DECORO URBANI PER IL BANANA: “VADA AI DOMICILIARI E DA LÌ SOSTENGA IL GOVERNO”

Mattia Feltri per "la Stampa"

Professor Urbani, Silvio Berlusconi ha appena annunciato su Facebook che non molla: il capo del centrodestra rimane lui.
«Conoscendolo mi pare una mossa obbligata per molte buone ragioni personali che hanno a che fare anche con le vicende giudiziarie e con gli interessi delle aziende. Detto questo non provo nemmeno per scherzo a dare suggerimenti a Berlusconi. Per il vecchio e saldo rapporto di amicizia che ci unisce dovrei alzare il telefono e darglieli di persona. Posso soltanto dire che cosa farei se fossi al suo posto».

Quindi, pare di capire, è una mossa obbligata per Berlusconi ma che lei non condivide.
«Credo che oggi ci si trovi davanti a una grandissima opportunità, a un'occasione unica per ribaltare tutto e ricominciare da capo, perché è evidente che così non si va da nessuna parte. Berlusconi dovrebbe trovare la forza di guardare oltre i suoi guai, anche perché sono infiniti, da Ruby a tutto il resto: non è che con la sentenza sull'evasione fiscale si chiude la partita».

Insomma, che dovrebbe fare?
«Tornare agli ideali del '94».

Ancora?
«Sicuro. Sono attuali anche perché non li abbiamo mai realizzati. Bisognerebbe occuparsi in particolare del debito che in vent'anni abbiamo aggravato, noi del centrodestra e i nostri avversari del centrosinistra. E sarebbe necessario mettere mano seriamente alle liberalizzazioni per sprigionare risorse e vivacizzare il mercato. Oggi la pressione fiscale è al 54 per cento: a quote del genere siamo più o meno liberi?».

Professore, è il ritratto del vostro fallimento.
«Ci abbiamo provato. Io fisicamente ho scritto i programmi del '94, del '96 e del 2001. Uno peggiore dell'altro: tre obbrobri. Del resto uno come fa a stendere un programma liberalizzante con la Lega, l'Udc e Alleanza nazionale? Dovevo trattare con Marco Follini, con Bruno Tabacci, ottime persone, per carità, degli amici, ma non dei baluardi del liberalismo. Infatti a un certo punto mi sono stufato e ho smesso di scrivere questi benedetti programmi».

Oggi perché ci si dovrebbe riuscire?
«Perché Berlusconi può essere l'uomo che spariglia tutto, e con una grande mossa rilancia il governo Letta-Alfano su due indicazioni prioritarie: aggredire il debito e liberalizzare il Paese».

Ma professore, Berlusconi deve andare ai domiciliari.
«E ci vada!».

Ai domiciliari?
«Ma certo, sarebbe la cosa più saggia».

Ma non lo farà mai. Nel senso che ci andrà perché costretto ma fra gli strepiti.
«Eh... E io che ci posso fare?».

Dovrebbe andare ai domiciliari e poi?
«Diventare l'alfiere del governo che finalmente cambierà il Paese. Dovrebbe dire: quello che mi è successo è una questione personale ma tale non la voglio fare. Rispetto una sentenza che considero ingiusta, vado in detenzione ma voi intanto continuate a sostenere il governo Letta-Alfano, dategli tutta la fiducia di cui ha bisogno, incalzatelo perché liberalizzi e riduca il debito, perché completi tutte le altre riforme, della legge elettorale e anche della giustizia».

Sulla giustizia è dura.
«È dura se si vuole partire da lì. Ma se è una riforma condivisa e che va al seguito di tutte le altre si può fare».

E perché Berlusconi avrebbe da comportarsi così?
«Ma perché è nell'interesse del Paese. Abbiamo il dovere di perseguire quell'interesse. Nel 2014 Letta e Alfano avranno davanti un percorso favorevole, per tante ragioni, a cominciare dal fatto che ci tocca la presidenza del semestre europeo. Ma se non approviamo le riforme, dall'1 gennaio 2015 siamo morti. Ma morti e sepolti».

Anche Berlusconi non è messo tanto bene...
«Appunto. Nelle condizioni in cui è lui - e in cui è l'Italia - l'unica soluzione è riprendere in mano il boccino, scansare questi partiti deboli e incapaci a tutto, superarli, chiamare a raccolta le forze migliori dentro e fuori dei partiti perché aiutino il governo a ricostruire il paese, chiedere a Letta e Alfano di dimostrare carattere e di prendersi grandi responsabilità».

Abbia pazienza, professore: la sua è una visione utopistica.
«Ah, sono assolutamente d'accordo. Non faranno niente di tutto quello che sarebbe giusto fare, ma penso anche che senza utopia non si vada avanti. Io la mia utopia preferisco conservarla. E poi Berlusconi non è sempre stato l'uomo delle utopie? La colga».

Questa utopia resterà soltanto sua, mentre in autunno si scatenerà la guerra.
«Non c'è il minimo dubbio. Tutti, a cominciare da Berlusconi, si occuperanno di questioni che non affrontano la realtà. Peccato. Io non voglio fare gli auguri a nessuno, ma ne abbiamo tutti un gran bisogno».

 

 

Giuliano Urbani Intervento di Giuliano Urbani Silvio berlu Berlusconiberlusconi alfano ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONIBERLUSCONI NAPOLITANO

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