DAGOREPORT - BERGOGLIO BATTE UN COLPO E PUTIN RISPONDE! IL PONTEFICE LAVORA PER UN TAVOLO DELLA PACE INTORNO AL QUALE FAR SEDERE BIDEN, ZELENSKY E "MAD VLAD". DOPO UN LUNGO TENTENNARE, IL CREMLINO AVREBBE ACCOLTO L'APPELLO DEL PAPA A PARTECIPARE A UN INCONTRO IN TERRITORIO NEUTRO (MAGARI PROPRIO IN VATICANO) – I NODI DA SCIOGLIERE SONO DUE: LA RITROSIA DI ZELENSKY E I DUBBI DI JOE BIDEN, STRETTO NELLA MORSA DA FALCHI E COLOMBE DELLA SUA AMMINISTRAZIONE - IL RUOLO DI MACRON E L'INSOFFERENZA GENERALE PER GLI ALTI COSTI DEL SOSTEGNO A KIEV, MENTRE È IN ARRIVO UNA RECESSIONE
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papa francesco emmanuel macron
Sul fronte guerra in Ucraina le diplomazie sono al lavoro. Il viaggio di Macron a Roma ha consentito al presidente francese di dialogare a lungo con Papa Francesco e il segretario di stato vaticano Parolin (l’incontro è durato due ore).
Macron spinge Bergoglio a muoversi, e sostiene le iniziative di pace promosse dalla Santa Sede. Da tempo il Pontefice si interfaccia telefonicamente sia con Biden che con Putin e, finalmente, il Cremlino avrebbe accettato l’appello del Papa a partecipare a un tavolo della pace in territorio neutro (magari proprio in Vaticano) a cui siederanno tutti i protagonisti del conflitto.
I nodi da sciogliere sono due: il primo è legato alla ritrosia di Zelensky, che va convinto a trattare la pace più onorevole possibile. Anche perché l’Ucraina in guerra è una macchina mangiasoldi. La commissione europea ha annunciato che proporrà uno stanziamento di 1,5 miliardi al mese per sostenere Kiev, ma il costo per tenere in piedi il conflitto è di almeno il doppio.
Putin e il Papa lo scorso novembre
Senza considerare che si parla già delle cifre per ricostruire il paese devastato dalle bombe di Putin: un mega piano Marshall da 350 miliardi di dollari. E con una recessione alle porte, tutti vogliono chiudere in fretta il conflitto, per destinare le poche risorse disponibili alle emergenze interne.
La seconda questione è legata al cacadubbi Joe Biden, stretto nella morsa da falchi e colombe della sua amministrazione. Da una parte ci sono i duri Lloyd Austin e Jake Sullivan, rispettivamente segretario della Difesa e consigliere per la Sicurezza nazionale, che vorrebbero “annientare” Putin una volta per tutte. Dall’altra ci sono il dialogante segretario di stato Antony Blinken, e il capo della Cia William Burns, che nel suo passato è stato anche ambasciatore a Mosca.
La Cina si è defilata, portando a casa anche i complimenti di Zelensky per non aver dato armi a Putin, provando ad accelerare i negoziati. “Mad Vlad” si ritrova come unici alleati i puzzoni dell’Iran, che gli forniscono i droni, e i sauditi che lo spalleggiano per convenienza petrolifera, come dimostra la decisione dell'Opec+ di tagliare la produzione del greggio.
Vladimir Putin Ali Khamenei Ebrahim Raisi
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PAPA BERGOGLIO E VLADIMIR PUTINBERGOGLIO PUTIN PADRE GEORGvolodymyr zelensky antony blinken
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