DAGOESCLUSIVO - L'ESTATE CALDA DI SALVINI: SICUREZZA, FLAT TAX E PACE FISCALE. PER GARANTIRE IL GOVERNO ALMENO FINO ALLE EUROPEE. TUTTI FINGONO DI NON VEDERE L'ICEBERG DI FINE ESTATE: LA FINANZIARIA. E IL LEGHISTA TEME L'INCIAMPO GIUDIZIARIO - NOMINE: VERTICE A 4 (DI MAIO, SALVINI, GIORGETTI, CONTE) SU CDP E RAI. SU FERROVIE I GRILLINI TENTENNANO: PREFERISCONO I CACCIATORI DI TESTE - GRILLO CHE FU CACCIATO DALLA RAI MEDITA LA VENDETTA E PUNTA SU FRECCERO - SILVIO TACE: NON VUOLE METTERSI CONTRO SALVINI IN TEMPI DI NOMINE RAI...
DAGONEWS
Dopo i ballottaggi, come era prevedibile, Salvini ha lievemente smorzato i toni, almeno sul fronte interno. Ora il leghista ha tre obiettivi in mente per mantenere la luna di miele con l'elettorato, e diffondere nell'aria il profumo di un successo politico (basta il profumo, non serve la ciccia): un provvedimento politico sulla sicurezza tipo la legittima difesa, e l'avvio del processo verso la flat tax e la pace fiscale.
Il M5S punta al resto: Reddito di Cittadinanza e incentivi al Sud, il loro bacino di voti, attraverso (credono loro) una serrata spending review. Sono partiti coi vitalizi dei parlamentari, pochi spicci che porteranno molti grattacapi giuridici e lunghi contenziosi, ma da qualche parte dovevano pure iniziare.
GIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIO
L'accordo tra le due forze di governo è di non far saltare nulla almeno fino alle Europee: nei prossimi tre mesi servono una serie di ''vittorie'', almeno percepite, per continuare a navigare fino all'anno prossimo senza troppi ostacoli. Ovviamente tutti fanno finta di non vedere l'iceberg che si staglia all'orizzonte, cioè la finanziaria.
A settembre/ottobre bisogna presentare i conti a Bruxelles, e certi corvi dalle parti di via XX Settembre sussurrano numeri horror (25-30 miliardi in più) per far quadrare i conti senza muovere nulla nel delicato equilibrio di finanza pubblica, figuriamoci se bisogna preparare riforme costosissime come quelle contenute nel Contratto del Cambiamento.
La Lega spera di pagare la flat tax chiudendo vecchi contenziosi con l'Erario, Di Maio vuole farsi finanziare il reddito di cittadinanza dall'Europa. Il tutto mentre si deve ridisegnare l'intero impianto comunitario e capire se andare all in verso una vera unione economica e politica oppure continuare su questo stallo e dunque, prima o poi, precipitare.
Salvini ha poi una preoccupazione tutta sua: l'inciampo giudiziario. Si sa, in Italia quando manca l'opposizione, ci pensa la magistratura. Per ora il leghista sembra di teflon: Parnasi grande amico e finanziatore della Lega, nonché commensale di Giorgetti? Una pioggia di copertine de ''L'Espresso'' sui soldi offshore del partito? Persino la talpa della procura di Roma che era la sua candidata alle comunali? Nulla ha attecchito. Ma come si dice, ''dalle e dalle…''
Nel breve periodo, quello che impegna il governo oltre ogni previsione sono le nomine. Nei prossimi giorni ci sarà il vertice a quattro (Conte, Di Maio, Salvini, Giorgetti) che dovrà sciogliere i nodi di Cdp e Rai, forse anche le Ferrovie. Diciamo forse perché Toninelli non è più tanto sicuro di sostituire Mazzoncini. La linea dei puristi grillini alla Fico è: la Lega ha i quadri che noi non abbiamo. Non dobbiamo piazzare per forza gente ''nostra'', anche quando non ce l'abbiamo. Dobbiamo cercare di piazzare gente brava, altrimenti ci si ritorcono contro come Lanzalone. L'ipotesi è quella di affidarsi alle società di cacciatori di teste.
Sulla Rai Salvini ha trovato un osso duro, ma non è Di Maio, è Grillo: il comico ha un conto aperto con Viale Mazzini, e non gli dispiace di potersi vendicare per l'antica cacciata. Per questo punta insistentemente su Freccero, ma non come presidente, proprio come amministratore delegato. Matteo però incassa i complimenti di Beppone (che è scoperto su Lanzalone ed evita ogni ostilità con il compagno di coalizione) e può contare sul silenzio di Berlusconi: mentre si fanno i nomi per la Rai, Silvio che ancora non si è ripreso dal sorpasso del leghista non si vuole mettere a criticarlo, visto che potrebbe vendicarsi con scelte molto ostili a Mediaset.