DALLA BOSSI FAMILY ALLE SFOGLIATELLE, DAI DIAMANTI AI CAFFE', DAI LINGOTTI AL BAR, LA SECONDA VITA DELL’EX TESORIERE DELLA LEGA, CICCIO BELSITO
Bruno Viani per “la Stampa”
Davanti alla sua gelateria, l’altra mattina, li ha visti sfilare tutti. Leghisti noti e meno noti, il segretario Salvini e il candidato governatore Rixi in testa. E lui lì, al bancone dei bignè e delle sfogliatelle, oppure dietro alla cassa. Il giorno dopo, Francesco Belsito, giura di non aver provato, nemmeno per un istante, la tentazione di uscire e seguire il popolo della Lega al Teatro della Gioventù che è a due passi dal Balilla, bar simbolo della city: il locale nel quale Belsito è entrato come socio, all’inizio della sua seconda vita, dove l’unico verde è quello dei coni al pistacchio e dello sciroppo alla menta.
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«No, non ho provato nemmeno per un attimo il desiderio di uscire per ascoltare il comizio, sarebbe stato come un salto indietro nel tempo - dice - fino a un passato che non mi appartiene più. Il mio presente adesso è qui, in questo bar».
Belsito giura di non voler parlare. Ma (di fronte all’impegno di mettere per qualche minuto da parte le vicende giudiziarie sui diamanti e sui rimborsi elettorali allegri attorno a The Family) segue il cuore e si lascia andare. Riepilogando: Salvini, non è entrato nemmeno per un salto o per un caffè? «No». Rixi, che è sempre stato suo amico? «Nemmeno, non erano tenuti a farlo e politicamente forse era giusto così. Però militanti sì, parecchi sono venuti. E a chi mi ha chiesto un parere ho detto che Salvini sta facendo un buon lavoro». Certo, lei rappresenta una parte consistente della storia della Lega. «Lo so».
Ogni stagione ha i suoi simboli, l’ampolla dell’acqua del Po di Bossi, col trascorrere degli anni, ha lasciato il posto ai diamanti della Tanzania e ai lingotti d’oro di Belsito, poi alle ramazze di Maroni, ora alle felpe di Salvini. Ma guai a fermarsi alle apparenze: dietro all’ampolla (e ai diamanti e alle ramazze e alle felpe) c’è molto di più. Nel bene e nel male.
«Ho scelto da tempo di non parlare di queste cose, è una mia decisione e non cambio certamente idea. Perché tutto ciò che è legato alle vicende giudiziarie lo affido ai miei avvocati e il resto ce l’ho nel cuore, è una cosa privata». Va bene. Ma cosa pensa di Salvini, che le ha fatto un regalo non piccolo, visto che la Lega ha rinunciato a chiederle un risarcimento milionario? «Sta facendo quello che è giusto, cavalcando il malcontento della gente che non ne può più. Il futuro della Lega è lui».
BOSSI CON LA MOGLIE MANUELA E IL FIGLIO RENZO IN VACANZA A CHIAVARI IN PIEDI FRANCESCO BELSITO jpeg
Per Belsito la Lega è qualcosa che appartiene a un’altra epoca, lui stesso è il passato, però è un passato scomodo. «Quando la vicenda processuale sarà finalmente conclusa, scriverò un libro», promette. O minaccia.
BOSSI E BELSITO a f d e cf d a a
E cosa dice di Rixi, il candidato della Lega alla guida della Liguria (un tempo suo amico)? «Spero che possa fare bene, certo il suo programma elettorale non lo conosco. E il programma, per un candidato, dovrebbe essere la cosa più importante. Sbaglio?». Probabilmente no, non sbaglia. E pazienza se nell’altra vita di Belsito, quando Bossi era ancora il senatùr non sempre le campagne elettorali si basavano su proposte concrete e progetti.
«Mi auguro che Rixi ce l’abbia almeno nella testa, un programma. Ma adesso proprio devo andare, qui si lavora». Tra gelati al pistacchio e caffè lisci o politicamente corretti, la seconda vita del tesoriere Belsito è tra la cassa e il banco di un bar. La terza, quella da scrittore (per ora solo annunciata) fa già paura a qualcuno.