SE IL TALK DIVENTA FORCONE - E POI CRITICAVANO DEL DEBBIO, DA FORMIGLI A PARAGONE, DA PORRO A SANTORO, IL POPULISMO DILAGA
Elisabetta Ambrosi per il "Fatto quotidiano"
Ucci ucci, sento odor di ghigliottina. Peccato che, in tv, non si possa far sentire. Ma i forconi e il popolo in fiamme, quelli sì. E io, il talk show italiano, sempre pronto ad anticipare ciò che accade, mi ci ficco a piene mani. Basta con le immagini rassegnate degli italiani in fila alle mense Caritas o del tristo precario che non arriva a fine mese. à tempo di rivoluzione, anzi di eversione. Il montaggio giacobino è presto servito.
Apro con un collegamento con le piazze infuocate, coi poliziotti che abbracciano i barricaderos, e nel frattempo mostro le immagini di Letta fresco di fiducia. Invito qualche politico a destra e a manca, tanto son tutti uguali come diciamo noi, facce nuove da post ancien régime, e li metto a urlare gli uni contro gli altri. Condisco il tutto con interviste-assalto ai castaioli, aizzo il pubblico in studio al daje allo sfascio.
E il talk anti-codino è fatto. Qualche esempio? La Gabbia, su La7. Barba di chi da giorni sta sulle barricate, il tribuno del popolo Gianluigi Paragone tuona: "L'avevamo detto che nel paese stavano crescendo insoddisfazione e rabbia". E infatti lui, che ha sempre rifiutato comode poltrone, mostra fiero i suoi compagni, anzi i suoi uomini qualunque, all'addiaccio coi cartelli contro "i signori che stanno lì".
Un servizio sui capannoni a pezzi - ma la musica di sottofondo è il rock della rivolta - un altro contro Re Giorgio Napolitano, per affogare le critiche nel calderone della demagogia e montaggi di teste dei reazionari che volano. Identica apertura per Virus, su Rai Due ("La rivolta contro la politica" era il nuovissimo titolo): immagini di Letta in Parlamento alternate alle folle inferocite.
Porro legge frasi profetiche di Millenium people di Balard dove si narra di quei "quartieri residenziali che aspettano gli incubi che facciano risvegliare le loro passioni". Chiede preoccupato se la risposta della politica è sufficiente, gli spettatori si chiedono lo stesso vedendo Formigoni e Salvini. Un inviato domanda a una ragazza cosa si aspetta dalla sua "nazione" (facendo rimpiangere il logoro "paese"). Parte il sondaggione su Twitter: "Forconi, dove vogliono arrivare?".
Ma il profumo populista arriva anche nei talk progressisti. E anche Piazza pulita parte con l'inviata tra i rivoluzionari e Formigli che chiede "le ultime sui blocchi", mentre la società civile - l'imprenditore Maurizio Zamperini - vira verso il qualunquismo ("tutte fregnacce, ci avete rotto le palle"). Il dialogo con gli altri, che poi sono Richetti, Cazzullo e di nuovo Formigoni, è impossibile e infatti urlano tutti, pure i migliori come Landini.
A un certo punto, però, c'è un colpo di scena. "I #forconi hanno sospeso la protesta e siono rientrati tra il pubbliko di Pakarone", annuncia su Twitter @SiamolaGente (che pure domanda: "Ma un giornalista, dico uno, Uan, Ke kieda ai #forconi la dikiarasione dei redditi?"). Si spera la riprendano in studio. Così - forse - il conduttore Paragone capirebbe che la rivoluzione non è un pranzo di gala. Anzi, un viaggetto in Jaguar.
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