ospedale morte in corsia

COSTRUIAMO OSPEDALI MA MANCANO I MEDICI – AL MEETING DI RIMINI SEI GOVERNATORI (BONACCINI, FONTANA, ACQUAROLI, TOTI, TESEI E GIANI) LANCIANO L’ALLARME: IL PNRR NON BASTERÀ SE NON CI SARANNO LE FIGURE CHE IN QUELLE OPERE DOVRANNO LAVORARE (MEDICI, INFERMIERI, TECNICI DI LABORATORIO) - "GLI INVESTIMENTI VANNO MESSI A TERRA: O DIAMO RISPOSTE CONCRETE O E' MEGLIO CHE CI FACCIAMO DA PARTE"

Cesare Zapperi per il "Corriere della Sera”

 

corsia ospedale

I soldi ci sono, e tanti (200 miliardi) come non ne sono mai piovuti sul nostro Paese. E consentiranno di realizzare infrastrutture, di costruire ospedali e case di cura, di concretizzare la transizione ecologica. Ma, attenzione, perché il Pnrr non basterà se non ci saranno le figure che in quelle opere dovranno lavorare (medici, infermieri, tecnici di laboratorio) o che quei progetti dovranno far camminare.

 

È l'allarme corale che sale dal Meeting di Rimini dove eccezionalmente si ritrovano sullo stesso palco sei presidenti di Regione (Stefano Bonaccini, Emilia-Romagna; Attilio Fontana, Lombardia; Francesco Acquaroli, Marche; Giovanni Toti, Liguria; Donatella Tesei, Umbria; Eugenio Giani, Toscana) e il presidente di una Provincia autonoma (Maurizio Fugatti, Trento).

 

corsia ospedale

Tutti sono concordi nel ritenere straordinaria la spinta al cambiamento resa possibile dai fondi europei. «Ma bisogna che la spesa pubblica vada di pari passo per consentirci di assumere medici e infermieri» sottolinea Giani. E Toti di rinforzo: «Sono d'accordo sui soldi, ne servono per far girare la macchina. Tutti, però, devono riscoprire l'etica della responsabilità e mostrare di avere cultura di governo. Perché non si distribuisce la ricchezza se prima non la si produce. E la politica deve saper scegliere».

 

Siamo in piena campagna elettorale, ogni governatore ha ovviamente una sua visione ma sul palco di Rimini la propaganda rimane fuori dalla Fiera. Anche rispetto all'ipotesi, ventilata dalla leader di Fratelli d'Italia di «rivedere» o «aggiornare» il Pnrr (ma respinta sabato scorso qui al Meeting dal commissario europeo Paolo Gentiloni), la reazione è tiepida.

 

Fugatti risponde che «non si può perdere tempo. Gli investimenti vanno messi a terra». Fontana sottolinea che «o diamo risposte concrete o è meglio che ci facciamo da parte». Il presidente lombardo si dice invece preoccupato per le difficoltà che stanno incontrando i Comuni, specie quelli più piccoli, per la mancanza di personale che mandi avanti la parte burocratica.

CORSIA OSPEDALE

 

L'unico che chiede un «riequilibrio» del piano europeo (per la preoccupazione che venga realizzato a macchia di leopardo) è Acquaroli, di Fratelli d'Italia. Mentre Tesei rimarca l'importanza degli investimenti nella sua Regione, «la cerniera tra nord e sud». Tocca a Bonaccini lanciare gli ultimi due allarmi. Da un lato, la crisi energetica e l'aumento delle materie prime «rischia di costringere le imprese a disertare i bandi». Dall'altro, «i troppi governi in pochi anni sono un problema. Mi auguro che chi arriverà non cambi l'approccio al Piano nazionale di ripresa e resilienza».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…