1. DAI FALCHI AI CATA-FALCHI IL PASSO È BREVE: IL CAINANO ROMPE CON LA SANTADECHÈ 2. MA LUNGO LA STRADA DELL’IRA IL CONDANNATO BERLUSCONI HA PERDUTO LA “COLOMBA” PIÙ IMPORTANTE E SAGGIA DELLA SUA VENTENNALE VITA POLITICA: GIANNI LETTA HA ROTTO DEFINITIVAMENTE DOPO GLI ATTACCHI TRUCULENTI CONTRO NAPOLITANO 3. AD ALCUNI DIRETTORI MEDIASET È GIUNTO L’ORDINE DI SILENZIARE I PIÙ FACINOROSI TRA I FALCHI DEL PDL, COMPRESI QUELLI CHE SI SONO SPESI PER DIFENDERE LA SUA CAUSA 4. L’ULTIMA SPERANZA È LA TESI DI VIOLANTE: PRIMA DI CACCIARE SILVIO DAL SENATO, NON SAREBBE FUOR DI LUOGO RIVOLGERSI ALLA CORTE COSTITUZIONALE PER CHIARIRE CERTI DUBBI SULLA LEGGE SEVERINO CHE SANCISCE LA DECADENZA DI CHI VIENE CONDANNATO

Ugo Magri per La Stampa

Amareggiato dal suo partito, che fa parlare di sé soltanto per la volgarità delle lotte intestine, ieri mattina il Cavaliere ha chiamato al telefono Bonaiuti (storico portavoce) e insieme hanno buttato giù dieci righe che finalmente dicono basta, d'ora in avanti sarà vietato esibire i panni sporchi davanti a tutti. La colpa, come sempre, viene data agli organi di stampa, responsabili di «questa manipolazione continua che alimenta le polemiche e nuoce alla coesione interna» di un movimento altrimenti unitissimo eccetera.

Però Silvio non dev'essere troppo soddisfatto nemmeno delle sue tivù, se è vero che ad alcuni direttori Mediaset è giunto l'ordine di silenziare i più facinorosi tra gli esponenti del Pdl, compresi quelli che molto si sono spesi per difendere la sua causa.

La Santanché non viene espressamente citata nella dichiarazione. Ma siccome la «Pitonessa» è stata protagonista di sanguinosi duelli verbali con Cicchitto, con Gasparri e con lo stesso segretario del partito Alfano, ieri tutti hanno pensato a lei: dopo averla sistematicamente lanciata all'assalto, dentro e fuori il partito, ecco che d'improvviso il Capo le ordina di fermarsi, di sospendere le ostilità in attesa di nuove disposizioni.

Ciò fa drizzare le antenne a molti protagonisti della politica, anche altolocati, i quali vedono nel silenziatore imposto ai «falchi» (e alla Santanché in particolare) un piccolo, significativo ravvedimento del Cavaliere. È come se l'uomo, dopo avere scagliato nei giorni scorsi fulmini e saette contro il Pd, contro Letta e contro lo stesso Napolitano, in questo momento avesse deciso di dare una chance alle sue «colombe», di metterle alla prova casomai, metti caso, riuscissero a strappare qualche risultato buono per lui con il metodo della trattativa.

Non serve infatti essere scienziati per comprendere che il negoziato nemmeno può incominciare se c'è qualcuno che minaccia, provoca, insulta. Stoppare un attimo le aggressioni è la premessa indispensabile per consentire ai «pontieri» di svolgere il loro lavoro.

E in effetti, c'è chi si sta dando parecchio da fare, specie tra i ministri Pdl. Anzitutto Alfano, ma anche Quagliariello, e poi Lupi, e la Lorenzin: non si contano i contatti di queste ore con il premier, con Epifani, con il Colle più alto, per scongiurare la crisi di governo che sarebbe inevitabile (così si ripete ad Arcore) qualora il Pd votasse la decadenza di Berlusconi da senatore.

Altri colloqui si prevedono per oggi, il cui fulcro sarà rappresentato dalla tesi sostenuta da Violante ieri mattina sul «Corsera»: prima di cacciare Silvio dal Senato, non sarebbe fuor di luogo rivolgersi alla Corte costituzionale per chiarire certi dubbi sulla legge Severino che sancisce la decadenza di chi viene condannato. L'uscita di Violante è stata festeggiata dalle «colombe» Pdl; sulle ali dell'entusiasmo, qualcuna è riuscita a scorgere spiragli perfino in un'intervista di Epifani a «Repubblica», sembrata ai più di netta chiusura.

Fatto sta che il messaggio recapitato a Napolitano e al Pd suona chiarissimo: la linea del Cavaliere non è più quella dei «falchi», la sua dichiarazione di ieri spazza ogni dubbio. Berlusconi stesso, nei colloqui privati, si mostra pentito degli attacchi a Napolitano. O meglio: si dispiace che certe sue battute sul Capo dello Stato, pronunciate durante il «Gran Consiglio» di sabato, siano state spifferate all'esterno. «Possibile che qualunque cosa io dica a casa mia finisca parola per parola sui giornali?», è lo sfogo. Non era sua intenzione, giura, ferire Napolitano.

Del resto, risulta falsa la voce fatta circolare da Arcore, secondo la quale in un incontro al Colle gli sarebbe stata garantita la grazia nel caso di condanna... Silvio sa benissimo che il Capo dello Stato può compiere gesti di clemenza solo a precise condizioni che il condannato si deve meritare. Tra queste, la prima è senza dubbio il rispetto delle istituzioni (e della verità).

 

MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE berlusconi alfano santanche verdini lupi santanche e berluDANIELA SANTANCHE SILVIO BERLUSCONI gasparri cicchitto foto mezzelani gmt Gasparri Violante e Buttiglione Giorgio Napolitano-Gianni LettaVILLA SAN MARTINO, ARCORE

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