DALLA SCIOLTA DI SCELTA CIVICA ARRIVANO 12 APOSTOLI SALVA-BANANA - MONTI SI SPOSTA A SINISTRA PER ACCREDITARSI CON RENZI

Paolo Bracalini per "Il Giornale"

Molto, nella crisi di Scelta civica, si gioca sul nodo «decadenza di Berlusconi» e applicabilità retroattiva della legge Severino. Monti e i suoi fedeli voteranno per la decadenza: «È una legge costituzionale che non necessita di verifiche» dice l'ex premier al Corriere. E i dodici senatori di Scelta civica che hanno sfiduciato Monti e ora lavorano ad un nuovo gruppo?

La convinzione del Prof è che si siano «venduti» al Cavaliere barattando un'alleanza con il voto contro la decadenza («il ministro Mauro ha ospitato a colazione Berlusconi e Alfano al circolo ufficiali del Ministero» racconta Monti dando le coordinate del tradimento).

Una «volgare accusa», rispondono loro, che rivendicano il diritto a decidere con la propria coscienza sul caso Berlusconi. In «pausa riflessione» sarebbero diversi senatori tra quelli in rotta con Monti: i senatori Marino, Tito Di Maggio, D'Onghia, De Poli, lo stesso ministro Mauro «che voterà contro la decadenza in nome dell'amicizia personale con Berlusconi» assicura Andrea Olivero, già coordinatore di Scelta civica e ora tra i secessionisti cattolici (ma sulla decadenza di Berlusconi «voterò a favore»).

Inquieto anche Casini, uno degli artefici del terremoto centrista. Il leader Udc spera che Berlusconi «si dimetta prima», ma su quel che voterà poi lui, al Senato, non si sbilancia, «non ho ancora deciso, al momento giusto lo dirò». Oscillazione che nel partito di Monti leggono come una dichiarazione d'intenti contro la decadenza, nel segreto dell'urna. Casini, del resto, non ha nascosto la sua opinione: «L'accanimento che parte della magistratura ha svolto nei suoi confronti è indubitabile» ha detto nei giorni scorsi.

E dai banchi Udc, nocciolo della fronda a Monti, arrivano altri distinguo che invitano alla prudenza sul siluramento di Berlusconi. Come quelli di Buttiglione, deputato di Sc, che vede un «dubbio fondato di costituzionalità sulla legge Severino» e quindi chiede venga rimandata alla Consulta, perché «non si può dare l'impressione che Berlusconi abbia meno diritti degli altri».

Tra i frondisti montiani c'è anche il senatore Aldo Di Biagio, che raggiungiamo a Londra, in pellegrinaggio con altri parlamentari ai luoghi di san Tommaso Moro, patrono dei politici (viaggio organizzato dal ministro Lupi, colomba Pdl...): «Io spero che Berlusconi scelga di dimettersi prima di un voto sulla sua decadenza. Ma detto questo, sono convinto che ci sia una parte della magistratura che non persegue la giustizia ma la fama».

Molto prudente, a dir poco, è un altro dei senatori di Scelta civica in dissidio con l'ex presidente del partito, e cioè Gabriele Albertini, ex sindaco forzista di Milano:

«Se mi chiede cosa voterò le rispondo che prima voglio sapere su che cosa si vota. Nel senso, cosa dirà la mozione che verrà messa a scrutinio al Senato. Io penso che debba prevedere una consultazione della Corte costituzionale sull'applicabilità retroattiva della legge Severino al caso di Berlusconi. Io ho dei forti dubbi, non perché sia un magistrato, ma perché so leggere. E leggo non solo il parere di illustri giuristi, o l'articolo 25 della Costituzione. Ma anche soltanto la legge del 1981 sulle sanzioni amministrative. La quale, all'articolo 1, dice che anche le sanzioni amministrative non si possono applicare retroattivamente. Quando l'ho scoperto molti colleghi senatori sono rimasti sorpresi. A cominciare dal presidente Monti, che mi ha chiesto di passargli l'Ipad per poi leggerla. Con molta attenzione, ricordo».

 

renzi monti BERLUSCONI AL SENATO CON GLI OCCHIALIMinistro Mario Mauro CASINI BERLUSCONI MONTI MARIO MONTI CON GABRIELE ALBERTINI PIETRO ICHINO MARIO MAURO GABRIELE ALBERTINI Paola Severino

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…