E' quanto emerge da un sondaggio Washington Post/Abc News, secondo cui, inoltre, due terzi degli americani ritengono che il Paese sia fuori strada, e la maggioranza non approva il lavoro svolto dal presidente nell'ultimo anno, in particolare sull'economia.

La ricerca mostra una polarizzazione radicata tra gli elettori, dei quali il 74 per cento ha "certamente" deciso per chi voterà e il 12 per cento ritiene che difficilmente cambierà idea. Obama gode del fatto che il 51 per cento dei suoi sostenitori si dice "molto entusiasta", contro il 38 per cento dei sostenitori di Romney. Inoltre, il 75 per cento dice che voterà "per" Obama, mentre il 59 per cento dei sostenitori di Romney dicono che voteranno "contro" l'attuale inquilino della Casa Bianca.

Il presidente è pesantemente penalizzato dall'economia, un campo in cui la sua politica è considerata negativamente dal 54 per cento degli interpellati, una percentuale che sale al 60 per cento tra gli indipendenti. Tuttavia, messi davanti alla scelta, il 45 per cento degli elettori preferisce la politica di Obama rispetto al 48 per cento che invece giudica migliori le proposte di Romney.

Pubblicando questi dati, il Washington Post nota che sono del tutto simili a quelli registrati a maggio, nonostante da allora ci siano stati un paio di deludenti rapporti sull'occupazione, la storica sentenza della Corte Suprema sulla riforma sanitaria e una aggressiva campagna elettorale scatenata da entrambi i candidati. Allo stesso modo la Abc News nota che la scarsa approvazione per la 'performance' economica di Obama rende Romney un candidato "competitivo", ma non abbastanza da avere un margine rassicurante e pertanto, ciò che si profila "é una battaglia epica".

2 - USA 2012: ROMNEY, RACCOLTA RECORD A GIUGNO,OLTRE 106 MLN DLR
(ANSA) - I vertici della campagna elettorale di Mitt Romney, candidato repubblicano alle presidenziali americane, ha annunciato a giugno un raccolta record di 106,1 milioni di dollari, tra donazioni fatte direttamente all'ex governatore del Massachusetts e quelle al Comitato nazionale del partito repubblicano. In totale alla fine di questo mese la campagna di Romney si ritrova in cassa oltre 160 milioni. Il presidente americano, Barack Obama, nell'ultimo mese avrebbe invece raccolto 'solo' 71 milioni.

Il record assoluto di raccolta di fondi elettorali in un solo mese resta ancora ad Obama, che nel settembre 2008 riuscì a far confluire nelle casse della sua campagna elettorale ben 150 milioni di dollari. Soddisfazione nell'entourage di Romney per il dato di giugno. Anche se queste cifre non tengono conto dei soldi versati a cosiddetti 'SuperPac', i supercomitati di azione politica che raccolgono - senza alcun limite stabilito dalla legge - le risorse versate ai due candidati dalle lobby.

3 - OBAMA SFIDA I REPUBBLICANI "GIÙ LE TASSE AI MENO RICCHI"
"LA DESTRA TUTELA LA CLASSE MEDIA? ALLORA APPROVI GLI SGRAVI FISCALI"
Maurizio Molinari per "la Stampa"

Barack Obama sfida i repubblicani sul terreno del fisco, proponendo al Congresso di Washington di approvare in tempi stretti il prolungamento per 12 mesi degli sgravi alla classe media. «Visto che i repubblicani dicono di voler tutelare la classe media, allora prolunghiamo la riduzione di tasse a tutti coloro che hanno redditi fino a 250 mila dollari annui, limitando il dibattito solo a coloro che hanno di più», ha detto il presidente, parlando dalla East Room della Casa Bianca alla vigilia di un viaggio elettorale in Iowa.

«Approvate una legge che estende i tagli alle imposte della classe media e lo firmerà domani, approvatelo la prossima settimana e lo firmerà la prossima settimana», incalza Obama, con toni di sfida nei confronti dei leader repubblicani del Congresso.

Il passo del Presidente si spiega con quanto sta avvenendo sul fronte della sfida con il repubblicano Mitt Romney: i sondaggi suggeriscono che nei 12 Stati considerati più in bilico il Presidente è in vantaggio 47 a 45 per cento grazie al fatto che il rivale viene identificato con i più ricchi. L'intento dunque è di appiattire Romney sempre più sull'immagine di un candidato lontano dalla classe media e poco attento a tutelarne gli interessi.

Per questo David Axelrod, stratega di Obama, punta l'indice sui «suoi conti off shore nelle isole dei Caraibi» rilanciando la richiesta di «rendere pubbliche le dichiarazioni dei redditi degli anni passati» mentre una nuova ondata di spot tv democratici definisce Romney «il candidato dell'outsourcing» ovvero delle aziende che pur di aumentare i profitti esportano posti di lavoro all'estero, causando un aumento della disoccupazione in patria. «Tuteliamo assieme la classe media e limitiamo il dibattito sui tagli fiscali ai ricchi», propone Obama, suggerendo nei confronti di questi ultimi di «riportare il livello delle tasse a quanto era durante l'amministrazione Clinton».

Il confronto sulle tasse si spiega con il fatto che a fine anno scadranno gli sgravi fiscali decisi dall'amministrazione Bush nel 2001 e 2003, portando ad un aumento incondizionato delle imposte se il Congresso non deciderà altrimenti. La risposta di Romney è arrivata con la portavoce Amanda Henneberg, secondo la quale «"l'intenzione di Obama è varare il più grande aumento di tasse della storia americana ai danni di famiglie e imprese» con una decisione destinata a «pesare su ogni cittadino» senza alcuna speranza di rilanciare «l'economia-zombie frutto di politiche errate».

I repubblicani vogliono rendere permanenti gli sgravi fiscali di Bush per tutte le fasce di reddito ed è tale posizione che sta consentendo a Romney di raccogliere ingenti fondi elettorali fra i più facoltosi anche in roccaforti democratiche come New York. A percepire il rischio di perdere elettori nelle fasce più alte di reddito è Nancy Pelosi, l'ex presidente della Camera, che suggerisce a Obama di «estendere il prolungamento degli sgravi fino a coloro che hanno entrate per un milione».

 

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