CROPPI IN GOLA - L’EX ASSESSORE: “MI HANNO CACCIATO PERCHÉ ERO TROPPO SCOMODO. VOLEVO BLOCCARE IL MALAFFARE” – “UN SISTEMA CONSOCIATIVO CHE DURA DA ANNI, CHE ATTRAVERSA DESTRA E SINISTRA” - ‘’ALEMANNO NON SI È ARRICCHITO CON LA POLITICA’’
Amedeo La Mattina per “la Stampa”
«Alla fine sono stato cacciato dalla giunta Alemanno, ma per me l’odore era diventato insopportabile. Ero troppo scomodo. Mettevo zeppe ovunque, controllavo le iniziative da finanziare, mi opponevo a pratiche al limite della legalità, chiudevo le porte alle tante, troppe pressioni esterne ed interne. Quando sul Campidoglio si è abbattuta Parentopoli ed successo il patatrac...».
Cosa c’era dietro il patatrac che ha portato a «Mafia Capitale» ce lo racconta Umberto Croppi, un intellettuale eclettico che ha attraversato gli anni Settanta e Ottanta nel Fuan e nel Fronte della Gioventù fino al vertice del Msi di Pino Rauti. È stato tra gli ideatori dei Campi Hobbit, meeting giovanili di cultura alternativa della destra. Nel 1991 lascia il Msi e fa politica con La Rete e con i Verdi di cui diventa capogruppo al consiglio regionale del Lazio.
Nel 2008 un ritorno di fiamma: cura la comunicazione elettorale di Alemanno e diventa assessore alle politiche culturali e alla comunicazione fino al gennaio 2011 quando viene defenestrato. Decide allora di scrivere un libro dal titolo evocativo «Romanzo Comunale. I segreti dei palazzi del potere di Roma», un’impietosa denuncia del sistema che ruotava attorno ad Alemanno.
Perchè è stato allontanato dalla giunta?
«Alemanno mi aveva coinvolto nell’unità di crisi dopo che lo scandalo di Parentopoli. Gli chiesi di azzerare la giunta e allontanare il suo entourage. La notte del 10 gennaio 2011 il sindaco partecipa a una riunione in cui la giunta viene azzerata ma io non c’ero più. Gli era stata chiesta la mia testa. Gianni non ebbe il coraggio di chiamarmi.
Mi mandò un sms in cui diceva “mi dispiace, ti ho difeso fino alle tre e mezzo di notte ma poi non ce l’ho fatto più: cercherò di ricambiare con la festa del cinema”. “Non azzardare a propormelo”, risposi. Aveva ceduto alle pressioni di coloro da cui doveva affrancarsi».
E’ la storia di una sconfitta generazionale, degli ex giovani di destra cresciuti a pane, politica, ordine e disciplina?
«Intanto l’inchiesta riguarda personaggi di destra e di sinistra. E quelli della nostra destra giovanile non hanno nulla a che fare con “Mafia Capitale». Di quella generazione non c’è nessuno».
L'Arresto dell'ex terrorista dei Nar, Massimo Carminati
Come non c’è nessuno? Massimo Carminati, ex Nar, Riccardo Mancini, ex Avanguardia nazionale, Antonio Lucarelli, ex portavoce di Forza Nuova. Per dirne alcuni.
«Tra chi ha vissuto l’esperienza politica degli Anni 70 e 80 non ce n’è uno. Carminati? Gianni non lo ha mai conosciuto. Carminati al vertice di questa cupola c’era da anni. Dalle parole del procuratore Pignatone si evince chiaramente. Franco Panzironi, ex amministratore di Ama, è un vecchio democristiano.
Mancini, ex presidente Eur Spa, e altri sono persone che Gianni ha conosciuto nella seconda metà degli Anni 90. Guardi, siamo di fronte a un sistema consociativo che dura da anni, che attraversa destra e sinistra.
Un sistema che risale alla Dc e ha attraversato tutte le giunte. La situazione non è né peggiorata né migliorata: il meccanismo è consolidato, non è stato scalfito dalle varie indagini che si sono susseguite. Non c’entra nulla la destra diventata affarista e mafiosa. Questa è una tesi fuorviante: il meccanismo è bipartisan».
Alemanno è corrotto?
«Non si è arricchito con la politica. Gli rimprovero di non avere usato l’ampio mandato popolare per rompere il meccanismo “a Fra’ che te serve” che c’era già ai tempi del sindaco Carraro al quale arrestarono tutta la giunta».
Ha usato il meccanismo per finanziare la corrente?
«La politica tutta si finanzia in questo modo».
Marino ha sbarrato la strada al malaffare come dice lui?
«Sicuramente il malaffare non è arrivato nella sua stanza. Ma ora lui è nella condizione ideale e straordinaria per spezzare il meccanismo consociativo, a cominciare dalle cooperative. Lui può fare veramente la rivoluzione».