beppe grillo luigi di maio alessandro di battista

DAGO-ESCLUSIVO - CHE SUCCEDE NEL M5S? PER DI MAIO, IL PADRE È UN NERVO SCOPERTO - GRILLO NON CREDE IN DIBBA PER IL FUTURO, NON AMA LA SUA VACANZA IN CENTROAMERICA E PREFERISCE FICO E DI STEFANO PER TORNARE A UN MOVIMENTO PAUPERISTA E SCASSA-TUTTO - GIORGETTI AL POSTO DI TRIA PER LASCIARE IL SUO POSTO A SPADAFORA? LEGA E MATTARELLA STOPPANO IL PIANO DI CASALINO - CASALEGGIO JR PUNTO DAL ''FATTO'' VOLEVA ARTOM ALLA CONSOB. SUBITO STOPPATO

DAGONEWS

 

BRUNO VESPA E LUIGI DI MAIO

Che succede in casa grillina? Negli ultimi giorni si è fatta notare l'assenza di Luigi Di Maio in tv, soprattutto dopo la sovraesposizione delle ultime settimane. Pare che il vicepremier avesse in programma di andare in Rai, o da Vespa o da Lucia Annunziata. Entrambe le partecipazioni sono naufragate, però, sulla lista di domande consentite, vera tragedia mediatica dei nostri tempi.

beppe grillo luigi di maio alessandro di battista contro la legge elettorale

 

Pare che al solo menzionare i casini del padre, tema che avrebbe voluto trattare Lucy a ''Mezz'ora in più'', Luigino si sia chiuso in un mutismo invalicabile. È un nervo scopertissimo e argomento tabù per chiunque voglia intervistarlo. Allora ''Porta a porta'' ieri sera? Giammai: Bru-neo avrebbe chiesto della bruciante sconfitta con Bruxelles. Niente tv.

 

Ma i problemi vengono anche da Genova. No, non dal ponte di cui Toninelli ha già incautamente annunciato la data di inaugurazione (''sarà pronto a inizio 2020''), ma da Sant'Ilario, per la precisione da Villa Grillo. Beppe ormai non parla più con i leader del suo movimento, preferisce confidarsi con gli amici.

 

Non pensa che Dibba possa risollevare le sorti del M5s e riportarlo alle sue origini spettinate fatte di vaffa e ambientalismo. Non lo pensava prima che uscissero i conti della società di famiglai che produce sanitari, le tasse non pagate e gli stipendi arretrati, figuriamoci ora.

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

 

Non gli sono piaciuti il viaggio in Centroamerica, il libro con Mondadori, i reportage per il ''Fatto'' che leggono in pochi, i documentari sulla piattaforma ''Loft'' che non vede proprio nessuno, le sue foto sull'amaca e i post su Instagram con fidanzata, figlio e hashtag #noipapà, che sembrano più una guida per le vacanze coi figli al seguito che il diario di un leader politico.

 

Grillo è pur sempre quel milionario che prima di partire per Malindi pubblicava ''l'elogio della povertà'' come discorso di fine anno, teorico di un pauperismo da decrescita ligure e felice che non ritrova più nella sua creatura.

 

grillo di battista

Per questo ha cazziato duramente Davide Casaleggio dopo l'articolo apparso sul ''Fatto'', a firma Stefano Feltri e Carlo Tecce, sui conflitti d'interessi della società che gestisce il primo partito politico d'Italia, in cui si racconta come ''chi vuole parlare coi 5Stelle passa da lui. Dalle imprese che puntano ai fondi pubblici agli enti vigilati da Di Maio: l’imprenditore è considerato la porta d’accesso''.

 

Ovviamente il pezzo non nasce da Travaglio ma dall'ala più ostile al M5s del suo quotidiano, e comunque Beppe e Marcolino non hanno più il rapporto amichevole di un tempo.

 

Gli unici che ricevono l'apprezzamento del Fondatore sono Roberto Fico e Manlio Di Stefano, il sottosegretario agli Esteri che Grillo sognava di vedere sulla poltrona più importante della Farnesina, finché Mattarella non ha fatto capire ai suoi che serviva qualcuno con un curriculum più solido.

DI MAIO CONTE GIORGETTI

 

Nel cuore del comico resta sempre l'idea che il suo movimento doveva rimanere all'opposizione, e non passa giorno in cui non pensi di tornare in campo a fare il disturbatore. Per ora si morde la lingua e pubblica post cattivelli sul blog, che per fortuna di Di Maio è letto solo da qualche irriducibile.

 

Mentre sulle colline genovesi si sogna la rivoluzione, nei palazzi romani si tramano le solite manovre. L'ultima è quella che vedeva Giancarlo Giorgetti, badante leghista alle costole di Conte e dunque mal digerito da Casalino, al posto di Tria al Tesoro, così da promuovere Spadafora sottosegretario di Palazzo Chigi al posto di GG. Nonostante i rapporti con Salvini non siano stretti come un tempo, la Lega si è opposta fermamente a questo piano, e lo stesso ha fatto Mattarella, che ha nel ministro di via XX Settembre uno dei pochi interlocutori fidati del Governo.

VINCENZO SPADAFORA LUIGI DI MAIO

 

Per finire il giro nel mondo a 5 Stelle, dicono che l'algido Casaleggio abbia proposto un nome per la caldissima e tuttora vacante poltrona della Consob. Quel nome era Arturo Artom, imprenditore molto ''social'' e grande amico del guru senior come del guru junior. Comunicata l'idea a Di Maio, Luigino l'ha riferita a Conte, che era pronto a presentarla al Quirinale. Luigi Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi e gran conoscitore delle authority, li ha fermati subito: ''Siete pazzi''.  

conte casalino 1ROBERTO CHIEPPACASALEGGIO CON ARTOM arturo artom roberto maroni il console americano philip reeker davide casaleggio nuzzi

 

Ultimi Dagoreport

giovanni caravelli giorgia meloni francesco paolo figliuolo

DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE. PRENDERÀ IL POSTO DI NICOLA BOERI (CHE FU SCELTO DALLA CAPA DEL DIS, ELISABETTA BELLONI, IN CHIAVE ANTI-CARAVELLI) – PARE CHE LA DUCETTA SIA RIMASTA STREGATA DAL PIGLIO MARZIALE DI FIGLIUOLO, AL PUNTO DA PIAZZARLO SULL’IMPORTANTE POLTRONA GIUSTO PRIMA DELLA FINE DEL SUO MANDATO POST-ALLUVIONE IN EMILIA E ROMAGNA (26/12/24) – LA NOMINA, ''VOLATA'' SOPRA CARAVELLI E MANTOVANO, FA STORCERE IL NASO ANCHE A VARIE FORZE MILITARI: NON ERA MAI ACCADUTO CHE AI VERTICI DELL’AISE CI FOSSERO TRE GENERALI DELL’ESERCITO (CARAVELLI, FIGLIUOLO E ZONTILLI)...

mauro crippa nicola porro bianca berlinguer pier silvio berlusconi paolo del debbio

DAGOREPORT – UN "BISCIONE", TANTE SERPI! GLI AVVERSARI DI BIANCA BERLINGUER A MEDIASET LAVORANO PER DETRONIZZARLA: STAREBBERO RACCOGLIENDO UN “PAPELLO” CON LAGNANZE E MALCONTENTI VERSO LA GIORNALISTA DA SOTTOPORRE A PIER SILVIO BERLUSCONI – GLI ANTI-BIANCHINA SONO STATI "INCORAGGIATI" ANCHE DAI FISCHI RISERVATI ALLA CONDUTTRICE AD "ATREJU" DAL POPOLO DI DI FRATELLI D'ITALIA CHE INVECE HA OSANNATO PAOLO DEL DEBBIO COME LEADER DI FORZA ITALIA IN PECTORE (TE CREDO, DEL DEBBIO E' PIU' ''MORBIDO'' DI TAJANI CON LA MELONI) – TRA I PIU' INSOFFERENTI (EUFEMISMO) VERSO BIANCA IL DUPLEX CONFALONIERI-CRIPPA, CAPO DELL'INFORMAZIONE MEDIASET (PORRO, DEL DEBBIO, GIORDANO, SALLUSTI): TUTTI INSIEME NON HANNO MAI DIGERITO CHE L'EX "ZARINA" DI RAI3 INTERLOQUISCA DIRETTAMENTE CON PIER SILVIO

marina pier silvio berlusconi niccolo querci

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO BERLUSCONI NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (COME “AMBASCIATORE” PER I GUAI POLITICI) E DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO (CHE CURAVA I RAPPORTI PER MEDIASET) - GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE E RITAGLIARSI IL RUOLO DI INTERMEDIARI. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI…

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?