italia debito pubblico

A GENNAIO IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO HA MESSO A SEGNO UN ALTRO RECORD STORICO TOCCANDO QUOTA 2.603 MILIARDI DI EURO, 33,9 IN PIÙ DI FINE 2020: SONO 43.646 EURO PER OGNI ABITANTE - È VERO CHE PER TUTTO IL 2022 IL PATTO DI STABILITÀ RESTERÀ ANCORA SOSPESO E CHE LA BCE CONTINUERÀ AD ACQUISTARE I TITOLI DI STATO, MA È EVIDENTE CHE L'ITALIA FARÀ SEMPRE PIÙ FATICA A GESTIRE UN DEBITO CHE VIAGGIA ATTORNO AL 160% DEL PIL…

Paolo Baroni per "la Stampa"

 

debito pubblico in percentuale del pil

A gennaio il debito pubblico italiano ha messo a segno un altro record storico toccando quota 2.603 miliardi di euro, 33,9 in più di fine 2020. In media sono ben 43.646 euro per abitante neonati compresi, o «quasi 100 mila euro a famiglia» come segnala l' Unione nazionale dei Consumatori. È l' effetto del Covid che fa volare il deficit e affonda le entrate, anche per effetto dei molti pagamenti che sono stati ridotti o fatti slittare.

 

L' emergenza spiega tante cose, se non tutto, ma è evidente che alla fine dell' emergenza - come ci ha ricordato di nuovo ieri l' Eurogruppo - la questione del debito andrà affrontata. Magari con gradualità, ma occorrerà intervenire.

 

DEBITO

Il «buco» del 2020 Secondo le stime del Centro studi di Unimpresa il «buco» prodotto l' anno passato dalla pandemia ammonta a oltre 101 miliardi di euro: 28 di minori entrate e 73 di maggiori spese. A causa delle restrizioni decise dal governo per far fronte all' emergenza sanitaria il gettito fiscale è calato del 6%, passando da 460 a 432 miliardi; mentre le uscite sono passate da 552 a 626 miliardi (+13,3%). Rispetto al 2019 lo sbilancio dei conti è praticamente raddoppiato passando da 92 a 193 miliardi.

 

A fine 2020 il debito pubblico italiano ha toccato quota 2.569 miliardi, crescendo in media di 13, 2 miliardi al mese, con un ritmo 5 volte maggiore rispetto all' anno prima (quando l' incremento era stato pari a 2, 4 miliardi al mese).

 

DEBITO PUBBLICO

Lo stock complessivo è salito di 159,3 miliardi (+6, 61%) rispetto ai 2.409,9 miliardi del 2019, quando il debito era cresciuto di «soli» 29,5 miliardi (+1, 24%) rispetto ai 2.380,3 miliardi del 2018, anno in cui lo stock era cresciuto di «appena» 51,6 miliardi (+2, 22%).

Gennaio «nero» A gennaio, in base ai dati comunicati ieri da Bankitalia, l' asticella del debito è salita ancora, soprattutto per effetto dell' aumento da 32,6 a 75,1 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro.

 

Sul fronte delle entrate per Bankitalia nel primo mese dell' anno c' è stato un aumento del 2% a quota 36,7 miliardi, ma solo grazie a partite straordinarie perché altrimenti il saldo sarebbe stato negativo. Il Tesoro, che utilizza altri criteri contabili rispetto a via Nazionale, segnala invece un calo del gettito pari a 3,7 miliardi (-5,8%), mentre nell' intero 2020 le entrate fiscali e contributive sono scese del 6,4% ovvero di 46,65 miliardi (tasse -32,5, contributi -14,15).

BANKITALIA 3

 

Analizzando gli andamenti del 2020, secondo Unimpresa, i mesi di aprile, maggio e giugno sono stati i mesi più duri per quanto riguarda le entrate tributarie, con riduzioni rispettivamente del 20%, del 27% e del 19% su base annua, mentre i maggiori esborsi si sono registrati a giugno, settembre e novembre con incrementi che rispetto al 2019 erano pari al 100%, al 57% e al 41%.

 

È vero che per tutto il 2022 il patto di stabilità resterà ancora sospeso e che la Bce continuerà ad acquistare i titoli di Stato, ma è altrettanto evidente che l' Italia farà sempre più fatica a gestire un debito che viaggia attorno al 160% del Pil. E ieri l' Eurogruppo, oltre a suggerire di «continuate a sostenere l' economia fino a fine emergenza» e «a prendere nota dell' orientamento della Commissione sulla sospensione delle clausole di salvaguardia», è tornato a ricordare «che una volta che la ripresa economica sarà saldamente in corso i paesi dell' area euro dovranno affrontare gli accresciuti livelli di debito attuando strategie di bilancio sostenibili di medio termine», migliorando la qualità dei conti e aumentando gli investimenti.

 

Mario Draghi visita il centro vaccinale anti Covid dell'aeroporto di Fiumicino

Una pesante eredità «Sui dati occorre riflettere in maniera lungimirante, con preoccupazione e responsabilità - commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora -. Anzitutto, chiediamoci chi pagherà questo enorme indebitamento aggiuntivo che, creato nel 2020, dispiegherà i suoi effetti nei prossimi decenni».

 

Per questo, a suo parere, «la ripresa economica non dovrà solo colmare la perdita sul fronte del prodotto interno lordo, drammatica e storicamente spaventosa, ma dovrà contestualmente gettare le basi per un rapido riavvicinamento all' equilibrio delle finanze pubbliche. Grava sulle future generazioni un fardello pesantissimo che è stato creato da un momento eccezionale - conclude Spadafora - perciò va subito avviata un' inversione di tendenza, anche ricorrendo definitivamente a una lotta agli sprechi, aggredendo le sacche di spesa pubblica improduttiva».

BANKITALIA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…